martedì 22 dicembre 2009

Arriva Natale: è tempo di regali

Sotto Natale siamo tutti più buoni e anche il Ministero della ricerca si adegua. Niente di eclatante ovvero niente nuovi posti da ricercatore, risultati dei PRIN o dei FIRB nei tempi giusti, solo un po' di "ordinaria" amministrazione. Parliamo del "Programma giovani ricercatori" (http://www.miur.it/0006Menu_C/0012Docume/0015Atti_M/8123Progra.htm), una bella opportunità per chi lavora e vive all'estero e vuole non essere più un cervello in fuga. Tale programma riguarda il reclutamento di giovani ricercatori a tempo determinato e che risultino stabilmente impegnati all’estero da almeno un triennio in attività didattica e/o di ricerca.

Primo problema, il bando prevede tempi incredibilmente brevi: per fare domanda si hanno a disposizione solo 30 giorni dalla data del decreto (che è il 27 Novembre). Un mese - direte voi - non è proprio poco in fin dei conti. Il fatto è che la registrazione alla Corte dei Conti avviene solamente il 16 dicembre, e ciò significa che in effetti si avevano a disposizione solo 11 giorni per presentare tutta la documentazione. 11 giorni non sono pochissimi se sei veramente interessato, ma a complicare le cosa fino a stamattina il sito del progetto (http://cervelli.cineca.it) riportava l'avviso: In attesa della definizione delle nuove procedure del programma "progetto giovani ricercatori" la procedura attuale è momentaneamente sospesa. Inoltre, loggandosi presso il portale, al momento di accedere al "Programma Giovani Ricercatori" veniva dato un errore alquanto bizzarro: "ACCESSO NEGATO La sessione di lavoro è scaduta o non valida. È necessario autenticarsi di nuovo", cosa niente affatto vera: loggarsi di nuovo non risolve il problema. Premesso che l'errore sul portale del Cineca persiste tuttora, nel primo pomeriggio è avvenuto il miracolo di Natale. Si sono accorti dell'ovvio - 5 giorni per fare domanda forse sono proprio pochi - e hanno deciso di concedere ai "poveri" cervelli italiani all'estero un po' più di tempo e di posticipare la deadline al 29 gennaio. Inoltre nella loro magnificenza hanno deciso di aggiornare (finalmente) il sito web del progetto mettendo un po' di documentazione relativa a questo bando, che adesso (22 dicembre) appare così:


mentre la versione on-line fino a stamattina appariva così:


come testimoniato anche dalla cache di Google, visibile qui.

Lasciamo che sia il lettore trarre una morale da questa storia. A noi sembra, purtroppo, che al Ministero si stia lavorando male e con estrema superficialità. Qualche malizioso potrebbe addirittura affermare che la scelta di tempi così stretti fosse volontaria, con lo scopo di permettere solo a poche persone "bene informate" di presentare domanda, e che qualche protesta abbia spinto il Ministero ad un cambio di rotta. Noi che maliziosi non siamo, propendiamo per la spiegazione più semplice, che è la scarsa cura della gestione di un semplice bando (e non stiamo ancora parlando della valutazione delle domande). Con questa ennesima farsa si chiudono le cronache del 2009. Cosa ci riserverà l'anno nuovo?

Update del 25 dicembre. Il layout del sito è cambiato ancora. Ora appare così:



A parte la nuova grafica sgargiante, sembra avessero dimenticato una cosa fondamentale: l'intitolazione a Rita Levi-Montalcini (intitolazione di cui naturalmente, come per la scadenza posticipata, non c'è alcuna traccia nel bando ufficiale).

Buon Natale a tutti i ricercatori precari.

lunedì 21 dicembre 2009

Doccia fredda per i ricercatori: i posti Mussi 2009 si riducono a soli 696


"In una sintesi diffusa oggi, il Ministero dell’istruzione afferma che il complesso degli interventi contenuti nel decreto legge sull'Università permetterà di «assumere 4.000 nuovi ricercatori»" (11 Novembre 2008).
"Il Ministro ha quindi ricordato che all’interno del primo decreto legge varato sull’università sono stati creati già 4000 nuovi posti per ricercatori. «Bisogna rispondere alla crisi puntando sulla ricerca - ha osservato il ministro». «Dobbiamo cercare di svecchiare, favorendo il ricambio generazionale e l’ingresso di nuovi ricercatori, in modo che non siano costretti ad andare all’estero per poter lavorare»" (4 Aprile 2009).
«C'è bisogno di un ricambio generazionale, stiamo definendo una riforma del sistema universitario che va in questa direzione» (Maristella Gelmini,
24 Giugno 2009).
«Stiamo puntando ad una riforma dell’università, che punterà sul ricambio generazionale, sull’apertura ai giovani, sull’efficienza, sulla meritocrazia e su un utilizzo oculato delle risorse» (Maristella Gelmini,
29 Settembre 2009).
«Tra poche settimane, comunque entro il 2009, saranno trasferiti alle università [circa 60ml di euro] per consentire l'assunzione di migliaia di ricercatori. Una cifra importante che testimonia l'impegno del governo a favore dei giovani studiosi» (Maristella Gelmini, Giulio Tremonti, 15 Novembre 2009).
Questi sono gli annunci.
La realtà è il Decreto Ministeriale che ripartisce la terza tranche dei fondi Mussi, quella che doveva essere la più sostanziosa (40ml di euro). I posti, che dovevano essere 2100, si sono "ridotti" a soli 696, grazie ad una serie di cambiamenti "contabili" rispetto a quanto fatto negli anni precedenti. Trovate qui la tabella di ripartizione dei posti ateneo per ateneo.

mercoledì 16 dicembre 2009

I ricercatori dimezzati


In extremis arrivano i fondi Mussi 2009 ... ma solo 700. E la promessa della Gelmini dell'"assunzione di 4000 ricercatori"?
La notizia è stata anticipata sul blog di Flavia Amabile - Diritto di Cronaca (La Stampa) e rilanciato da La Repubblica (qui). La Corte dei Conti avrebbe appena registrato il Decreto Ministeriale di ripartizione della terza tranche dei fondi Mussi 2009. Ma .... ma il D.M. non prevede alcuna forma di cofinanziamento da parte delle università, cosicché i posti sono di fatto dimezzati...
Se è vero che cofinanziare 40ml di euro sarebbe stato molto difficile per molte università data la precarietà finanziaria in cui versano, mentre in questo modo ci si aspetta che bandiscano subito questi pochi posti, paghiamo i tagli del Governo, recuperati solo in maniera molto marginale dalla Finanziaria.
A tal proposito, segnaliamo l'iniziativa congiunta Apri-Via "Un miliardo per la ricerca", di alcuni giorni fa, per sensibilizzare tutto il sistema politico-legislativo italiano.
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COMUNICATO STAMPA
Associazione Precari della Ricerca Italiani
Doccia fredda per i giovani ricercatori
Dopo le proteste delle ultime settimane in seguito alla bocciatura in Senato dell'emendamento in Finanziaria per sbloccare gli 80ml di euro a favore del reclutamento straordinario di ricercatori, il MIUR ha provveduto oggi a distribuire con un Decreto Ministeriale i fondi alle Università. Ma leggendo tale decreto si rivela ben presto quella che è una vera e propria "doccia fredda" per i giovani ricercatori: i concorsi risultano più che dimezzati rispetto alle previsioni, a causa dell'assenza del cofinanziamento. L'APRI (Associazione Precari della Ricerca Italiani) denuncia la forte discrepranza tra i circa 900 posti previsti dal Decreto rispetto a quelli annunciati in più occasioni dal Ministro Gelmini, l'ultima volta nella lettera al Corriere della Sera del 15/11/2009 nella quale annunciava «l'assunzione di migliaia di ricercatori». «Chiediamo al Ministro Gelmini - dice il Presidente dell'APRI, Francesco Cerisoli - che fine hanno fatto i 4000 posti da ricercatore sbandierati da mesi nelle interviste e nei comunicati stampa. Se questo è il "ricambio generazionale" annunciato dal Ministro Gelmini, siamo di fronte ad un evidente fallimento della politica del Ministro».
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Segnaliamo anche questo articolo dell'Agenzia DIRE.
Aggiornamento importante
E' stato finalmente pubblicato il testo del Decreto Ministeriale sul sito del MIUR. Lo trovate qui. Per ora non vi è ancora la tabella di ripartizione delle risorse. Si conferma l'assenza del cofinanziamento e INOLTRE, a differenza di quanto lo stesso Ministero ha fatto l'anno scorso, è stato considerato il "costo medio" per ricercatore e quindi i posti dovrebbero essere molto inferiori rispetto alle più nere aspettative: 40ml/57446 = 696 posti!

domenica 6 dicembre 2009

Perche' non bandite?



Tre settimane fa invitammo i rettori dell Universita' che, pur avendo assegnati i "posti Mussi" del 2008, ancora non li avevano banditi, a fornirci delle spiegazioni. Per capire, diciamo cosi', cosa bollisse in pentola.
Il prof Bassi, Rettore dell'UniTN, ci ha cortesemente illustrato le ragioni della sua Universita', e ve ne diamo conto incollando di seguito, avendone ricevuto l'autrizzazione dal prof Bassi stesso, il carteggio intercorso. Buona lettura, e leggete nei commenti al post le precisazioni che l'ottimo Mino non manchera' di segnalare.

Gentile Dottor Cerisoli,

le confermo che l'Università di Trento non utilizzerà il cofinanziamento per ricercatori 2008 e non prevede di utilizzare neppure la quota 2009. Abbiamo infatti ritenuto che i possibili vantaggi del cofinanziamento non siano tali da rimettere in discussione la scelta di fondo assunta a suo tempo. Tenga presente che il cofinanziamento ministeriale, anche ammesso che si protragga oltre l'arco di tre anni, corrisponde a una cifra fissa, mentre il costo dei ricercatori a tempo indeterminato aumenta in modo considerevole nel tempo per effetto degli automatismi stipendiali (conferma, ricostruzione di carriera e successivi scatti biennali, rivalutazione ISTAT). Il costo di una posizione di ricercatore a TD resta invece agganciato a un costo standard, che assicura al titolare uno stipendio almeno pari al 120% del trattamento economico iniziale del ricercatore a tempo indeterminato confermato a tempo pieno. Quanto alla sua osservazione sul fatto che pure l'assunzione di ricercatori a TD rientri nella quota di assunzioni legata al turnover dell'anno precedente, i contratti vengono usualmente stipulati per un periodo iniziale di tre anni, rinnovabili per altri tre. Quindi è ragionevole pensare che, già alla fine del primo triennio dei contratti iniziati quest'anno, non sia più in vigore l'attuale regolamentazione delle assunzioni legata al turnover, prevista per il triennio 2009-2011. Infine, le segnalo che il nostro Regolamento per il reclutamento di ricercatori a TD prevede, contestualmente all'attivazione delle procedure di selezione, l'accantonamento di risorse della stessa natura di quelle destinate all'attivazione di posizioni di ruolo. Pertanto, a prescindere se le norme attualmente in fase di definizione consentiranno o meno l'inclusione dei ricercatori a TD attuali nelle ipotizzate procedure di "tenure track", l'Ateneo intende comunque attivare nel futuro posizioni di professore associato utilizzando le risorse associate alle posizioni di ricercatore a TD. E' evidente che le procedure in questione verranno svolte con le regole di reclutamento che saranno in vigore in quel momento. Cordiali saluti. Il Rettore prof. Davide Bassi


> Carissimo prof Bassi

> I fondi che il MIUR aveva stanziato e che voi non intendete

> utilizzare per posti da ricercatore TIND cofinanziati,

> verranno restituiti da Trento al MIUR? In caso contrario,

> quale destinazione prevedete per tali fondi?

> Infine, mi permette di rendere pubblica questo nostro

> scambio di email? > La ringrazio in anticipo

> Francesco Cerisoli, PhD


Gentile dottor Cerisoli,

la destinazione dei fondi è ancora - a livello nazionale - oggetto di discussione, così come quella relativa alla sorte dei fondi non completamente utilizzati. La linea adottata dalla CRUI è quella di usarli ad integrazione del Fondo di finanziamento ordinario e questo non comporta per Trento alcuna perdita di risorse finanziarie. Quanto poi alla diffusione dello scambio di mail, non ho problemi purché sia inclusa anche questa mail e sia chiarito SENZA AMBIGUITA' che il cofinanziamento ministeriale riguardava solo i tre anni per i quali la legge prevedeva l'erogazione dei fondi e che non è prevista alcuna copertura per gli anni successivi. Si tratta quindi di un falso incentivo perché chi ha bandito questi posti si troverà senza fondi per coprire i costi degli anni successivi. Noi abbiamo bandito i posti di ricercatore sia a tempo determinato che indeterminato che ritenevamo compatibili con il nostro quadro di stabilità finanziaria, senza cedere a lusinghe che rischiano di bloccare qualsiasi accesso in ateneo negli anni futuri. Recentemente abbiamo utilizzato un numero limitato di posizioni di ricercatore a tempo indeterminato per il richiamo di giovani ricercatori dall'estero. Confermo comunque che la nostra scelta politica è quella di sviluppare solo percorsi di tenure track, secondo standard internazionali. Cordialmente, Il Rettore prof. Davide Bassi



Aggiornamento del 09-12-2009. L'argomento è stato ripreso sul Corriere del Trentino: qui e qui.
Aggiornamento del 10-12-2009. Segnaliamo l'articolo uscito in prima pagina su Il Messaggero sui concorsi da ricercatore con una intervista al Prof. Bassi: qui e qui, e l'articolo sull'agenzia di stampa Dire: qui

sabato 28 novembre 2009

Il punto della situazione


Tutto tace?
Il DM per sbloccare l'ultima tranche di posti da ricercatore TIND straordinari che il Ministro aveva annunciato, ad oltre due settimane di distanza, non s'e' visto. 
Non c'e' traccia di un emendamento che rinnovi le regole ex legge 1/2009 per la formazione delle commissioni dei concorsi (scadono il 31/12). 
A rilento, il Senato approva due emendamenti al ddl sui lavori usuranti, che aboliscono i limiti alle pubblicazioni presentabili ai concorsi per ricercatore TIND (bene), e impongono che se ne debba parlare nel colloquio (male).
Il DDL di riforma arriva solo ieri al Senato (a un mese dalla presentazione in consiglio dei ministri).
Intanto il 2 dicembre sono indette manifestazioni nelle Universita', e l'11 uno sciopero generale della CGIL.

lunedì 16 novembre 2009

I ricercatori si appellano al Presidente Napolitano


Al Presidente della Repubblica Italiana, On. Giorgio Napolitano
e, p.c.,
Al Presidente del Senato della Repubblica, Sen. Renato Schifani
Al Presidente della Camera dei Deputati, On. Gianfranco Fini
Al Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Silvio Berlusconi
Al Ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca, On. Maristella Gelmini
Al Ministro dell'Economia e delle Finanze, On. Giulio Tremonti
Al Presidente della VII Commissione del Senato, Sen. Guido Possa
Al Presidente della VII Commissione della Camera, On. Valentina Aprea
A tutti i gruppi parlamentari di Camera e Senato
16-11-2009
Illustre Presidente,
gli ultimi eventi accaduti al Senato, con il blocco dei fondi (già stanziati) a favore dei giovani ricercatori, ci spingono a scrivere a Lei che già in passato ha mostrato grande attenzione e sensibilità nei confronti della Ricerca.
L'Italia è ormai la cenerentola d'Europa per quanto riguarda gli investimenti in Università e Ricerca. Per questo ci appare ancor più inaccettabile quanto accaduto durante la discussione sulla legge Finanziaria in Senato. Il Governo Prodi aveva stanziato nella Finanziaria 2007 una dotazione di 140ml di euro in tre anni: 20ml per l'anno 2007, 40ml per il 2008 e 80ml per il 2009, finalizzati ad un reclutamento straordinario dei ricercatori a tempo indeterminato nelle nostre università. Entro la fine di ogni anno occorre un provvedimento tecnico per “sbloccare” tali fondi. Questo è accaduto, via decreto-legge, nel 2007 (Governo Prodi) e nel 2008 (Governo Berlusconi). Quest'anno è stata scelta la via di un emendamento in Finanziaria, presentato dal Presidente Possa e sostenuto da quasi tutti i gruppi parlamentari, sia di maggioranza che di opposizione. Tuttavia, contro ogni previsione, il rappresentante del Governo ha espresso parere contrario all'approvazione dell'emendamento, chiedendo che venisse trasformato in ordine del giorno, in quanto «vi sarebbero problemi di copertura finanziaria». Problemi che, ovviamente, non ci sono, così come non c'erano nel 2007 e nel 2008, e come del resto ha prontamente sottolineato nella sua replica il Sen. Possa.
Invece, dopo due “accantonamenti”, l'emendamento è stato ritirato e sottratto al voto del Parlamento, causando il congelamento degli 80ml di euro che, è bene ricordarlo, sono già stanziati e disponibili sul bilancio del Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca.
Dopo un anno di blocco dei concorsi, questi fondi sono vitali per il corretto funzionamento di base del sistema, e costituiscono l'ultima chance per una generazione di giovani ricercatori prima dell'emigra-zione da un Paese incapace di valorizzare i propri talenti. Il blocco aggrava il quadro di riordino dell'Università anziché rendere la transizione sostenibile. Le dichiarazioni del Ministro Gelmini, peraltro, ci appaiono in contrasto rispetto a quanto è stato detto in Assemblea al Senato. Per questo Le chiediamo di intervenire per sensibilizzare tutte le istituzioni – Governo, Ministero dell'Università, Camera, Senato – affinché si tenti ogni possibile soluzione per sbloccare questi fondi. Per esempio, tramite un apposito decreto-legge, come è stato fatto lo scorso anno e due anni fa, oppure con un emendamento in Finanziaria alla Camera dei Deputati. A tale proposito, sono di questi giorni le dichiarazioni del Presidente Fini, il quale, definendo la fuga dei cervelli come «segno del decadimento nazionale», ha invitato a «investire sulla ricerca a partire da questa Finanziaria».
Signor Presidente, confidiamo sinceramente in un Suo appello volto a non infliggere un ulteriore colpo ai nostri ricercatori, nell'indifferenza generale.
Nel ringraziarLa dell'attenzione che vorrà concederci, Le porgiamo i nostri più rispettosi saluti.
APRI - Associazione dei Precari della Ricerca Italiani
AIR - Associazione Italiana per la Ricerca
Via-Academy - Italian Scientists and Scholars in UK

sabato 14 novembre 2009

Gelmini: «Nessun ulteriore taglio»


«Il Sen. Possa aveva presentato un emendamento per ripristinare un vecchio taglio»
Ci sono delle volte in cui non è facile interpretare le dichiarazioni dei politici. Tuttavia probabilmente questa del Ministro Gelmini, sulla bocciattura dell'emendamento del Sen. Possa sullo sblocco dei fondi Mussi 2009, è davvero di non facile comprensione:
«E' falso che nella Finanziaria di ieri siano stati tagliati ulteriori 80 milioni di euro per la ricerca. E' una notizia destituita di ogni fondamento: il presidente della commissione Cultura del Senato aveva presentato un emendamento per ripristinare un vecchio taglio che era contenuto nella precedente Finanziaria, quindi non c'è alcun taglio aggiuntivo».
Apprendiamo quindi dal Ministro Gelmini che l'emendamento del Presidente Possa, e condiviso da PDL, Lega, UDC, PD, era teso a «ripristinare un vecchio taglio»! Ma non era invece teso a sbloccare gli 80ml stanziati dal Governo Prodi per il reclutamento dei ricercatori? E allora per quale motivo, durante la kafkiana seduta al Senato, il vice-ministro all'Economia Vegas (PDL) ha dato parere contrario dicendo che non vi sarebbe copertura finanziaria? ... può esistere una "copertura finanziaria" per ... un (vecchio) taglio?
Per quale motivo, inoltre, il Sottosegretario Pizza avrebbe parlato di «un incidente di percorso» e di «una situazione che crea imbarazzo»?

venerdì 13 novembre 2009

giovedì 12 novembre 2009

Governo contrario allo sblocco dei fondi per il reclutamento dei ricercatori


Si va verso la perdita dei fondi
Dal sito del Senato della Repubblica, la seduta kafkiana del 12/11/2009.
PRESIDENTE. Invito il relatore ed il rappresentante del Governo a pronunziarsi sull'emendamento 2.381 (testo 2).
SAIA, relatore. Invito i presentatori a trasformarlo in un ordine del giorno; altrimenti, esprimo parere contrario.
VEGAS, vice ministro dell'economia e delle finanze. Esprimo parere conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Senatore Possa, accoglie l'invito a trasformare il suo emendamento in un ordine del giorno?
POSSA (PdL). L'emendamento 2.381 (testo 2) tratta del recupero di circa 40 milioni di euro già stanziati a favore dei ricercatori, non vedo assolutamente perché sia stato espresso un parere contrario. Ripeto che non c'è bisogno di copertura, vi è solamente da ricalibrare, se lo si esamina attentamente - ed invito il Governo a farlo - le formalità di accesso a questo fondo che già c'è.
Altrimenti, non posso accettare assolutamente l'invito a trasformarlo in ordine del giorno.
RUSCONI (PD). Io sono firmatario, non certamente il primo, dell'emendamento 2.381 (Testo 2): il senatore Possa ha poc'anzi evidenziato che non vi sono aggravi di spesa; abbiamo compiuto un lungo lavoro per l'incentivo dei ricercatori, che è stato approvato all'unanimità dalla 7a Commissione permanente. Spero, pertanto, che tale proposta emendativa venga posta in votazione ed approvata perché è estremamente importante e rappresenterebbe un segnale serio bipartisan per l'università italiana. (Applausi dal Gruppo PD).
D'ALIA (UDC-SVP-Aut). Signor Presidente, vorrei chiedere al senatore Possa di essere autorizzato ad apporre la mia firma all'emendamento 2.381 (testo 2). Credo infatti che, per quanto il Governo e la maggioranza abbiano fretta di liquidare questa finanziaria per liberare il calendario del Senato per altri provvedimenti importanti, su alcune questioni di merito serie, come quella posta dal senatore Possa e da tanti altri colleghi di maggioranza e di opposizione, sarebbe il minimo indispensabile fare una breve riflessione sull'utilità delle proposte per evitare che nelle prossime settimane il clima dell'Assemblea diventi insopportabile. Infatti, signor Presidente, non è possibile che su ogni questione, anche quelle fondate e peraltro quelle identiche ad altre presentate dalla maggioranza, si esprima un voto contrario sbrigativamente, con aria di sufficienza e con grande approssimazione. (Applausi dai Gruppi Udc-Svp-Aut, IdV e PD).
LONGO (PdL). Signor Presidente, con il consenso del primo firmatario, senatore Possa, chiedo di poter aggiungere la mia firma all'emendamento 2.381 (testo 2).
LEGNINI (PD). Signor Presidente, chiedo di poter aggiungere la firma di tutti i senatori del Partito Democratico all'emendamento 2.381 (testo 2).
VEGAS, vice ministro dell'economia e delle finanze. Domando di parlare. (Brusìo).
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, ascoltiamo il rappresentante del Governo. Vorrei essere messo nelle condizioni, almeno io, di ascoltare il vice ministro Vegas.
Vice ministro Vegas, ha facoltà di parlare.
VEGAS, vice ministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, mi permetto di reiterare l'invito al senatore Possa a ritirare l'emendamento 2.381 (testo 2), che potrà essere meglio valutato nel provvedimento sull'università, nel quale credo possa essere esaminato dal Senato in modo molto più approfondito di quanto non avvenga in questo caso. (Brusìo. Richiami del Presidente).
Signor Presidente, vorrei riuscire a parlare. Altrimenti, non vi sono problemi e non parlo!
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, non si può continuare in questo modo.
VEGAS, vice ministro dell'economia e delle finanze. Ciò riguarda la questione dei ricercatori, tenendo conto anche della struttura dell'emendamento, il quale francamente porrebbe qualche problema perché si basa su risorse del 2009 che verrebbero possibilmente utilizzate nel 2010; quindi, vi sarebbe uno slittamento della copertura di un anno.
Tra l'altro, la proposta emendativa non chiarisce neanche i profili quantitativi e, dunque, non sappiamo quanti sono i ricercatori interessati. Ritengo, pertanto, che sarebbe opportuno avere un minimo di prudenza anche per una definizione quantitativa. In ogni caso, è necessario prevedere in qualche modo una copertura. Capisco che la 5a Commissione, nella sua enorme bontà, non si è soffermata su questo tema, ma esiste un problema di copertura perché - ripeto - vi è uno slittamento.
Mi permetto, dunque, di insistere affinché il senatore Possa trasformi eventualmente tale emendamento in un ordine del giorno e si riservi di rivolgere la questione alla sede opportuna, che non è questa, tenendo conto che - come dicevo -esistono problemi di copertura, forse non banali.
PRESIDENTE. Senatore Possa, lei è il titolare dell'emendamento: il rappresentante del Governo ha rivolto un invito a trasformarlo in ordine del giorno.
POSSA (PdL). Signor Presidente, non mi sento di poter accogliere l'invito al ritiro di questo emendamento di cui sono profondamente convinto.
Vorrei aggiungere che i soldi di cui si parla nell'emendamento sono a decorrere dal 2009, non sono del 2009, e quindi sicuramente utilizzabili nel 2010 per far fronte alle esigenze di sviluppo del sistema della ricerca italiana. Poiché questi soldi ci sono e sono stati già stanziati, ma per una serie di tecnicalità di cui non vi voglio tediare si è nell'impossibilità attuale di utilizzarli, sono convinto che approvando l'emendamento non rechiamo alcun danno all'erario essendovi la piena copertura. (Applausi dal Gruppo PD. Brusio).
VEGAS, vice ministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, considerato che su questo emendamento esistono problemi da valutare e considerato che ormai ci stiamo avvicinando al termine della seduta, chiederei alla Presidenza di sospendere i lavori. (Proteste dai Gruppi PD e UDC-SVP-Aut).
PRESIDENTE. Colleghi, la seduta non si sospende, ma vorrei riportare ordine nella conduzione dei nostri lavori. Il calendario prevede che la seduta si concluda alle 20,30 e noi, salvo diversa decisione unanime dell'intera Assemblea, non concluderemo prima. Mi spiace dover dire al Governo che la Presidenza non riscontra elementi che possano consentirle di procedere ad una interruzione dei lavori non essendovi obiettivi impedimenti di carattere procedurale.
SAIA, relatore. Signor Presidente, a questo punto chiedo l'accantonamento dell'emendamento 2.381 (testo 2). (Proteste dai Gruppi PD e UDC-SVP-Aut).
PRESIDENTE. Chiedo al Governo se concorda sull'accantonamento.
VEGAS, vice ministro dell'economia e delle finanze. Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Allora, lo accantoniamo.
POSSA (PdL). Signor Presidente, le considerazioni che mi sono state fatte presenti mi inducono a ritirare l'emendamento. (Proteste dai Gruppi PD e UDC-SVP-Aut).
LEGNINI (PD). Signor Presidente, nel prendere atto di questa immotivata retromarcia del senatore Possa, faccio rilevare che a questo punto l'emendamento non può essere ritirato perché sottoscritto da più di 150 senatori.
PRESIDENTE. Senatore Legnini, lo vuole fare proprio?
LEGNINI (PD). È stato già fatto proprio e quindi l'emendamento va votato.
PRESIDENTE. È stata avanzata una richiesta di accantonamento.
LEGNINI (PD). Ci opponiamo all'accantonamento perché questo non è un modo corretto di procedere. Siamo in fase di esame degli emendamenti accantonati e quindi fare l'accantonamento dell'accantonamento è una nuova prassi finora sconosciuta.
PRESIDENTE. Senatore Legnini, poc'anzi ne abbiamo accantonato un altro e non vi è stato alcun problema. Sono stato contrario alla sospensione dei lavori, ma sull'accantonamento non mi sento di essere contrario perché l'abbiamo già fatto poc'anzi per un altro emendamento.
Senatore Legnini, accoglierei l'accantonamento perché comunque prima o poi l'emendamento verrà votato, se non ora domattina. Non vedo grandi differenze.
ASCIUTTI (PdL). In qualità di secondo firmatario dell'emendamento, sono d'accordo anche io per l'accantonamento.
PRESIDENTE. Accantoniamo quindi l'emendamento 2.381 (testo 2), che poi voteremo. L'accantonamento non significa infatti che l'emendamento non verrà votato.

PROCACCI (PD). Signor Presidente, vorrei capire se noi dobbiamo prendere in considerazione la volontà del Governo o la dichiarazione che il primo firmatario dell'emendamento...
PRESIDENTE. Senatore Procacci, scusi se la interrompo. Il primo firmatario ha ritirato l'emendamento, che poi è stato fatto proprio da altri. Pertanto l'emendamento vive. Vi è una richiesta di accantonamento da parte del relatore e del rappresentante del Governo che, se volessero dare parere contrario ipso iure, non la avanzerebbero. Io vedo la richiesta di accantonamento come un atteggiamento non preclusivo, perché, ove così fosse, il relatore e il rappresentante del Governo darebbero subito parere contrario e l'emendamento si voterebbe.
Questa è l'interpretazione della Presidenza. Ripeto che non vedo l'accantonamento dell'emendamento come una bocciatura, perché altrimenti lo si voterebbe.

mercoledì 4 novembre 2009

FIRB: si infittisce il mistero dei fondi per giovani ricercatori.

Dopo 11 settimane dalla supposta deadline per le valutazioni, dopo numerosi articoli di giornale, una interrogazione parlamentare, una petizione che in pochi giorni ha raccolto le firme di oltre mille ricercatori, il sito futuroinricerca.miur.it è stato aggiornato!

In data 3 novembre 2009, è apparso un comunicato che riporta più o meno i dati che già conosciamo, e — cosa più importante — comunica la nuova scadenza del 31 dicembre.

E' interessante notare che nessuno si è preso la responsabilità di firmare il comunicato, e non è neppure su carta intestata del MIUR (si può considerare "ufficiale" un comunicato del genere?)

Altra nota interessante è la data di creazione del documento. Selezionando il file e cliccando con il tasto destro appare il menu contestuale, e scegliendo "Proprietà" compaiono due voci: Generale e PDF. In "Generale" è riportata la data in cui avete salvato il file nel vostro computer. In PDF potete leggere invece la data in cui il documento è stato creato: il giorno sabato 11 aprile 2009!

Figura 1: Check e doublecheck con il file delle FAQ.

Il MIUR ad aprile già sapeva che la valutazione si sarebbe conclusa a fine anno? Mah?! Questo è probabilmente uno dei misteri imprescrutabili dell'Universo.

Di passaggio, riporto anche la risposta del MIUR sulla scelta dei revisori stranieri sulle fatidiche "apposite audizioni" previste nel bando.

D: Francesco Turini, della commissione Firb, in un articolo sul Messaggero diceva di aver inviato al Cineca a settembre un elenco di 60 nomi da cui estrarne 20 finali. Da questo ho dedotto che la commissione fosse di 20 persone.

R: Credo che l'articolo del Messaggero abbia creato, in perfetta buona fede, un pò di confusione. Io non so cosa abbia detto esattamente Franco Turini, ma in ogni caso la procedura di dettaglio ipotizzata nell'articolo è assolutamente irrealistica: 20 persone per quasi 4000 progetti!!! Posso comunque aggiungere che di quelle 60 persone (che comunque abbiamo interpellato, per verificare la loro disponibilità a valutare alcuni progetti) solo 4 si sono dichiarati effettivamente disponibili!!!

D: Dobbiamo aspettarci audizioni per tutti e 4000 i progetti?

Risposta: Nessuno ha mai pensato (nemmeno all'inizio, quando ritenevamo, sbagliando, che sarebbero arrivati un terzo dei progetti che poi sono stati presentati) di fare audizioni per tutti. L'ipotesi attualmente più accreditata è quella di audizioni riservate a coloro che nella fase di valutazione ex-ante avranno ricevuto il punteggio più alto, e poi via via scendere fino all'esaurimento delle risorse disponibili. Se riusciamo ad incrementare i fondi (difficile, ma ci proviamo) penso che le audizioni saranno riservate a 100-120 persone, non credo di più.

Riassumendo:

1) Tutti i revisori stranieri, tranne quattro, hanno rifiutato l'incarico.

2) Se non aumentano i fondi, i progetti finanziati saranno 60-70. Se aumentano i fondi alle audizioni andranno 100-120 persone. Se la matematica non mi inganna, vuol dire che praticamente alle audizioni andranno i vincitori dei fondi.

Ai lettori trarre le dovute conclusioni su come saranno assegnati i fondi.

Come si sul dire... Chi vuol esser lieto, sia: che del FIRB non c'è certezza.

sabato 31 ottobre 2009

FIRB - Futuro in Ricerca: conclusa la petizione


Conclusa la raccolta di firme promossa dall'Associazione Precari della Ricerca Italiani (APRI) per protestare contro i ritardi sulla valutazione dei progetti nel bando FIRB "Futuro in Ricerca".
Le oltre 1000 firme, raccolte in poco più di una settimana, sono state spedite oggi dal Presidente dell'APRI al Ministro Gelmini e al Direttore Agostini.
Il documento definitivo, con tutte le firme, è visualizzabile qui.

venerdì 30 ottobre 2009

Riforma Università: il testo del DDL


Nella lotta tra Stasi, KGB e Securitade, alla fine l'hanno spuntata gli agenti della ex-DDR.
Ringraziamo della efficienza e leggiamoci insieme il testo (pare, definitivo ... sarà la volta buona?) del DDL e della relazione illustrativa.

giovedì 29 ottobre 2009

FIRB NEWS

Gelosi dell'attività dei loro ex-colleghi della STASI, anche ex-agenti della Darzhavna Sigurnost (servizio segreto bulgaro) si stanno occupando della situazione del mondo universitario italiano.

La notizia, confermata, è che sono sotto revisione da parte di ricercatori italiani alcuni progetti FIRB giovani, con la tassativa deadline del 20 Novembre. Qualcosa si muove, allora, al MIUR? Sapremo a breve.



mercoledì 28 ottobre 2009

Lo sblocco dei fondi Mussi 2009


Presentato oggi un emendamento in Finanziaria per lo sblocco della terza tranche dei fondi del relcutamento straordinario 2009:
2.381
POSSA, ASCIUTTI, PITTONI, VALDITARA
All'articolo 2, dopo il comma 18 è inserito il seguente:
«18-bis. Per l'anno 2009 non si applicano le disposizioni di cui all'articolo 1, comma 648, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e, al fine di garantire l'assunzione di ricercatori nelle università, le risorse di cui all'articolo 1, comma 650, della medesima legge, limitatamente allo stanziamento previsto per l'anno 2009 e al netto delle risorse già utilizzate negli anni 2007 e 2008, sono utilizzate per il reclutamento di ricercatori delle università ai sensi dell'articolo 1, comma 7, della legge 4 novembre 2005, n. 230 e dell'art. 1, commi 5, 6, 6-bis e 7, del decreto-legge 10 novembre 2008, n. 180, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 gennaio 2009, n. 1».
L'emendamento vincola i fondi al reclutamento di ricercatori a tempo indeterminato con le procedure da svolgersi con le "nuove regole" della legge 1/2009.
Tuttavia ci sono alcune cose che non vanno:
a) non è indicata una data perentoria entro cui i posti devono essere banditi;
b) non vengono impiegati tutti gli 80ml di euro per il reclutamento di ricercatori, ma solo 40ml (la parte restante serve a pagare il secondo e terzo anno di stipendio degli assunti con la seconda e terza tranche...)

Riforma dell'Università: il testo discusso nel Consiglio dei Ministri

Al link seguente potete trovare il testo del DDL di riforma dell'università discusso dal Consiglio dei Ministri del 28/10/2009.

martedì 27 ottobre 2009

Un esempio virtuoso: il Poliba elimina i limiti di pubblicazione


Accolte le richieste dell'APRI
Con grande piacere annunciamo che il Politecnico di Bari ha deciso di eliminare qualsiasi limite di pubblicazione nei concorsi per ricercatore banditi nel mese di Settembre (in tutti i concorsi della Facoltà di Architettura ).
La decisione è stata presa nella riunione del Senato Accademico del 19 Ottobre, di cui da oggi sono disponibili i verbali in rete, ed è stata rilanciata da un articolo di oggi su La Gazzetta del Mezzogiorno.
Ringraziamo il neo-rettore Prof. Costantino, il quale, con grande correttezza e serietà, da subito aveva riconosciuto la fondatezza delle richieste dell'APRI, accogliendole in pieno e sanando immediatamente una "anomalia" ereditata dalla precedente gestione del Poliba.
Ora il Politecnico di Bari si pone come esempio virtuoso per tutta l'Italia. Speriamo che questo sia di buon auspicio in un momento in cui l'immagine del sistema universitario italiano è ai minimi storici presso l'opinione pubblica, e che quindi anche gli altri rettori possano prendere esempio dal Prof. Costantino.

sabato 24 ottobre 2009

Italia: Repubblica gerontocratica fondata sul lavoro precario


L'Italia è destinata a diventare un enorme parco per la terza età?
I segnali sembrano chiari: abbiamo una delle classi politiche più anziane d'Europa, tutte le posizioni di potere sono occupate da anziani. Nella nuova finanziaria si prevede di alzare l'età pensionabile dei magistrati da 75 a 78 anni.
Naturalmente il mondo universitario non sta a guardare: a dicembre 2006 l'età media dei ricercatori era di 44.9 anni, quella dei Professori Associati 52.1 e quella dei Professori Ordinari 58.7. Per evitare di rovinare questo primato, si sono tenuti bloccati per quasi un anno i concorsi da ricercatore e a tutt'oggi, a 10 mesi dall'indizione dell'unico bando per giovani ricercatori, “Futuro in Ricerca”, ancora non sappiamo a che stato di avanzamento sia la valutazione dei progetti (è in corso una petizione per protestare contro questi ritardi).
Così mentre orde di famelici vecchietti si godono il Bel Paese, i giovani sono costretti ad emigrare per cercare lavoro, specialmente nel mondo accademico. Problema che affligge in particolar modo la ricerca, dove i coraggiosi che provano a far carriera in Italia sono ridotti a macchiette di anziani baroni.
Come sempre, il MIUR sembra animato dalle migliori intenzioni. Il Ministro Gelmini ha più volte espresso la volontà di cambiare questo stato di cose, «cercando di svecchiare, favorendo il ricambio generazionale e l’ingresso di nuovi ricercatori, in modo che non siano costretti ad andare all’estero per poter lavorare» (4 Aprile 2009). Consapevole del fatto che nel nostro Paese «c'è bisogno di un ricambio generazionale» dichiara «stiamo definendo una riforma del sistema universitario che va in questa direzione» (24 Giugno 2009) e «stiamo puntando ad una riforma dell’università» che «punterà sul ricambio generazionale, sull’apertura ai giovani, sull’efficienza, sulla meritocrazia e su un utilizzo oculato delle risorse» (29 Settembre 2009).
E' passato più di un anno da quando il ministro si è insediato. Bisogna darle atto di un certa coerenza di idee, ma all'atto pratico questa riforma non c'è. Neve o nebbia permettendo, la riforma è stata presentata, quantomeno nel “pre-Consiglo dei Ministri”. Dalla bozza ufficiosa, che circola in rete ormai da alcuni giorni, è difficile dare un giudizio completo, perché tante, troppe cose sono demandate a decreti accessori da emanare successivamente. Ma una cosa la si può dichiarare senza ombra di dubbio: il ricambio generazionale non è previsto. Al di là delle buone intenzioni mostrate a parole non sono arrivati azioni.
I docenti universitari potranno continuare ad andare in pensione a 72 anni e in alcuni casi anche a 75, vista la recente sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato parzialmente illegittimo il provvedimento dell'ex-Ministro Mussi che aboliva progressivamente il “fuori ruolo”.
Ci voleva e ci vuole più coraggio per trasformare le parole in fatti. Sì, perché in alcune precedenti bozze era stata prevista (adesso sparita) una norma che permetteva alle università di pre-pensionare i professori universitari a 65 anni. Norma già piuttosto "generosa" visto che permetteva e non obbligava le università a pre-pensionare … e ci riesce difficile immaginare che chi nell'università attualmente detiene il potere lo avrebbe usato contro se stesso.
Anche in questo il nostro Paese rimane fuori dall'Europa, dove i professori universitari vanno in pensione normalmente a 65 anni. E anche stavolta della promessa di ricambio generazionale, apertura ai giovani e svecchiamento dell'università rimane poco o nulla.
Rinnoviamo la nostra richiesta di allineare l'università italiana al resto del mondo civile e portare l'età della pensione dei professori universitari a 65 anni. Non si tratta di uno scontro generazionale. Si tratta invece di una svolta, di un cambiamento di strada, che svecchi e rilanci la nostra università, liberandola da migliaia di ultra 65-enni spesso entrati per ope-legis e da anni inattivi dalla ricerca. Si tratta di dare respiro al nostro sistema universitario e puntare sui giovani, dando loro la possibilità di competere in modo equo e meritocratico, come avviene nel resto del mondo, per poi non poterci lamentare ciclicamente dei cervelli in fuga.
Questo doveva essere il momento di dimostrare che l'Italia è anche un paese per giovani. Il momento di essere coraggiosi fino in fondo. Lo chiediamo anche e soprattutto a quei 72 parlamentari che sono professori universitari e quelli che sono ministri. Volete cambiare le cose? oppure vi annoverate tra i “baroni” che il Governo, a parole, dice di voler combattere, e volete mantenere la gerontocrazia attuale?

venerdì 23 ottobre 2009

ECCO IL DDL


Direttamente dalla Stasi, trovate a questo link l'ultima bozza del DDL di Riforma dell'Università.

giovedì 22 ottobre 2009

Flash: Domani verrà presentato il DDL di riforma dell'università

Dal sito del Governo:
Il Consiglio dei Ministri è convocato venerdì 23 ottobre 2009, alle ore 12.00 a Palazzo Chigi per l’esame di numerosi provvedimenti. In particolare, all'ordine del giorno è previsto l'esame di un disegno di legge di riforma dell'università, ben sette decreti legislativi di attuazione di altrettante direttive europee e un decreto legislativo in materia di mediazione delle controversie civili e commerciali in attuazione dell’articolo 60 della legge n. 69 del 2009.

23-10-2009, ore 12.00: Il CdM e' rimandato a data da destinarsi. Buon week end.

mercoledì 21 ottobre 2009

FIRB - Futuro in Ricerca: inondiamoli di firme!


L'APRI, Associazione dei Precari della Ricerca Italiani, ha lanciato ieri una raccolta di firme per protestare contro gli enormi ritardi delle procedure di valutazione nel bando FIRB - Futuro in Ricerca.
La petizione si pone l'obiettivo di denunciare quanto sta accadendo, sollecitare il Ministero a completare al più presto la valutazione dei progetti di ricerca e al tempo stesso stimolare un dibattito tra i giovani ricercatori, specie precari.
Firmate e fate firmare. Inondiamoli di firme!

sabato 17 ottobre 2009

La confusione sul rinnovo degli Assegni di Ricerca


Da qualche mese le università stanno negando il rinnovo o la stipula di assegni di ricerca in quanto il sistema del Cineca ne rifiuta la registrazione. La ragione risiederebbe in una interpretazione molto restrittiva del seguente passaggio della legge istitutiva degli assegni di ricerca: “Gli assegni hanno durata non superiore a quattro anni e possono essere rinnovati nel limite massimo di otto anni con lo stesso soggetto, ovvero di quattro anni se il titolare ha usufruito della borsa per il dottorato di ricerca”.
Il Miur con nota prot. 1858 del 10/09/2003 (6 anni fa!) aveva espresso il parere che “la durata massima di quattro anni (rinnovo per un massimo di quattro anni) per coloro che hanno usufruito della borsa di dottorato non si riferisce esclusivamente all’ipotesi di rinnovo dello stesso contratto bensì si estende anche al caso di assegni conferiti a seguito di concorsi diversi”.
Per questo motivo, il Direttore Amministrativo dell'Università "La Sapienza" di Roma ha diramato la seguente circolare con una interpretazione molto retrittiva tanto della legge quanto della nota del Miur.
Ma come stanno esattamente le cose?
Questa è la legge istitutiva degli assegni di ricerca (art. 51 legge 449/1997):
Le università, gli osservatori astronomici, astrofisici e vesuviano, gli enti pubblici e le istituzioni di ricerca di cui all'articolo 8 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 30 dicembre 1993, n. 593, e successive modificazioni e integrazioni, l'ENEA e l'ASI, nell'ambito delle disponibilità di bilancio, assicurando, con proprie disposizioni, idonee procedure di valutazione comparativa e la pubblicità degli atti, possono conferire assegni per la collaborazione ad attività di ricerca. Possono essere titolari degli assegni dottori di ricerca o laureati in possesso di curriculum scientifico professionale idoneo per lo svolgimento di attività di ricerca con esclusione del personale di ruolo presso i soggetti di cui al primo periodo del presente comma. Gli assegni hanno durata non superiore a quattro anni e possono essere rinnovati nel limite massimo di otto anni con lo stesso soggetto, ovvero di quattro anni se il titolare ha usufruito della borsa per il dottorato di ricerca.
E' importante sottolineare che per "soggetto" si intende non già l'assegnista di ricerca, ma l'università o ente erogatore dell'assegno. Quindi, confortati del parere dell'Ufficio legale dell'Apri :-) la corretta interpretazione della legge, corredata dalla nota del Miur, è che un assegnista di ricerca non può superare il tetto degli 8 anni (4 se è dottore di ricerca) complessivamente (=anche con concorsi diversi) con la stessa università. Cioè è possibile svolgere 4 anni di assegno nell'Università A, altri 4 anni nell'Università B, altri 4 nell'Università C, ...
Tuttavia alcune università stanno perseverando nell'interpretazione più restrittiva possibile della legge, secondo cui nel limite dei 4 anni vanno contemplati anche gli anni di assegno svolti presso un'altra università o un altro ente di ricerca. 
Una norma che ponga un limite agli anni di precariato può andare nella direzione giusta, MA solo se si muove in un contesto di una figura unica del post-doc e di un reclutamento costante nel tempo di nuovi ricercatori.

sabato 10 ottobre 2009

Fondi Mussi 2009: quando saranno sbloccati?


L'On. Ghizzoni (PD): non serve sbloccarli, vanno solo distribuiti alle università.

Contriariamente a quanto avvenuto nel 2007 e nel 2008, quando due decreti-legge, rispettivamente nei mesi di Settembre e di Giugno sbloccarono i fondi del reclutamento straordinario per quegli anni, a tutt'oggi i fondi del reclutamento straordinario 2009 non sono stati ancora sbloccati.
I tempi sono molto stretti ed il rischio che i fondi vadano persi è concreto. Infatti oltre al provvedimento di legge che "sblocchi" tali fondi dal famoso 'Regolamento Mussi', il MIUR deve emanare un Decreto Ministeriale entro il 31/12/2009 per distribuire tali fondi alle università.
Ma in una recente interrogazione parlamentare, l'On. Ghizzoni (PD) sostiene che non è necessario sbloccare i fondi del reclutamento straordinario 2009 in quanto "sembrerebbe essersi realizzata la condizione di cui all'articolo 1, comma 647, della legge finanziaria per il 2007". Di conseguenza, secondo l'On. Ghizzoni, il MIUR dovrebbe semplicemente distribuire i fondi alle università.
Al di là delle questioni interpretative suggerite dall'interpellanza dell'On. Ghizzoni, resta un problema di fondo: senza un provvedimento del MIUR che fissi una data perentoria entro cui i posti del reclutamento straordinario 2008 e 2009 debbano essere banditi, assisteremo sempre al medesimo spettacolo ... le università si terranno questi fondi in un cassetto.
Questo è quello che sta avvenendo con il reclutamento straordinario 2008. I posti sono stati distribuiti 11 mesi fa, ma ne sono stati banditi soltanto il 15% e molte università fanno sapere che non hanno alcuna intenzione di bandirli per il momento.
Ricordiamo che una data perentoria (il 30 Giugno 2008) era stata invece prevista per il reclutamento straordinario 2007 ed ha infatti funzionato molto efficacemente.
Altra questione cruciale: degli 80ml di euro del reclutamento straordinario 2009, quanti verranno destinati per il reclutamento di nuovi posti? L'allora Ministro Mussi aveva preventivato 40ml di euro, che equivalgono a 2100 nuovi concorsi. Ma nel mutato scenario attuale, con le università che preferiscono bandire concorsi a tempo determinato per eludere le nuove regole, apparre quantomai opportuno destinare la maggior parte di questi 80ml di euro al reclutamento di nuovi posti. Infatti in questo modo, poichè tali concorsi vanno cofinanziati, si riuscirebbe indirettamente a vincolare le università a bandire concorsi a tempo indeterminato e quindi a non eludere le nuove regole.

giovedì 8 ottobre 2009

Personale dell'università: piramidi o cilindri?


Al Ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca, On. Mariastella Gelmini
Al Tavolo tecnico sulla preparazione del DDL di riforma di governance e reclutamento nelle università
Oggetto: Personale delle università: piramidi o cilindri? Proposta per il DDL di riforma di reclutamento e governance
Gent.mo Sig. Ministro,
come evidenziato da un articolo pubblicato su "Il Sole 24 Ore" il 5 Ottobre, le università italiane sono sempre state molto avare nei confronti dei giovani ricercatori ed hanno sistematicamente destinato la maggior parte delle loro risorse per avanzamenti di carriera anzichè per il reclutamento dei ricercatori.
L'ultima mozione della CRUI del 24 Settembre ci induce a pensare che questa atavica abitudine proseguirà anche per il futuro. Infatti si legge nella suddetta mozione, "la CRUI condivide l'esigenza di collegare le dotazioni di personale docente di ciascuna università a percentuali vincolanti, sul cui raggiungimento impegnarsi in sede di programmazione triennale, quali la presenza di almeno il 40% di ricercatori e una maggiore numerosità dei professori di II fascia rispetto a quelli di I fascia". E ancora "la CRUI ritiene che l'adozione immediata di un siffatto criterio, accompagnata dall'indicazione ragionevole dei tempi per applicarlo, consenta di superare l'attuale obbligo, che presenta non pochi, seri inconvenienti, di vincolare rigidamente le destinazioni nel limite del 50% delle cessazioni dal servizio, indipendentemente dalle condizioni effettive dell'organico e senza tenere conto della consistenza reale del turn over, molto diversificata da ateneo ad ateneo".
Sostanzialmente la CRUI sta chiedendo al Ministero di fare un deciso passo indietro rispetto a quanto previsto dalla legge 1/2009 riguardo l'utilizzo delle risorse rinvenienti dal turn-over, norma peraltro applicata finora solo sulla carta dato lo scarsissimo numero di concorsi banditi. A tal proposito preoccupano molto anche le ultime bozze del DDL di riforma di governance e reclutamento dell'università, nella parte in cui si prevede per l'appunto che il 40% del personale docente debba essere costituito da ricercatori a tempo indeterminato e determinato, mentre la restante quota debba essere suddiviso tra professori associati e ordinari, con una prevalenza numerica per i primi.
Ora è bene ricordare che, come emerge dai dati dell'Ufficio Statistico del MIUR, già oggi i soli ricercatori a tempo indeterminato costutiscono il 40,8% di tutto il personale docente (mentre gli associati il 29,1% e gli ordinari il 30,1%). Pertanto se accoglierete la proposta della CRUI l'immediata conseguenza sarà il blocco per diversi anni delle assunzioni di ricercatori, con grave danno per i nostri giovani cervelli e per tutto il sistema universitario italiano. Se il DDL contemplerà una tale norma non farete altro che concedere alle università il vostro lascia-passare per continuare a perpretare la scellerata politica delle promozioni di carriera a scapito del reclutamento dei giovani ricercatori. Altro che ricambio generazionale!
Pertanto alla luce di queste considerazioni Le chiediamo di riconsiderare la questione e di innalzare significativamente la quota dei ricercatori fino al 60% del personale docente, con conseguente dimunuzione della quota dei professori ordinari, creando in questo modo una "vera" piramide e favorendo sul serio il ricambio generazionale.
Cordiali saluti,
La Presidenza dell'Associazione Precari della Ricerca Italiani

Circolare del Ministero sulle anomalie dei bandi per ricercatori


Una prima vittoria dell'APRI
Segnaliamo la circolare ministeriale inviata il 6 Ottobre dal Miur a tutte le università italiane, e riprese da un articolo di Gianni Trovati su Il Sole 24 Ore di oggi.
Si tratta di una prima vittoria dell'Apri (Associazione dei Precari della Ricerca Italiani), che da mesi aveva chiesto al Ministero di fare un po' di chiarezza.

I punti affrontati sono:
1. Difformità nei bandi di concorso rispetto a quanto previsto dalla "nuove regole". Spesso sono ancora presenti prove scritte ed orali, e soprattutto in molti bandi è previsto che la discussione e illustrazione dei titoli sia oggetto di valutazione separata. Tutti questi bandi sono a rischio annullamento.
2. Limiti di pubblicazioni. Il Ministro dovrebbe fare il mea culpa per essersi "dimenticata" di eliminare la norma che permette alle Facoltà di porre limitazioni massime al numero di pubblicazioni da presentare (come del resto aveva inutilmente chiesto l'APRI durante l'iter di conversione in legge del decreto-legge 180). Il Miur ha in qualche modo riparato presentando questo emendamento al ddl sui "lavori usuranti", il cui iter però sarà molto lungo. Di conseguneza nella lettera ai rettori, il Ministro chiede di "astenersi da voler utilizzare questa opzione fino a quando l'emendamento sarà approvato".
E' anche importante ricordare la storica sentenza del TAR di Palermo, che ha ANNULLATO un concorso da ricercatore nel settore MED/28 bandito dall'Università di Palermo. Tra le motivazioni dell'annullamento vi è anche il fatto che il bando prevedeva una limitazione a 10 pubblicazioni, giudicata "irragionevole" e "limitativa" da parte dei giudici. In particolare, scrivono i giudici: «Il Collegio ritiene che, sebbene l’articolo 2, comma 6 del D.P.R. n. 117/2000 prevede la possibilità di limitare il numero di pubblicazioni presentabili, tale facoltà debba, comunque, essere ragionevolmente esercitata e congruamente motivata, anche in relazione alla specifica disciplina oggetto della selezione, in modo da assicurare “l’adeguata valutazione dei candidati”, così come prescritto dalla norma citata. Pertanto, l’aprioristica limitazione di 10 pubblicazioni valutabili, non sorretta da alcuna motivazione in ordine alle ragioni di tale determinazione, appare irragionevole e limitativa delle effettive possibilità di valutazione del candidato».
3. Ricercatori a tempo determinato. Vengono riprese le nostre denunce di scarsa trasparenza in queste procedure, che sono poi state riprese da un articolo di Flavia Amabile su La Stampa. Viene chiesto agli atenei di dare maggiore pubblicità ai bandi, aumentare i termini di scadenza ad almeno 1 mese (attualmente ci sono bandi che scadono anche dopo una settimana) e, soprattutto, viene annunciato che i bandi saranno disponibili sulla banca dati del sito "Reclutamento" del Ministero e sul sito europeo Euraxess.

mercoledì 7 ottobre 2009

Decreto Ministeriale sui Ricercatori a Tempo Determinato

Dopo 4 anni, emanato il D.M. sul trattamento economico

E' stato finalmente emanato il
Decreto Ministeriale, previsto dalla Legge Moratti, concernente il trattamento economico dei Ricercatori a Tempo Determinato.

Il D.M. prevede che il trattamento economico minimo sia pari al 120% della retribuzione iniziale di un ricercatore confermato. Questo provvedimento è un duro colpo verso quegli atenei che stavano pensando di sprecare i loro punti organico in concorsi a tempo determinato anzichè a tempo indeterminato. In pratica, alle università non conviene in alcun modo bandire TD! Ci vanno a rimettere come punti organico (che vengono persi alla scadenza del contratto), e ora ci vanno a rimettere pure economicamente.