martedì 8 gennaio 2013

PER RIDARE SPERANZA ALLA RICERCA ITALIANA. IL 'DECALOGO APRI' PER LE FORZE POLITICHE

La ricerca italiana oggi risente della cronica mancanza di finanziamenti e personale, non potendo affrontare progetti di ampio respiro e competere allo stesso livello di altri paesi nel reperire fondi europei. Sul fronte della didattica, le università hanno ridotto drasticamente l’offerta formativa, vedendosi costrette a sopprimere numerosi corsi di laurea sulla base di parametri esclusivamente contabili imposti a livello ministeriale, che non tengono conto della qualità dei programmi di studio.
In questo contesto, il precariato nella ricerca e  nella didattica ha continuato a crescere inesorabilmente, alimentato anche dal persistente sistema di cooptazione localistica, mentre i giovani laureati italiani sono costretti sempre più a emigrare in altri paesi per vedere riconosciute le proprie competenze nel sistema della ricerca e nel più ampio mercato del lavoro, senza possibilità concrete di riportare in Italia le competenza acquisite altrove.

L’Associazione Precari della Ricerca Italiani (APRI) è nata nel 2008 per suggerire soluzioni ai problemi del sistema universitario italiano, a partire dal problema del precariato, e allinearlo ai migliori sistemi universitari internazionali. Oggi, a ormai cinque anni dalla fondazione della nostra Associazione, constatiamo come le prospettive dei ricercatori più giovani o che da anni lavorano nell’università con contratti a termine siano perfino peggiorate rispetto al passato.

La “riforma Gelmini” (legge 240/2010) è riuscita infatti nell’impresa di rendere la carriera universitaria in Italia ancora meno attraente rispetto agli altri paesi europei, meno competitiva e più subordinata a logiche localistiche di cooptazione. L’annunciata introduzione della “tenure track” nella carriera universitaria nei fatti non si è mai realizzata, mentre i nuovi contratti di ricercatore a tempo determinato sono assegnati con procedure concorsuali opache, che in mancanza di efficaci meccanismi di valutazione e controllo lasciano pressoché completa arbitrarietà alle commissioni.

Le forze politiche che oggi si presentano alle elezioni politiche devono assumersi precisi impegni, se vogliono offrire risposte alle aspettative delle nuove generazioni di ricercatori italiani oggi costrette alla precarietà e prive di prospettive adeguate alla propria formazione e produzione scientifica. Soltanto restituendo speranza e entusiasmo ai suoi ricercatori più giovani e non strutturati sarà possibile per la ricerca italiana e le sue università recuperare competitività e prestigio a livello internazionale.

Invitiamo le forze politiche che aspirano a entrare nel Parlamento italiano e a governare il Paese ad accogliere nei propri programmi i seguenti obiettivi generali:
  • migliorare le prospettive e le condizioni di lavoro dei ricercatori non strutturati, promuovendo la trasparenza nelle procedure di reclutamento e introducendo misure finalizzate al ricambio generazionale e alla valorizzazione dell'autonomia scientifica e professionale;
  • aumentare la competitività della ricerca italiana, garantendo stabilità nei finanziamenti e nel reclutamento e fornendo adeguati strumenti ai ricercatori non strutturati nel reperire fondi europei e internazionali.

APRI ritiene che tali obiettivi generali possano essere conseguiti adottando i seguenti dieci punti di politica universitaria:

       a) Concorsi e reclutamento di ricercatori non strutturati

  1. Incremento dei finanziamenti pubblici all'università e sua distribuzione competitiva.
    PROPOSTE:  almeno 1/3 del FFO assegnato su base meritocratica ai dipartimenti in base alla valutazione VQR in corso.

  2. Ricambio generazionale e internazionalizzazione nel corpo docente dell'università in una fase di pensionamento di massa.
    PROPOSTE: proporzione 1:1 nel reclutamento: 1 avanzamento di carriera Þ 1 non strutturato; incentivi agli atenei per l'assunzione di ricercatori e docenti provenienti da università straniere e rifinanziamento di programmi ministeriali per il ‘rientro di cervelli’; esenzione delle posizioni a tempo determinato e di nuovi strutturati dai vincoli al turn over nel reclutamento del personale. 

  3. Trasparenza nei concorsi e imparzialità delle commissioni di concorso.
    PROPOSTE: regolamenti ministeriali per la composizione delle commissioni, con l'introduzione del sorteggio e la responsabilizzazione dei commissari; incentivi per l’utilizzo di commissari stranieri nel reclutamento locale, anche in forma anonima nel ruolo di referees.

  4. Adozione del sistema tenure-track nelle università italiane.
    PROPOSTE: finanziamento di programmi speciali ministeriali con procedure innovative e di bandi competitivi di selezione da parte delle università per il reclutamento di ricercatori assunti con tenure-track; tali programmi sono sottoposti a valutazione e verifica ex post da parte dell'ANVUR.

  5. Mobilità dei ricercatori italiani.
    PROPOSTE: incentivi per la circolazione dei ricercatori; disincentivi all’assunzione di ricercatori che hanno svolto gli studi nella stessa sede che bandisce il posto; altre misure volte a rompere il sistema di protezione maestro-allievo nel reclutamento.

  6. b) Condizione contrattuale dei ricercatori precari


  7. Allineamento della condizione contrattuale dei ricercatori precari a standard europei.
    PROPOSTE: anteporre l’uso di contratti a tempo determinato a quello di borse di studio e collaborazioni a progetto.

  8. Riduzione del precariato e sostegno alla carriera dei ricercatori non stutturati italiani.
    PROPOSTE: limitare l’uso di contratti a termine e istituire figure di “mentor” indipendenti che assistano i ricercatori nelle scelte inerenti il proprio percorso di carriera.

  9. c) Fondi per la ricerca e i ricercatori

  10. Competitività internazionale dei ricercatori non strutturati nel reperimento di fondi europei. 
    PROPOSTE: istituzione di uffici negli atenei destinati all’assistenza tecnica ai ricercatori per il reperimento di fondi.

  11. Competitività internazionale delle università italiane con finanziamenti ai ricercatori più meritevoli per la conduzione di progetti di ricerca innovativi.
    PROPOSTE: incrementare il finanziamento di programmi nazionali per giovani ricercatori, come l’attuale “Futuro in Ricerca” (FIRB), basati sul peer-review; incentivi alle università per l’identificazione di aree interdisciplinari di eccellenza considerate research priorities cui destinare risorse aggiuntive. Speciali incentivi alle università per assumere nella posizione di professore associato i ricercatori non strutturati vincitori di importanti finanziamenti internazionali (ad es. “ERC Ideas”).

  12. Razionalizzazione del sistema di finanziamenti alla ricerca. 
    PROPOSTE: istituire un’Agenzia Nazionale della Ricerca particolarmente dedicata al finanziamento e alla gestione di programmi ministeriali e di ateneo destinati ai giovani ricercatori (vedi 9).


  13. 8 gennaio 2013                                                            La Presidenza di APRI

61 commenti:

  1. Si capisce che non ci sono più talleri in cassa. Profumo chiedo asilo alla Civica.

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  2. per trovare la soluzione dei problemi prima dei soldi (che non fanno male) serve obbligatoriamente la volonta' di risolverli (e la capacita' cosa che non sempre i tecnici miur & co. hanno dimostrato)

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  3. un commento su1 ounti 6 ed 8.
    6) non è sufficiente "anteporre". La collaborazione coordinata e continuativa dovrebbe essere proibita per le posizioni di ricerca. Le borse di studio limitate a persone al di sotto di una certa età (max 30 anni). Questi sono solo escamotage per non pagare i contributi e stipendi ridotti. Inoltre l'assegno di ricerca, come è oggi, dovrebbe essere eliminato in favore di una posizione post-doc, inquadrata esclusivamente come contratto a tempo determinato.Questa dovrebbe comprendere anche l'RTDa.
    8) questi uffici esistono già in tutte le università. Il problema è che non sanno che pesci prendere. Esistono anche i contact point. Qui però il problema maggiore è proprio nella mentalità dei ricercatori giovani, che purtroppo preferiscono seguire la strada apparentemente più facile (sto piegato a 90 gradi finchè il mio maestro non mi lascia qualche briciola) anziché quella più virtuosa (mi procaccio i fondi per la mia posizione). Bisognerebbe istituire dei meccanismi che diano la certezza a chi prepara progetti di ricerca finanziati di venire poi assunto e cercare di incentivare tale comportamento. Bisognerebbe anche promuovere corsi di formazione accessibili su come scrivere grant application valide. Per ovvi motivi, io metterei purtroppo una pietra sopra (o quasi) alla possibilità di avere più risorse da parte dello stato italiano. C'è invece la concreta possibilità di incrementare significativamente i fondi che arrivano dall'Europa. Non è accettabile che l'Italia contribuisca piu' di quello che torna indietro.
    V.

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  4. @ vladimir

    non mi risulta esistano ovunque, e non ovunque sono efficienti gli uffici ricerca

    quanto al resto, personalmente sono d'accordo. però si è scelta una linea di compromesso, per evitare di sacrificare troppi precari.

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  5. Concordo con Vladimir in linea generale. Tuttavia spesso gli uffici di cui al punto 8 sono terribilmente carenti (conosco casi di uffici di tal tipo il cui dirigente non parla inglese) ed andrebbero letteralmente rifondati.
    Poi, riguardo al fatto che l'italia finanzi di più di quanto non riceva dall'Europa, allo stato attuale dipende principalmente da fatto che abbiamo un numero basso di ricercatori.

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    1. Esatto.
      L'italia da all'Europa in funzione del suo PIL, ma i ricercatori che fanno domanda di fondi sono, percentualmente sul PIL, inferiori agli altri paesi europei.
      Ergo, anche statisticamente, beccano meno.

      Che poi il numero di domande sia comunque elevato rispetto al numero di posizioni vinte, indica solo la 'disperazione' che porta a far domanda comunque, e allo scarso supporto da parte dei suddetti uffici internazionali.

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  6. Intanto sul sito anvur è uscito il decreto di proroga delle abilitazioni 2012.
    Si evince che la procedura di nomina delle commissioni è in fase di completamento tranne che per l'area 12.

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  7. punto 1 (unico) a casa tutti i non strutturati dal 1 febbraio, e che mandino avanti tutto i TI.

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    1. riuscissimo a scioperare davvero sarebbe una gran cosa

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    2. ganjalf, sono piu' volte che sostieni con una certa supponenza questa posizione. Mi domando, tu la metti in pratica questa "ribellione" o sei il primo a presentarti al lavoro tutti i giorni?
      V.

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    3. più o meno tutti i giorni, a parte quando ho il vomito pensando a chi e cosa potrei o forse dovrei diventare per nuotare nel fango. Purtroppo c'è anche molta passione e questo frega me e frega molti di noi. Diverso è che ci chiudano la porta in faccia in maniera diretta senza prese per il culo...

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  8. io stesso nel mio commento dicevo che gli "uffici ricerca" non sanno nulla e sono inutili, pero' esistono, per cui non mi sembra corretto chiederne l'istituzione. Bisogna chiedere che siano resi utili attraverso la formazione del personale. Altrimenti qualcuno dira' "gia' ci sono" e la palla verra' presa al balzo per non fare alcunche'.
    Rispetto al fatto che l'Italia prende pochi finanziamenti pero' non sono d'accordo a utilizzare il rapporto con il numero di ricercatori, in quanto le statistiche che menzionate prendono in considerazione unicamente il personale strutturato. Se si aggiungono tutti i precari della ricerca, i ricercatori sono tanti e dovrebbero prendere piu' finanziamenti di quanto facciano ora.
    La "disperazione" c'entra poco o niente. La qualita' delle domande dovrebbe assolutamente aumentare. Gli uffici per quanto supporto possano dare, non fanno la differenza e questo fantomatico supporto che darebbero negli altri paesi e' molto sopravvalutato. Gli uffici in questione dovrebbero avere il compito di monitorare tutte le opportunita' di finanziamento e comunicarle ai ricercatori, non certo collaborare alla preparazione delle domande. Purtroppo ho notato spesso questa pretesa tra i colleghi italiani, che e' semplicemente assurda.
    V.

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  9. Ma lo sapete qui da me chi ci sta in uno di questi uffici?
    Una che era segretaria nel mio dip.->Andata in pensione->Arrotonda stando li.
    Ma vi pare che possa sapere qualcosa 1 tipa come questa?
    Questo è il livello.
    Quindi che gli uffici li chiudano pure. Piuttosto l'open day a casa nostra! In Italia! Quelli sarebbero utili.

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  10. oggi gli uffici di assistenza nel reperimento dei fondi di cui si parla esistono pure, ma - a parte la loro adeguatezza - non sono rivolti specificamente ai ricercatori non strutturati. Così come non esistono figure professionali interne agli atenei che assistano i precari nelle loro scelte di carriera, per cui i precari hanno come unici interlocutori i professori di riferimento.

    Quel che si chiede qui è una politica attiva per i ricercatori non strutturati, per renderli autonomi, in un contesto dominato dal paternalismo accademico.

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  11. http://abilitazione.miur.it/public/documenti/Nota_circolare_754.pdf

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  12. grande, il super bando che resta aperto 9 mesi!!! UN PARTO!!!

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  13. Non solo.
    Dice pure che:
    Con le mediane le commissioni si possono pulire il culo. (PAG 4.)
    Cioè: "che i baroni continuino sulla loro strada"
    Che merda!

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    1. Non mi pare proprio. Dicono semplicemente quello che è sempre stato detto (e che io ho ribadito, spesso vanamente, a tutti i miei colleghi): il superamento delle mediane è condizione necessaria, ma non sufficiente. Unico caso in cui non è necessaria un caso "estremamente positivo" di valutazione degli altri parametri. Ma anche questo era già noto.

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  14. a me pare che dica che non è ne necessaria ne sufficiente.
    Siamo in 2 ad interpretare la cosa in 2 modi diversi.
    Immagina le 40,000 domande.

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    1. Vabbe' samizdat, non contano le interpretazioni di 40'000 persone, ma quello che c'e' scritto nella norma, e che e' stato ribadito piu' volte dal ministero, fino allo sfinimento sempre allo stesso modo. Ed e' esattamente cio' che ho riassunto sopra. E caspita, perche' tutti si ostinano a non leggere esattamente come e' scritto?

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  15. concordo con samizdat, guadate i criteri pubblicati dalla commissione di storia della letteratur aitaliana (sede verona) e vedrete che loro hanno interpretato così: le mediane non contano una fava

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    1. Ha ragione marc ma con una precisazione che fa tornare i conti con insorgere. Le commissioni possono usare criteri alternativi alle mediane ma lo devono dire prima. Per letteratura italiana lo hanno fatto. Se una commissione non dice preventivamente di usare criteri diversi o alternativi valgono le mediane per accedere alla valutazione. Una circolare non può cambiare un DM può solo aiutare ad interpretarlo.

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    2. @insorgere: dove hai trovato i criteri della commissione?

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  16. @ espejo
    devi andare sul sito dell'università di verona, che è la sede sorteggia per il concorso

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  17. Insorgere, scusa, ma hai dimenticato come si legge? La commissione ha detto appunto che il superamento della mediana e' condizione NECESSARIA E NON SUFFICIENTE. Salvo i soliti casi d'eccellenza, previsti anche nella norma. Cioe' esattamente quello che ho scritto sopra.

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    1. Esattamente marc, che poi e' quanto contenuto nella legge.

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    2. non mi pare che la commissione parli di eccellenze.

      inoltre la commissione in questione dice che nel settore gli articoli NON contano e che ciò che conta devono essere le monografie. il che manda a puttane tutte le mediane

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    3. Tuttavia dice: "la commissione ritiene necessario [...] che tra le pubblicazioni presentate dal candidato NE FIGURI ALMENO UNA di questo secondo tipo" (maiuscolo mio) riferendosi alle monografie organiche.
      Inoltre in precedenza ha scritto che "considera prerequisito il superamento di una mediana" considerandolo un MINIMO e indicado che e' necessario un possesso piu' ampio e qualificato di questo minimo.
      Ammette le eccezioni ("non toglie che la commissione possa prendere in considerazione [...] anche candidati che non posseggano tale requisito") ma specifica "sulla base di un motivato GIUDIZIO DI ECCELLENZA della PRODUZIONE SCIENTIFICA".
      Insomma, potranno pure fare come gli pare, ma rischiano di sputtanarsi ben bene se davvero la produzione scientifica non rispetta questo giudizio di eccellenza. E da come lo dicono devono essere davvero mosche bianche.
      Vedremo.

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    4. Indeed. Mi pare che si siano attenuti in pieno alla norma. Anche il rendere i prerequisiti piu' selettivi e' fra le possibilita' offerte dalla norma.
      Chiaro che se poi fanno cacate e passano qualcuno senza mediane e senza eccellenza, e' un altro paio di maniche. Ma per ora la commissione si e' attenuta a quanto prescritto.

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    5. siccome questo è un settore che conosco, le cui pratiche sono affini al mio, vi faccio presente che questi sono capaci di dire tranquillamente che la tal pianta grassa è eccellente perché ha pubblicato un libro nella collana diretta da uno di loro.

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  18. Salve a tutti, termino tra poco il quinto anno di assegno di ricerca. Mi confermate che posso ancora usufruire di altri tre anni con un nuovo progetto di ricerca? Grazie molte

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    1. Zoe, a una domanda cosi vaga non si puo' dare risposta. Quanti di questi anni sono pre - legge 210? Se almeno 4, la risposta e' si. Dicci di piu'.

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  19. @marc
    L'assegno è stato attivato il 1° marzo 2008 e si è rinnovato ogni anno, giungendo appunto tra poco alla fine del quinto. In precedenza ho avuto il dottorato con borsa. Grazie

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    1. allora rientri nella nuova normativa e parti da zero.

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    2. confermo quanto dice antonio. puoi farti altri 4 anni di assegni ex-legge gelmini (che sono anche pagati un po' meglio)

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  20. certo poi 12 anni di servizio ti diranno, grazie ma ci serviva una persona per soli 12 anni. Ora non ci servi più...peccato perchè eri bravo, hai prodotto e ci sei servito parecchio perchè magari ti avvicini ai 40 e sei professionalmente fottuto....almeno in italia!!

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  21. Tornando al decalogo, avrei un commento al punto 5: “disincentivi all’assunzione di ricercatori che hanno svolto gli studi nella stessa sede che bandisce il posto”

    Non è certo un male studiare in una certa università, successivamente andarsene altrove (preferibilmente all’estero) per un certo numero di anni per maturare esperienza di ricerca, e poi voler ritornare nella stessa università in cui si è conseguito il dottorato ed ambire ad un posto da ricercatore/professore.

    Secondo me la cosa da disincentivare è una “carriera” tutta interna alla stessa università e senza nessuna esperienza esterna consistente (parlo di almeno un paio di anni). A mio avviso il punto 5 andrebbe modificato di conseguenza.

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  22. Sono d'accordo. Nelle universita' inglesi questo e' un punto d'onore: farsi le ossa fuori dall'alma mater e poi rientrare.

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    1. In Italia l'"onore" ha, mediamente, contenuti diversi.

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    2. mi pare che renzino abbia colto il punto.

      visto il livello di corruzione del sistema italiano qualche misura draconiana - in una prima fase - può essere salutare. poi magari in futuro, se le cose si normalizzernanno, si potranno ripensare alcuni aspetti.

      ora come ora uno dei problemi italiani principali nel sistema accademico italiano è il fenomeno dell'inbreeding.

      per superarlo bisogna essere drastici

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  23. Si ok, ma lo dico da tempo...se si vuole fare sul serio, se si vuole dare una svolta, SI STACCHINO completamente le valutazioni comparative dalle universita', dopo le abilitazioni. Visto il grado di corruzione che cosa e' stato fatto finora? Messo tutto in mano agli ordinari, i baroni per eccellenza!
    Voglio essere valutato comparativamente da una commissione che niente ha/avra' a vedere con il posto dove lavorero', ma che semplicemente si basi su parametri certi. E non parlo dell'abilitazione ma dei concorsi locali che premieranno solo lecchinaggio di lungo corso (se abilitato).
    Fantascienza immaginare 3 peer che valutano le candidature locali in remoto? Beh allora lasciatemi dire che vi meritate di stare nella melma in cui siamo capitati, non siete molto diversi da quelli che pensate di combattere. So che questo puo' spaventare, ma vi assicuro che allo stato attuale non cambiera' molto quando dalle abilitazioni si passera' ai concorsi locali e tutto continuera' tutto come e' sempre stato.

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    1. Figurati se i tre peers non valuteranno positivamente il candidato che dovesse risultare amico di uno dei tre. Soprattutto se coperti dall'anonimato. Poi tanto chi se ne frega di dove finisce, tre anni dopo chiede il trasferimento...

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    2. infatti io parlo di valutazione remota, con tre referees che lavorano singolarmente; poi, se la valutazione dovesse essere discordante in maniera significativa, chi ha valutato in maniera diversa dovrebbe giustificare la valutazione eccessiva/insufficiente. E' il metodo EC, nessuna chimera.

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    3. Lo stesso sistema di valutazione dei PRIN/FIRB. Hahaha, in Italia non funzionerà mai :)

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  24. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  25. La vera chimera e' che in Italia l'Universita' e' gestione del potere, non avanzamento della conoscenza...

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  26. Ottima proposta - lo dico in via generale, non perchè io sia necessariamente d'accordo. E' che mi piace sottolineare il fatto che vi sono sempre molte opzioni/proposte possibili, alla luce di come uno valuta i comportamenti, le convenzioni sociali e le norme che si operano in una certa società.
    Questa proposta va contro il luogo comune che i posti di lavoro siano di totale "proprietà" delle singole Università, anzichè della comunità scientifica nel suo complesso (almeno a livello di recruitment), e si scontra con tutto il mainstream di questi ultimi 15 anni.

    Era, si parva licet, la filosofia ufficiale del sistema "a concorsi nazionali", che inverava proprio questo concetto di "giudizio totalmente affidato alla comunità scientifica (nazionale, in quel caso)".

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  27. Scusate l’entrata a gambatesa nel blog ma, essendo un portatore sano di mediane borderline, vorrei capire in che modo i commissari risaliranno alle mediane al 20 nov 2012 se le banche dati (e.g. Scopus) sono annuali? Qualcuno del CINECA ha bloccato il sistema a quella data, le ha già calcolate per ciascuno di noi e ratificate con la ‘ricevuta di registrazione della domanda’ che abbiamo ricevuto?
    I commissari faranno da ‘ragionieri’? Saranno affiancati da un amministrativo delegato dall’ANVUR?
    Insomma, al di là della considerazione che avranno sulle mediane vorrei capire da quali NUMERI le commissioni partiranno per valutarci. Grazie!!!

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    1. Le mediane sono calcolate a luglio, mi pare. I valori dei candidati saranno calcolati quando la commissione si insedia con i valori aggiornati, immagino.

      Ma contano solo gli articoli inseriti nella domanda. Non è dato di sapere come saranno fatti i conti, per ora.

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    2. ... per la verità, gli atti ministeriali pubblicati, compreso il DD 222 del 20 luglio 2012, affermano che la valutazione va effettuata su quando il candidato possiede fino alla data di presentazione della domanda (20 nov 2012). La mia perplessità persiste sulle modalità di acquisizione dei dati su ciascun candidato a quella data. Siamo pure diverse decine di migliaia ...

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    3. Immagino si riferisca a quali articoli/monografie (quelle che appunto inserisci nella domanda).

      Dato che è impossibile fermare i database, per i settori scientifici, immagino le citazioni le calcoleranno al momento.

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  28. sasà, è una delle tante assurdità del sistema.

    secondo me per calcolare la mediana devi tirare un dado da 20 e sottrarre il tui punti "culo", moltiplicando per il fattore "demenza" della commissione

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  29. Grazie Insorgere per la rassicurazione! Pensavo di aver perso qualche passaggio ...

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  30. Scusate, ma qualcuno sa spiegarmi cosa sta dietro al blocco di tutti i sorteggi per l'area 12? Anche considerando il fatto che la terza mediana è uscita motlo tardi, oramai i tempi per ricorsi e controdeduzioni dei commissari dovrebbero esser spirati. O no? Aspettano l'esito del ricorso di Onida?

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    1. ufficialmente nessuno lo sa, ma che ci sono molti che ipotizzano che si aspetti proprio quell'esito

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