venerdì 26 febbraio 2010

Il concorso breve

Migliaia di concorsi da associato e ordinario annullati per "prescrizione"?
Roma, 26 Febbraio 2010 - La travagliata corsa del Decreto Milleproroghe 2010 sta per giungere finalmente alla sua conclusione, dopo l'approvazione da parte della Camera. Ma una mancata proroga di una norma sui concorsi di I e II fascia nelle università rischia di travolgere circa 2000 concorsi che stanno per essere espletati. Vediamo come.
In questa storia "italiana" tutto comincia, manco a dirlo, con una altro "Milleproroghe", l'ultimo del Governo Prodi. Con i concorsi da ordinario e associato bloccati - tecnicamente bloccati - dalla non-attuazione della (peraltro pessima) legge Moratti, venne deciso di concedere alle università, una tantum, di continuare a bandire posti per professori associati e ordinari riesumando le precedenti (e criticatissime) "vecchie regole" (la legge Berlinguer), ma emendate in modo tale che per ogni concorso ci fosse solo un idoneo e non due come avveniva in passato. Ci pensò poi, ovviamente, il Parlamento, in un allegro clima da ultimo giorno di scuola - caduto il Governo Prodi si stava andando verso le elezioni - a ripristinare le due idoneità. Questo il testo:
Legge 28 Febbraio 2008, n. 31 (Articolo 12, comma 2)
In attesa della definizione ed attuazione della disciplina delle procedure di reclutamento dei professori universitari di prima e seconda fascia, fino al 31 dicembre 2008 continuano ad applicarsi, relativamente a tale reclutamento, le disposizioni della legge 3 luglio 1998, n. 210, e del decreto del Presidente della Repubblica 23 marzo 2000, n. 117; gli organi accademici delle università, nell'ambito delle rispettive competenze, possono indire, entro il 30 giugno 2008, le relative procedure di valutazione comparativa.
Nel frattempo ci sono le elezioni e si insedia il nuovo Governo Berlusconi, che proroga - ovviamente con un altro Milleproroghe!!! - le date sopra riportate (ma eliminando la doppia idoneità per i nuovi concorsi):
Legge 2 Agosto 2008, n. 129 (Articolo 4bis, comma 16)
All'articolo 12, comma 2, del decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, le parole: «fino al 31 dicembre 2008» sono sostituite dalle seguenti: «fino al 31 dicembre 2009» e le parole: «entro il 30 giugno 2008» sono sostituite dalle seguenti: «entro il 30 novembre 2008» [...].
Gli atenei, incuranti dei tagli del nuovo Governo, continuano a bandire. Alla fine sul campo resteranno circa 2000 concorsi da ordinario e associato (cioè quasi 4000 idoneità), contro soli 300 da ricercatore.
Ora esaminiamo il combinato dei due suddetti decreti-legge, il Milleproroghe Prodi e il Milleproroghe Berlusconi. La formulazione della legge non è particolarmente felice, ma l'effetto dovrebbe essere il seguente: alle università è stato dato tempo fino al 30 novembre 2008 per bandire i concorsi, e fino al 31 dicembre 2009 per svolgerli applicando le regole della legge Berlinguer. Nè l'intervenuto "Decreto Gelmini" sembra aver modificato il quadro, dato che ha cambiato esclusivamente le modalità di costituzione della commissione, non quelle di svolgimento dei concorsi, nè ha prorogato (pur potendolo fare) la scadenza del 31/12/2009.
L'intenzione del Legislatore, quindi, seppure indirettamente, dovrebbe essere stata quella di inserire un limite temporale all'espletamento dei concorsi. Altrimenti perchè porre quel limite del 31 dicembre 2008 e soprattutto perchè prorogarlo già una prima volta fino al 31 dicembre 2009?
Ora veniamo all'epilogo di questa storia. Ci saremmo aspettati che quel limite del 31/12/2009 venisse ulteriormente prorogato, dato che - a causa dei pesanti ritardi accumulati con i sorteggi - nessuno di questi concorsi è stato espletato entro quella data. Invece nulla di tutto questo è contenuto nel Milleproroghe approvato dal Consiglio dei Ministri, nè nella conversione in legge licenziata ieri dalla Camera.
Quindi la logica conclusione sarebbe che questi concorsi dovrebbero essere tutti annullati per ... intervenuta prescrizione? oppure ci sarà un intervento per ripristinare nuovamente (retroattivamente?) le "vecchie regole", magari eliminando la doppia idoneità?
* * * * * * * * *
Aggiornamento del 27 Febbraio 2010 - La Commissione Cultura della Camera dei Deputati, allora presideduta dall'On. Pietro Folena, aveva in effetti messo in evidenza il problema sollevato dal post già in sede di esame del Milleproroghe 2008, condizionando il proprio parere favorevole proprio al superamento della seconda data di scadenza:
PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE
La Commissione VII (Cultura, scienza e istruzione), esaminato il disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni urgenti in materia finanziaria (C. 3324),
esprime
PARERE FAVOREVOLE
con le seguenti condizioni:
1) all'articolo 12, appare necessario prevedere che la normativa previgente per il reclutamento dei professori universitari di prima e seconda fascia continui ad applicarsi fino al completo espletamento delle procedure concorsuali bandite dalle università tra la data di entrata in vigore del decreto-legge n. 248 del 2007 e il 30 giugno 2008;
2) ecc.
3) ecc.
Insomma, la Commissione Cultura era consapevole del problema posto da quella seconda scadenza (31 Dicembre 2008) per il completo espletamento dei concorsi. Evidentemente poi nella confusione di quei giorni convulsi (stava cadendo il Governo) questo parere non si è concretizzato in emendamenti tesi ad eliminare la seconda data, forse anche (e soprattutto) perchè il problema era facilmente superabile, come accade spesso, prorogando di anno in anno quella scadenza ... e in effetti così è stato una prima volta quando la scadenza del 31 Dicembre 2008 è stata spostata al 31 Dicembre 2009 dal Governo Berlusconi ... ma fatto sta che tale proroga non è stata reiterata nell'ultimo Milleproroghe 2010.
Non è tutto. Riportiamo, dal resoconto del Senato, la dichiarazione dell'allora Sottosegretario all'Università, Sen. Luciano Modica, presente (in rappresentanza del Governo) durante la discussione del Milleproroghe in Commissione Cultura del Senato. La VII Commissione stava deplorando la reintroduzione della doppia idoneità, concludendo però che non c'era tempo per tornare indietro perchè il Decreto era in scadenza. Dopo gli interventi di vari senatori, tra cui Ranieri (DS), Asciutti (FI), Valditara (AN), interviene il Sottosegretario Modica: «Il sottosegretario MODICA replica sottolineando che la reintroduzione della doppia idoneità è frutto di un'iniziativa dell'opposizione su cui il Governo si era dichiarato contrario ma che è stata approvata all'unanimità. Nel segnalare che la finestra temporale di applicazione delle norme previgenti è limitata, rammenta che nell'altro ramo del Parlamento erano in corso provvedimenti di modifica del reclutamento dei docenti universitari, interrotti a causa dello scioglimento anticipato delle Camere. [...]».

martedì 23 febbraio 2010

Al via i sorteggi (finalmente)

Dopo svariati mesi di incertezza e con un enorme ritardo, sono state finalmente indette le date di elezione e sorteggio dei concorsi da ricercatore della II sessione 2008 (concorsi indetti dal 1° Luglio 2008 al 31 Dicembre 2009
http://www.miur.it/0006Menu_C/0012Docume/0015Atti_M/8269Elezio.htm
Si vota nei giorni dal 17 al 25 Maggio 2010. Il sorteggio avrà luogo il 26 Maggio.
Il membro interno dovrà essere reso noto entro il 9 Aprile.
Nella nota ministeriale è anche scritto, in maniera abbastanza insolita: "Si conferma inoltre che i bandi di cui trattasi devono essere adottati nel rispetto dei limiti stabiliti dall'art. 51, comma 4, della legge 27 dicembre 1997, n. 449 e dall'art. 1, comma 105, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, nonché dall'art. 1, del decreto legge 10 novembre 2008, n. 180, convertito con modificazioni dalla legge 9 gennaio 2009, n. 1 e che, pertanto, la valutazione del fabbisogno del personale deve essere conclusa in coerenza con le indicazioni del Ministero in materia".
Aggiornamento importante (23 febbraio 2010, ore 20)
L'assemblea della Camera ha appena approvato un emendamento presentato dall'On. Manuela Ghizzoni (PD) che proroga anche per il 2010 gli "sconti" per il calcolo del rapporto AF/FFO (che deve attestarsi al di sotto del 90% affinchè le università possano bandire nuovi concorsi o assumere vincitori di concorsi banditi precedentemente). Il Governo non aveva inserito, come invece accaduto negli ultimi anni, questa proroga, in questo modo determinando una situazione nella quale moltissime università si sarebbero trovate con un rapporto AF/FFO superiore al 90%, come anticipato nell'articolo di Gianni Trovati su Il Sole 24 Ore.
L'emendamento è stato votato a larghissima maggioranza (459 sì su 460 votanti), dopo che il Governo - che aveva inizialmente espresso parere contrario - ha modificato il proprio orientamento.

lunedì 15 febbraio 2010

RICAMBIO GENERAZIONALE

Ricambio o massacro generazionale?
I comunicati stampa del MIUR hanno ribadito più volte che l'intento del governo sarebbe di consentire un sano “ricambio generazionale” nel mondo universitario. Tuttavia di misure atte a consentire tale ricambio non si trova traccia né negli interventi legislativi già compiuti, né nel DDL ora in discussione al Senato.
La questione è delicata e al contempo urgente. La nostra accademia è notoriamente una delle più vecchie del mondo avanzato, i giovani preparati sono costretti ad estenuanti anni di precariato - saltando da una borsa all'altra come Tarzan sulle liane - e in media si entra in ruolo molto tardi, intorno ai 40 anni di età.
Per risolvere il problema l'APRI propone una soluzione “a costo zero”, equilibrata e ponderata: livellare l’età di collocamento a riposo dei docenti universitari a quella degli altri Paesi europei, cioè 65 anni, con una contestuale anzianità contributiva di 40 anni. Sono fatti salvi i diritti acquisiti, come anche la possibilità che il docente universitario in pensione continui a svolgere un ruolo attivo nella didattica, con la stipula di appositi contratti, e nella ricerca, con lo svolgimento dei progetti di cui è stato nominato coordinatore prima del collocamento a riposo.
Una misura di questo genere - ovvero il prepensionamento una volta raggiunti i 40 anni di anziantià contributiva - è già stata approvata dal Parlamento per la sola figura del Ricercatore Universitario e sta venendo attuata in diversi atenei. E' ovvio, equo e ragionevole pensare di estendere una tale manovra a tutto il corpo docente. In tal modo si potrebbe compiere un positivo e salutare passaggio del testimone, investendo sul futuro, dando una chance a menti giovani e fresche.
La nostra proposta prevede che i risparmi rinvenienti da questi pensionamenti siano utilizzati, nella misura minima del 60% (e senza tagli sul turn-over), nell’assunzione di giovani ricercatori.
Allineare l’età di pensionamento dei professori universitari italiani a quella degli altri Paesi europei non è solo un problema di svecchiare la ricerca, ma anche di giustizia sociale e generazionale.
Le ingenti risorse che si libererebbero potranno così essere usate per governare il “transiente” aumentando i posti disponibili, ringiovanendo il corpo accademico, offrendo opportunità di progressione di carriera ai docenti strutturati, consentendo di formare gruppi di ricerca giovani e di alto profilo.

Questa, in dettaglio, è la proposta dell'APRI, elaborata anche in collaborazione con la VIA-Academy.
Norme a favore del ricambio generazionale nelle università
1. I ricercatori e i professori universitari, ivi compreso quelli in servizio presso le facoltà di medicina e chirurgia, e tutto il personale dipendente delle università cessano dai ruoli o dagli incarichi dall’anno accademico successivo al compimento del 65-esimo anno di età.
2. Il personale di cui al comma 1, con domanda inoltrata precedentemente ai termini del comma 1, può chiedere di essere trattenuto in servizio per un eventuale periodo, comunque non superiore a cinque anni, necessario a maturare un'anzianità massima contributiva di 40 anni.
3. Coloro che all’atto dell’entrata in vigore della presente legge hanno superato i 65 anni di età o hanno già ottenuto, con decreto del rettore, il collocamento fuori ruolo o il trattenimento in servizio per il biennio previsto dall'articolo 16 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 503 e successive modificazioni, possono proseguire il rapporto con l’università alla stregua della normativa previgente e dei decreti intervenuti o possono optare per il nuovo regime introdotto con la presente legge.
4. I ricercatori e i professori cessati dai loro incarichi come da comma 1 possono proseguire un impegno attivo, didattico e scientifico, nel dipartimento di afferenza, anche mediante la stipula di contratti a titolo gratuito o retribuito predisposti secondo schemi definiti dal consiglio di amministrazione dell’ateneo, anche in considerazione delle esigenze didattiche del dipartimento. I ricercatori e i professori, che alla data del collocamento a riposo risultino coordinatori a qualunque titolo di fondi per ricerca da svolgersi nell'ambito del dipartimento di loro ultima afferenza, mantengono diritti e doveri derivanti da tali progetti tra cui la possibilità di svolgere attività di ricerca correlata.
5. Le risorse finanziarie resesi disponibili nei bilanci universitari in conseguenza delle cessazioni previste dal comma 1, vengono utilizzate, nella misura minima del 60% della loro entità ed entro un anno dalla loro effettiva disponibilità, per l’indizione di procedure di reclutamento di ricercatori [ricercatori a tempo determinato, o indeterminato, o professori associati a tempo determinato, a seconda di quanto sarà previsto dal DDL].
6. Il mancato rispetto di quanto previsto al comma 5 comporta l'impossibilità da parte dell'ateneo di assumere professori di prima fascia nei successivi cinque anni.

sabato 13 febbraio 2010

Azzerati i tagli sul turn-over ... ma solo alle università "speciali"

Blitz al Milleproroghe con voto di fiducia. Passa un emendamento a favore di alcuni Istituti ad ordinamento speciale. Cambiata anche la norma contro la "piramide rovesciata": queste università potranno anche il 100% delle assunzioni potranno essere destinate solo per concorsi da professore ordinario.
Nei giorni scorsi il Governo ha posto la questione di fiducia su un maxi-emendamento alla conversione in legge del decreto "Milleproroghe", con numerose novità. Fra queste vi è la revoca di tutte le limitazioni sul turn-over in alcune università (finora si poteva assumere esclusivamente per un limite di spesa pari al 50% delle risorse liberate dai pensionamenti dell'anno precedente) ... tutto questo però solo per «gli istituti ad ordinamento speciale, di cui ai decreti del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca 8 luglio 2005, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 178 del 2 agosto 2005, 18 novembre 2005, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 279 del 30 novembre 2005, e 18 novembre 2005, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 280 del 1° dicembre 2005».
Questi Istituti ad ordinamento speciale, stando al resoconto della seduta della VII Commissione del Senato, dovrebbero essere l'Istituto universitario di studi superiori di Pavia, l'Istituto alti studi di Lucca e l'Istituto italiano di scienze umane di Firenze.
Ci sono dunque università di serie A e di serie B?
Inoltre non è del tutto chiaro (almeno allo scrivente) da dove sia stata trovata la copertura finanziaria per questo emendamento.
Il provvedimento ora passa all'esame della Camera per l'approvazione definitiva.
Inoltre, sempre con un emendamento del Governo al disegno di legge sui "Lavori usuranti", in quarta (e forse ultima) lettura al Senato, per tutti gli Istituti ad ordinamento speciale* decade l'obbligo di rispettare le quote previste dal "Decreto Gelmini" da destinare alle assunzioni di ricercatori (almeno il 60%) e ai professori ordinari (al massimo il 10%), che servivano proprio per contrastare il fenomeno della "piramide rovesciata" costringendo le università a puntare più sull'assunzione dei giovani che sulle promozioni di carriera.

* Ricordiamo che, dal sito del Miur, gli Istituti ad ordinamento speciale sono 9: Università per stranieri di Perugia, Scuola Normale Superiore di Pisa, Scuola Superiore S. Anna di Pisa, Università per stranieri "Dante Alighieri" di Reggio Calabria, Università per stranieri di Siena, SISSA di Trieste, SUM - Istituto Italiano di Scienze Umane di Firenze, Scuola IMT di Lucca, I.U.S.S. di Pavia.

mercoledì 10 febbraio 2010

DDL di riforma dell'università - Audizione dell'APRI in Senato

Si è svolta oggi, alle 8.45, l'audizione dell'Associazione Precari della Ricerca Italiani dinanzi alla VII Commissione del Senato. Erano presenti il Presidente Sen. Possa, il relatore Sen. Valditara, e i senatori Antonio Rusconi, Vittoria Franco e Andrea Marcucci del PD, Irene Aderenti della Lega Nord, e Giancarlo Serafini del PDL.
Nella stessa seduta sono stati auditi anche i rappresentati dell'Associazione Italiana per la Ricerca e dell'Associazione dei Professori a contratto della Cattolica.
Le proposte dell'APRI - alcune delle quali illustrate durante l'audizione - riguardano, in particolare, i seguenti temi:
- criticità sulla figura del ricercatore a tempo determinato e su come è disegnata la "tenure-track",
- no a ope-legis vere o mascherate, a qualsiasi titolo, compreso quelle per gli attuali ricercatori strutturati,
- no ai contratti di insegnamento a titolo gratuito,
- incentivi per una vera mobilità dei docenti e no alla politica degli "scambi" (7 anni in una università di un'altra Regione),
- istituzione di un'agenzia indipendente dal MIUR per distribuire i fondi per la ricerca in maniera non burocratica ed allineata agli standard internazionali,
- pensionamento di tutto il personale dell'università a 65 anni di età e 40 anni di contributi, pur lasciando ai docenti la possibilità di continuare a svolgere un ruolo attivo nel Dipartimento; utilizzo delle risorse rinvenienti dai pensionamenti per nuovi concorsi,
- necessità di una norma transitoria per evitare la "paralisi dei concorsi".
Su quest'ultima proposta, in particolare, ci è sembrato che ci sia un discreto consenso.
Il documento completo delle varie proposte e osservazioni, consegnato al Presidente Possa, sono disponibili al seguente link.
Anche il sito Università.it si è occupato dell'argomento con questo articolo.
Segnaliamo anche questo dispaccio di agenzia a riguardo:
UNIVERSITA'. DDL RIFORMA, RICERCATORI CHIEDONO MODIFICHE A SENATO APRI: 'RISORSE PER RINGIOVANIRE PERSONALE, NO BLOCCO CONCORSI'. (DIRE) Roma, 11 feb. - La riforma dell'universita' deve essere accompagnata da un congruo stanziamento di risorse. Oppure processi come il ringiovanimento del corpo docente universitario saranno sostanzialmente impossibili. È quanto hanno sostenuto i ricercatori dell'Apri (Associazione precari della ricerca italiani) e dell'Air (Associazione italiana ricerca) che ieri sono stati auditi in commissione Istruzione al Senato, dove e' al vaglio il disegno di legge Gelmini di riforma dell'Universita'. "Lo stato di sottofinanziamento del sistema universitario italiano e' giunto ormai a livelli drammatici - ha sottolineato l'Apri nell'incontro -. Il disegno di legge purtroppo non affronta la questione risorse", ma prevede una serie di norme che rendono "oggettivamente costosa" la riforma. Per esempio il provvedimento prevede che i ricercatori possano essere assunti solo a termine, ma con uno stipendio in entrata pari a quello di un docente associato. Un fatto "da un lato positivo" che, pero', dicono dall'Apri, rischia di "avere delle conseguenze pesanti se non sara' seguito da un congruo stanziamento di risorse". Gia' oggi, infatti, alcuni atenei faticano a cofinanziare i posti daricercatore a tempo indeterminato distribuiti dal ministero. Se non arriveranno altri soldi, teme l'Apri, con ogni probabilita' i concorsi saranno fatti con il contagocce. Insomma, niente ringiovanimento del corpo docente. L'Associazione ha poi chiesto un provvedimento che, in attesa dell'attuazione della riforma, eviti la paralisi dei concorsi prevedendo che quelli per i ricercatori possano andare avanti fino a che la legge non diventa operativa: non deve bastare che venga emanata. Su quest'ultima proposta ci sarebbe stato un discreto consenso da parte dei senatori. L'Apri ha anche chiesto che non ci siano "ope-legis vere o mascherate, a qualsiasi titolo, comprese quelle per gli attuali ricercatori strutturati" e ha detto "no" ai contratti di insegnamento a titolo gratuito. Infine ha sollecitato, sempre per favorire l'ingresso dei giovani, il pensionamento di tutto il personale dell'universita' a 65 anni di eta' e 40 anni di contributi e la nascita di una Agenzia nazionale per la ricerca che sia indipendente dal ministero e si occupi della distribuzione dei fondi secondo criteri meritocratici e della valutazione dei progetti finanziati. Per l'Air, invece, nel testo ci sono "elementi indefiniti o contraddittori sul capitale umano che non possono essere accettati". Manca, in particolare, una quantificazione numerica su quale sia "il rapporto auspicato tra ordinari, associati e ricercatori" e non e' specificato " a quale quota di ricercatori a tempo determinato si intende dare la possibilita' di un ingresso in ruolo". (Ami/ Dire)

martedì 9 febbraio 2010

Arrivano le prime rettifiche ...

Dopo molti sforzi, articoli di giornali, lettere e fax, arrivano finalmente le prime rettifiche dei bandi di concorso per ricercatore non conformi alle nuove regole.
Dopo la rettifica della Scuola Normale di Pisa e quella (a nostro avviso parziale) di Udine, sulla Gazzetta Ufficiale di oggi arriva quella dell'Università "La Sapienza" di Roma. Tra le altre cose è scritto che «Considerato che, il termine «prova» potrebbe essere interpretatocome un ulteriore valutazione, anche se nei bandi non viene maimenzionata alcuna prova d'esame o prova orale; Considerata l'opportunità di prevenire ogni possibile contenzioso; Ritenuto quindi necessario procedere alla formulazione di unainterpretazione autentica dei bandi in cui viene menzionato iltermine "prova"», [...] «L'illustrazione e discussione sui titoli sostenuta dai candidatidavanti alla commissione non costituisce oggetto di autonomavalutazione essendo esclusivamente funzionale al giudizio sui titoli».
Questa rettifica può benissimo essere usata come un valido "precedente" per tutti quegli atenei che non hanno ancora rettificato i loro bandi, come per esempio l'Università degli Studi della Basilicata, l'Università degli Studi di Brescia e l'Università degli Studi di Milano.
La notizia è stata data da questo lancio di agenzia:
Roma, 11 feb. - Dopo le proteste delle associazioni di categoria (con l'Apri, Associazione precari della ricerca, in prima linea) e diversi articoli sulla stampa, il rettore della Sapienza, Luigi Frati, ha deciso di rettificare i bandi di concorso per ricercatori a tempo indeterminato emanati lo scorso dicembre. La rettifica e' uscita sulla Gazzetta Ufficiale del 9 febbario e riguarda una parola utilizzata nei bandi che poteva far pensare ad una violazione delle nuove norme sui concorsi previste dalla legge 1 del 2009 che ha eliminato scritti e orali. All'articolo 6, infatti, la discussione dei titoli da parte dei candidati veniva definita "prova", il che poteva far pensare ad una surrettizia reintroduzione dell'orale, eliminato per legge. Cosi' l'ateneo capitolino ha deciso di correggere il tiro. "Considerato che, il termine 'prova' potrebbe essere interpretato come un'ulteriore valutazione", si legge nella rettifica, per "prevenire ogni possibile contenzioso", si precisa che "l'illustrazione e discussione sui titoli sostenuta dai candidati davanti alla commissione non costituisce oggetto di autonoma valutazione essendo esclusivamente funzionale al giudizio sui titoli". Inoltre il termine prova "viene sostituito con il termine illustrazione e discussione". (DIRE)

mercoledì 3 febbraio 2010

Parte la valutazione CIVR 2004-2009 (forse)


Nonostante il ritardo biblico sull'attivazione dell'ANVUR, vi sono diverse novità positive nella nuova tornata valutativa rispetto a quella precedente (e unica) 2001-2003:
- valutazione su base dipartimentale,
- saranno richieste le pubblicazioni di tutto il personale del Dipartimento, e non più le migliori x pubblicazioni; quindi i professori inattivi nella ricerca contribuiranno (negativamente) alla valutazione del Dipartimento;
- sarà coinvolto non solo il personale strutturato ma anche quello a contratto;
- la valutazione avverrà non solo mediante peer-review, ma anche con indagini bibliometriche cioè esaminando il numero di citazioni che di ciascun articolo (nei settori dove questo ha senso).

lunedì 1 febbraio 2010

Concorsi al CNR: è polemica. L'APRI: procedure non allineate agli standard internazionali. Maiani: «Massima apertura nei bandi»


Punteggio riservato per i precari interni al CNR. Maiani: «è una piccola premialità, per dare una chance a chi non è rientrato nelle stabilizzazioni, a volte per motivi contingenti».

Segnaliamo il servizio uscito oggi in prima pagina su Il Sole 24 Ore riguardante i contestati concorsi al CNR. La polemica, sollevata dall'APRI, riguarda il bando di circa 500 posti da ricercatore a tempo indeterminato. I concorsi, come abbiamo già scritto in un precedente post, prevedono due prove scritte e una prova orale (rigorosamente in italiano) e un punteggio "premio" per chi ha già svolto servizio presso il CNR, oltre a profili iper-specifici e procedure che lasciano perplessi (una sola domanda per Regione, documenti previsti in sestuplice copia, etc.).

Le differenze con gli analoghi concorsi che si svolgono, annulamente, presso il CNRS (il corrispondente del CNR in Francia) sono notevoli e sono già state analizzate in dettaglio in questo interessante post.
Il Presidente del CNR, Luciano Maiani, invece difende, in questa intervista, la «massima apertura» dei bandi di concorso, facendo cadere le speranze di chi si augurava un ripensamento ed un maggiore allineamento delle procedure sulla prassi internazionale. Alla domanda: «Come mai, però, ci sono 8 punti per i precari interni?», Maiani risponde (testualmente): «è una piccola premialità, per dare una chance a chi non è rientrato nelle stabilizzazioni, a volte per motivi contingenti».