giovedì 5 settembre 2013

Il 2014 sarà l'anno dei giovani ricercatori? Il punto di vista di APRI

Nelle scorse settimane, abbiamo letto con grande interesse le dichiarazioni del Ministro Carrozza, relative alla volontà del Governo di fare del 2014 l’anno dei giovani ricercatori. Il richiamo del Ministro alla necessità di un reclutamento accademico di qualità, ispirato al principio della valorizzazione del merito e dell’indipendenza scientifica dei futuri docenti, è un elemento di primaria importanza per APRI. Infatti, tale indirizzo programmatico del Governo è in piena sintonia con le migliori esperienze europee ed internazionali, le quali hanno dimostrato come il reclutamento di studiosi di alto livello scientifico non possa prescindere da politiche che favoriscano la mobilità di professori e ricercatori, e che sottolineino l’importanza della valutazione ex post dei prodotti della ricerca, anche nell’ottica di una efficace implementazione di procedure di tenure track.  Non a caso, APRI ha negli scorsi mesi inoltrato al Ministro proposte coerenti con tali principi, trovando nella prof.ssa Carrozza un interlocutore attento ed aperto al dialogo. In particolare, APRI nel recente incontro col Ministro ha sottolineato l’importanza dei seguenti punti:
-   Il sistema universitario nazionale necessita urgentemente dell’immissione di forze fresche e dinamiche, che abbiano la prospettiva della valorizzazione del proprio operato attraverso meccanismi di valutazione trasparenti. Tale obiettivo può essere raggiunto, nel contesto della recente riforma Gelmini, attraverso un bando nazionale per Ricercatori a tempo determinato di tipo B (ovvero con tenure track), una proposta inizialmente accolta con favore dalla prof.ssa Carrozza.
-   E’ altresì necessario che il Ministero vigili sull’effettiva esecuzione a livello locale della normativa vigente per il reclutamento di Professori Associati, che prevede che una quota dei posti banditi siano riservati a studiosi che non abbiano prestato servizio nei precedenti tre anni presso la sede che emette il bando. Ciò chiaramente favorirebbe la mobilità e permetterebbe di ridurre le tendenze localistiche nel reclutamento dei singoli atenei

Per quanto riguarda il secondo punto, le norme attuali prevedono che la quota di posti riservata ad esterni sia del 20% dei posti messi a concorso. Tuttavia, anche in considerazione dello sforzo che il Governo Letta sta facendo per sfavorire i contratti a termine negli enti pubblici, APRI propone che tale quota venga innalzata al 50%. Tali concorsi aperti a personale esterno consentirebbero ai precari della ricerca di giocare le proprie carte in una competizione aperta, in condizioni di eguaglianza di opportunità rispetto al personale ricercatore già strutturato a tempo indeterminato.
Per quanto concerne invece l’atteso piano straordinario per il reclutamento di un congruo numero di ricercatori a tempo determinato con tenure track, auspichiamo non solo che il Ministero pubblichi quanto prima l'annunciato bando per ~1500 posti, ma anche che tale bando garantisca ai ricercatori non strutturati, italiani e stranieri, di concorrere paritariamente all’accesso alle posizioni vacanti. Ricordiamo infine che l'effettiva implementazione della tenure track, con conseguente immissione in ruolo dei ricercatori a tempo determinato dimostratisi meritevoli, non può prescindere dall'erogazione di specifiche risorse aggiuntive. Invitiamo quindi il Ministero a prevedere fin da subito un congruo cofinanziamento per consentire alle varie sedi di procedere alle progressioni di carriera che porteranno i ricercatori a tempo determinato valutati positivamente dai rispettivi dipartimenti ad assumere posizioni di Professore associato.  

113 commenti:

  1. http://finanza.repubblica.it/Esperti/Consumatori.aspx?ID=218277

    in pensione? leggere le ultime due righe

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  2. http://www.professionisti.it/frontend/articolo_news/29448/esuberi-pa-da-licenziare-per-mandarli-in-pensione

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    1. Se ho capito bene da adesso in poi i professori non solo non andranno a casa a 72 anni ma nemmeno a 70: 65 per tutti, fatta eccezione per chi non ha abbastanza anni di contribuzione. E' così? Immagino che non sia un'interpreta ione certa...

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  3. immagino il tripudio dei precari che già si vedono assunti. (Purtroppo non sarà così come già si può vedere da questi anni). A me invece la norma che impone di punto in bianco il pensionamento a 65 pare una porcata bella e buona per tutti coloro che avevano fatto progetti della loro vita a venire. Molti corsi di laurea si vedono venire meno i requisiti dall'oggi al domani Ormai è un paese davvero impazzito dove i diritti si giocano alla lotteria.

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  4. a 65 anni progetti per la vita a venire? Mah oggi pare a tutti essere eterni... ma se uno a 35 anni di contributi gia' a 65 anni, progettarsi una barca a vela finche' si e' "ggiovini" no? Diverso se uno non avesse il massimo contributivo.

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  5. Al di là delle interpretazioni dei quotidiani, credo che funzioni così: con la legge Gelmini (che io invece chiamo legge CRUI perchè la Gelmini non sa nemmeno cos'è il senato accademico o lo statuto) i ricercatori dovevano andare in pensione non oltre i 65 anni, gli associati non oltre i 68 e gli ordinari non oltre i 70 senza la possibilità di chiedere il biennio aggiuntivo di permanenza in servizio per "particolari meriti o necessità" (ovviamente tenendo conto di contributi, ecc..). Dopo una sentenza del Consiglio di Stato (perchè dal TAR le carte del ricorso erano passate nel frattempo al Consiglio di Stato) si è ridata la possibilità ai docenti di chiedere il biennio aggiuntivo di permanenza in servizio che poteva essere concesso solo a discrezione dell'ateneo per "particolari meriti o esigenze" che in genere erano l'amicizia o meno con il rettore. Adesso immagino che si ritorni alla formulazione della legge Gelmini (o meglio legge CRUI): ricercatori non oltre i 65, associati non oltre i 68 e ordinari non oltre i 70.
    In sintesi non credo proprio che mandino gli ordinari in pensione a 65 anni, figuriamoci....

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    1. Credo che per gli associati sia 65 salvo l'opzione, a tuttoggi possibile, per il regime Moratti che prevede 120 ore di didattica frontale annui e 70 anni per la pensione. Per gli ordinari è 70 e basta.

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    2. la norma approvata dal governo con il dl del 1 settembre NON cambia in via definitiva le norme sul pensionamento. interviene solo e soltanto su coloro che avevano raggiunto il minimo contributivo per la pensione (65 anni o 40 di contributi, o raggiungimento quota 96) al 31 dicembre 11. costoro dovranno essere forzatamente pensionati. per gli altri le cose restano così come sono

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    3. o almeno questo è quanto ho capito io...va detto che c'è una certa confusione.

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    4. leonardo, i 70 anni rimangono come limite massimo. qui si interviene solo ed esclusivamente su coloro che abbiano raggiunto una certa soglia al 31 dicembre 2011. cmq suggerisco la spassosa lettura delle norme

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    5. di fatto si applica ad associati e ordinari la stessa norma già applicata qualche anno fa ai ricercatori, quando furono costretti al penzionamento coloro che avevano raggiunto i 40 anni di anzianità contributiva

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    6. Si dovrebbe trattare di un licenziamento. Non ho ben capito se l'amministrazione deve notificare in un qualche modo l'esubero. Per i ricercatori avevano inviato una lettera di risoluzione del contratto entro aprile dell'ultimo anno dicendo che non c'era più bisogno di loro. In un qualche modo le università dovrebbero definire la loro pianta organica. Non credo quindi che ci siano degli automatismi. Certo questi decreti sono quasi illeggibili con tutti i riferimenti alle leggi precedenti ecc...

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  6. chiediamo anche noi alla corte europea un parere sui nostri contratti e sui nostri progetti mangiare di merda a vita...contributi? Di altri, è un nostro problema?

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  7. Il decreto legge vale anche peri docenti universitari? Perchè si tratta di ente pubblico sì ma di personale non contrattualizzato. Se valesse manderebbero subito a casa un poco di gente. Per esempio, un associato che al 31-1-2011 avesse raggiunto quota 96 ( assunzione 1974, etá anagrafica al 31/12/2011 64 anni. C'é qualche giurista che può dirci qualcosa?,

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  8. insorgere le norme le ho lette, stiamo dicendo più o meno le stesse cose, stavo rispondendo a Espejo che affermava che andranno tutti in pensione a 65 anni, compresi gli ordinari...

    Sul discorso del limite massimo a 70 anni invece che a 72 non saprei perchè il Consiglio di Sato tempo fa si è espresso con una sentenza che consente di chiedere la permanenza in servizio per un biennio aggiuntivo che sarebbe concessa a discrezione dell'ateneo, riporto sotto il link:
    http://iononfaccioniente.wordpress.com/2013/05/10/i-professori-universitari-in-cattedra-fino-a-72-anni/


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  9. ..però a questo punto ho una domanda, c'è un ricercatore del mio settore che a fine 2011 aveva 61 anni e sicuramente 35 anni di contributi adesso ha 63 anni e 37 anni di contributi, dovrà andare in pensione quest'anno? Perchè lui ha sempre detto che voleva andare in pensione il primo novembre 2015 al compimento dei 65...e se dovrà andarci quest'anno quando ce lo manderanno? Il primo novembre? Qualcuno può rispondermi?

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  10. Certo che, se la cosa riguardasse anche gli accademici, il tempismo sarebbe davvero perfetto.
    Un botto di pensionamenti tra PO e PA, e un bel pacchetto di neoabilitati PO e PA (figli dell'ASN che prima o poi finirà il primo girone infernale) da sistemare. Le fila riempite al volo e per un altro decennio siamo a posto. E non credo che ci saranno tanti precari a infilarsi nei vuoti.
    Che il ritardo delle conclusioni di molte commissioni ASN c'entri (anche) con questo? Ci sono le programmazioni da fare...

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    1. totò non credo siano così lungimiranti.

      cmq non è chiaro se la norma riguardi davvero gli universitari.
      lo suggeriscono alcuni articoli usciti sul sole 24 ore, di solito ben informato, e su repubblica (di solito non affidabile).

      cmq sia vedremo a breve

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  11. può anche darsi che la norma escluda i professori universitari ma colpisca soli i ricercatori anziani che formalmente non sono considerati professori com'è accaduto in passato...però non saprei, leggendo il decreto e le varie altre norme che si aggrovigliano formando una selva inestricabile, non si capisce molto...io poi sono nell'area medica, per noi ci sono normative ulteriori che si riferiscono all'attività assistenziale che rendono il quadro ancora più confuso...

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  12. a questo punto, se tutto dovesse essere vero, il reclutamento dovrebbe essere indirizzato verso gente giovane, intendo under 35-40. Intendo dire per quanto ancora dovremo competere per posizioni da ricercatore o associato con gente di 50-55 anni? Ha senso dare nuove posizioni ad over 50 (magari già inseriti in altre forme all'interno di atenei)?

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    1. Quelli di 50-55 dicevano, 15 anni fa, le stesse cose che dici tu, ma proprio idintifiche idintifiche.

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  13. Ho interpellato un membro del senato accademico molto competente in fatto di leggi. Mi è stato detto che le norme Fornero non valgono per i docenti universitari, per i quali vale la legge Moratti ( in ternine di pensionamenti per associati). Si tratta di un'interpretazione, ovviamente.

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    1. boh, staremo a vedere. a suggerire il collegamento con l'università sono stati gli articoli del sole e di repubblica...per ora non mi pare ci sia certezza di nulla, tanto per cambiare

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  14. Ho chiesto ad un amministrativo del mio ateneo che si occupa tra le altre cose anche di pensionamenti, il Direttore Generale (Amministrativo) gli ha chiesto proprio in questi giorni di analizzare la questione, lui sostiene che il decreto ha sì riflessi sulle università ma solo per tecnici e amministrativi peraltro in esubero (dice che c'è una lista ministeriale del personale in esubero), secondo lui quindi non ci saranno riflessi sui prof e ricercatori se non forse (ma di questo non era sicuro) per quanto riguarda la possibilità di concedere il biennio aggiuntivo.
    Naturalmente questa è l'opinione di un amministrativo che da noi è considerato competente ma temo che in questo caso non basti essere competenti, ci vuole anche la "luccicanza" per leggere nella febbrile mente di che scrive queste norme...

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    1. leonardo, sembra ragionevole. ma come dici bene tu qui bisogna saper leggere la sfera di cristallo...

      in ogni caso il prepensionamento anche degli amministrativi per noi è un bene, nel senso che anche loro liberano punti organico.

      infine una segnalazione: pare si rinvi prima tornata abilitazioni a fine novembre. la seconda dovrebbe partire a fine anno. questo riportano le voci dei corridoi ministeriali

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  15. Raga, sono anni che state su 'sto blog e ancora non avete chiaro che quando si parla di "dipendenti della Pubblica Amministrazione" si ricomprendono solo, al massimo, i tecnici e gli amministrativi delle Università.

    Per gli Accademici, e segnatamente per PO, PA, e "vecchi" RU dovete sempre andare in cerca di Articoli e commi specifici, che facciano esplicito riferimento a loro, che hanno il loro bel "status" giuridico a parte.

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    1. in realtà qui si è solo posto un interrogativo che era più che legittimo visto ciò che andavano scrivendo sul sole a commento del decreto

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  16. @Renzino
    infatti nel pensionamento di PO e PA non ho mai riposto speranze, di solito professori,magistrati e diplomatici hanno sempre un trattamento diverso però per il pensionamento dei vecchi RU poteva anche darsi...comunque come dice giustamente insorgere anche tecnici ed amministrativi che se ne vanno liberano punti budget...certo dubito che quei punti saranno impiegati soprattutto per reclutare ricercatori ma questa è un'altra storia ancora...

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  17. certo ma nessuno di noi in questa situazione e davanti a queste belle prospettive uguali a 0 sputerebbe sopra un posto da tecnico o amministrativo. Un bel 25 ore a settimana a (10-15 euro nette/ora)1000-1200 euri al mese, 13ma, ferie a go-go, diritti, diritti e diritti e contributi normali. Non so voi....io no. Nessuna vieta poi all'amministrativo di tentare il balzo e con il sedere al caldo e ben protetto aspettare che la marea salga per prendersi un posto come ricercatore o professore (attesa con ben altra tranquillità rispetto al precario).

    Meditate gente meditate!!

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    1. In effetti, mi pare vagamente di ricordare di Paesi esteri in cui, se non riesci come ricercatore/professore, ti assumono come amministrativo. Una politica che l'Italia dovrebbe adottare, a parer mio.

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  18. @ganjalf medito, medito e vedo in te la rappresentazione materiale del perchè il sistema universitario italiano sia arrivato allo schifo attuale. Avresti dovuto nascere in un famiglia ricca, campare di rendita e avere ferie a gorgo, diritti, diritti, diritti... peccato non sia andata così...

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    1. A me stavolta la "proposta" di Ganjalf suona bene. Tanti ricercatori insoddisfatti sarebbero ottimi amministrativi.

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    2. Ogni tanto mi diverto a leggere le discussioni in questo blog e devo dire, caro Vladimir, che questa volta non sono d' accordo con te. Credo che il vero motivo per il quale il sistema italiano attuale sia arrivato allo schifo attuale consista nella cultura del baronaggio, cioè nella mentalità di tanti pseudo-ricercatori secondo cui, per andare avanti, "bisogna appartenere ad una scuola", cioè "avere il protettore" e "non si può essere indipendenti". Al mio amico vincitore del primo programma Montalcini, ora di nuovo in fuga all'estero in una delle prime Università del mondo, in Italia hanno detto a chiare lettere "Non ci frega niente di ciò che puoi produrre né del tuo progetto di ricerca, se non appartieni ad una scuola non ti vogliamo perché andresti a turbare i nostri equilibri interni, ti abbiamo tollerato solo per incassare i contributi del Ministero". Modestamente, ritengo che questa mentalità sia il vero schifo: chi ha una vera vocazione per la ricerca, dovrebbe anche avere la vocazione per l' indipendenza morale ed intellettuale, presupposto della libertà accademica. In tale ottica, ho sempre ritenuto (da osservatore curioso e neutro) che il sistema RTD B + abilitazione baronale fosse la legittimazione istituzionale della mentalità lottizzatoria dei baroni-commissari, e dunque fosse l' incoronazione dello schifo.
      Dai miei amici so anche, tuttavia, che la condizione esistenziale del precariato (e la connessa preoccupazione per la scadenza del contratto) peggiora la qualità della vita, non la migliora, mentre un tempo indeterminato licenziabile (come sempre proponevo nei miei precedenti interventi) servirebbe da un lato a togliere l' assillo della scadenza del contratto, ma dall'altro anche a responsabilizzare.
      Ritengo dunque, caro Ganjalf, che la tua idea abbia senso e meriti di essere condivisa, ma almeno a due condizioni: in primo luogo, che l'interessato svolga bene ed in modo responsabile il lavoro amministrativo (comunque importante per far funzionare l' istituzione universitaria) e quindi che egli sappia di essere passibile di licenziamento in caso contrario; in secondo luogo, che la circostanza di avere uno stipendio con un tempo indeterminato come amministrativo possa servirgli a mantenere una condizione di indipendenza dai baroni e dalle cupole, senza essere soggetto ai ricatti che subirebbe come ricercatore a tempo determinato. Se l' interessato fosse un appassionato di ricerca ed avesse talento accademico, nulla gli vieterebbe, nel tempo libero, di produrre pubblicazioni accademiche anche su riviste internazionali, grazie alle quali, in futuro - qualora la rete dei baroni iniziasse a sfilacciarsi - potrebbe concorrere per una posizione accademica.

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    3. ebbene si Vladimir, ma anch'io vedo in te la dimostrazione del fatto che per fare ricerca non occorre necessariamente essere intelligenti. Magari la prossima volta che torni in Italia ricorda di portarti via anche il tuo cervello in fuga.

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  19. @euroricercatore
    ovviamente il baronaggio e' causa di grave danno. Nessuno mi toglie dalla testa pero' che il cancro morirebbe se non fosse continuamente foraggiato da giovani leve che, almeno fino a poco tempo fa, sarebbero state ben contente di entrare nella "scuola", fare un po' da autista al barone e prendersi il loro posto "a tempo indeterminato". Oggi questi semplicemente non ci sperano piu' perche' sono finiti i soldi e non viene preso piu' nessuno o quasi e vengono qui a lamentarsi chiedendo di reintrodurre la terza fascia, di essere assunti come amministrativi o come insegnanti nelle scuole superiori. Insomma quello che tanti cercano e' proprio la stabilita' e la non licenziabilita'. Ho visto con i miei occhi che anche i piu' promettenti, raggiunta questa situazione, si adagiano, smettono di produrre e cercano di vivacchiare facendo il minimo indispensabile. La licenziabilita' di cui parli, e su cui io sarei d'accordo, sarebbe aspramente rifiutata da tantissimi, ganjalf in testa.
    V.

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  20. @ganjalf cerchero' senz'altro di recuperare il mio cervello non ti preoccupare. Nel frattempo ci tengo a ribadirti che, visto che e' la tranquillita' che cerchi, faresti probabilmente meglio a cambiare aria... senza rancore.
    V.

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  21. @Vladimir
    io non condivido l'idea lanciata da Ganjalf tuttavia mi sembra ridicolo incolpare Ganjalf e chi la pensa come lui dell'attuale situazione.
    Quanto alla terza fascia cosa diavolo c'entra con l'esere assunti come amministrativi? Perchè mescoli cavoli e mele?

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  22. @Vladimir
    io non condivido l'idea lanciata da Ganjalf tuttavia mi sembra ridicolo incolpare dell'attuale situazione Ganjalf e chi la pensa come lui.
    Quanto alla terza fascia cosa diavolo c'entra con l'esere assunti come amministrativi? Perchè mescoli cavoli e mele?
    "sono finiti i soldi e vengono qui a lamentarsi" scrivi, Ganjalf ha fatto una proposta più o meno condivisibile, non viene qui a lamentarsi, sei tu che ti lamenti di chi non la pensa come te

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  23. @leonardo
    c'è una lunga storia di discussioni su questo argomento che vanno un pò oltre questo singolo messaggio. Non sto mischiando cavoli e mele, mi riferisco ad una certo atteggiamento, tutto italiano, che afferma la cultura del "posto di lavoro" anzichè del lavoro. Per cui è molto più importante avere il didietro "al caldo" e al sicuro piuttosto che quello che si fa. Mi sembra proprio che ci sia questo dietro la posizione per cui va bene la terza fascia, va bene l'amministrativo, va bene l'insegnante di scuola superiore basta che sia posto fisso e garantito a vita con (quoto ganjalf) "ferie a go go". Per cui, non ho problemi a dire che la penso diversamente, penso che il lavoro debba essere dato a chi ha capacità e voglia di farlo. Tutti d'accordo sullo scardinamento delle logiche baronali ma non certo per sostituirle con logiche che prevedono il lavoro come legato a tanti privilegi e nessun dovere. Con tutto il rispetto di alcuni che svolgono bene il loro lavoro e che senz'altro esistono, l'"amministrativo" all'Università è un pò il simbolo del lavoratore iperprivilegiato con poche responsabilità, svogliato, spesso incompetente cui cade la penna alle cinque del pomeriggio. Il grande sospetto è che chi è pronto a barattare il proprio lavoro da ricercatore con questo tipo di posizioni, voglia in realtà soltanto passare dall'altra parte.
    V.

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  24. Vladimir...purtroppo vivi scollegato dalla realtà italiana. La licenziabilità andrebbe benissimo, ma andrebbe estesa a tutti, politici compresi. I doveri vanno benissimo, ma vanno estesi a tutti. La mia ovviamente era una provocazione, non mi interesserebbe fare l'amministrativo, ma tu non sai quante volta volte con moglie e tre figli da mantenere mi sia sentito un fesso per aver imboccato la porta dell'università verso il corridoio (tunnel) della ricerca. Trovo assurdo, vergognoso e da rivolta che all'interno della stessa istituzione (spesso dipartimento) vi siano realtà così lontane come giovani titolati, meritevoli e pieni di buona volontà a cui spesso non può nemmeno essere garantito un assegno e personaggi (quasi tutti parenti, amici di etc) che con contratti di soli diritti alle 2 (e non alle 5) di tutti i santi i giorni prendono e se ne vanno a casa....meno ore, più diritti, più soldi. Spesso per questa gente non esiste nemmeno un ruolo, o meglio non c'è una mazza da fare.
    Smettiamola con questa storia che siamo i più puri, i più fighi, e i più meritevoli perchè così ci tiriamo solo martellate sui marroni. La realtà sarà sempre che per i precari della ricerca non arriverà mai niente mentre con tutta probabilità verranno sempre assunti tecnici ed amministrativi piombati chissà da dove.

    PS: se per passare dall'altra parte intendi avere dei contratti normali, e non delle forme di lavoro nero (caporalato) legalizzato come gli assegni....beh forse sei tu che sei dall'altra parte della barricata rispetto al mondo dei precari. A 38 anni, con un assegno di ricerca prova ad ammalarti o a rimanere incinta....stiamo parlando di questo, amigo, non di volere uno stipendio per andarcene al mare!!!

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  25. Aggiungo che se non ci sono sbocchi concreti per chi fa ricerca (in Italia) sarebbe forse il caso di togliere dottorati, assegni e borse che rischiano di far solo perdere tempo alla gente giovane.

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  26. @Vladimir
    quella di Ganjalf era una provocazione per dire che da una parte ci sono molte capre (molti senza neanche una laurea) che hanno il posto fisso da amministrativo senza fare una mazza e dall'altra molti giovani brillanti che di fatto fanno andare avanti il proprio ateneo e l'università italiana in generale ma che sono sfruttati in un modo vergognoso!
    Tra il non fare niente percependo un stipendio e l'essere sfruttati ci sono delle vie di mezzo Vladimir...
    Poi non si capisce perchè tiri in ballo la terza fascia, non c' entra assolutamente niente con l'argomento in questione

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    1. il problema è che Ganjalf fa esclusivamente provocazioni ed invettive, senza possibilità di un ragionamento, il che rende i suoi interventi un pò noiosi.
      V.

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  27. molti (non tutti) di quelli che sono entrati in terza fascia sono capre (con laurea) che hanno il posto fisso senza fare una mazza, per cui c'entra eccome. Francamente non riesco a raggiungere un'opinione definitiva sulla reintroduzione della terza fascia. Ci sono senz'altro pro e contro. In ogni caso dovrebbe essere associata ad un severo processo di valutazione ed eventuale riconferma. La conferma deve essere reale, con possibilità reale di non confermare e non una formalità come era in precedenza. Da questo punto di vista ho dei dubbi a capire cosa offrirebbe la terza fascia in più rispetto alla tenure track RTDb. Secondo me è solo una questione di finanziamenti. Se non si fa nessun ricercatore RTDb perchè non ci sono soldi, non si farà neanche nessun nuovo ricercatore terza fascia. Non è l'inquadramento contrattuale che cambia il reclutamento.
    Ciao,
    V.

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  28. M.C. Carrozza: "Il primo Tweet del giorno e' una sveglia per le commissioni di abilitazione nazionale: finite i lavori, i candidati aspettano"

    qualcuno spieghi al ministro che non serve a nulla chiedere ai commissari di sbrigarsi con un tweet, in quanto ministro dispone di strumenti per intervenire sul sistema, che ne faccia uso.

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    1. E' un problema culturale più profondo: il postmodernismo tecnocratico. La Politica è un'altra cosa.

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  29. @Vladimir
    tu scrivi "Se non si fa nessun ricercatore RTDb perchè non ci sono soldi, non si farà neanche nessun nuovo ricercatore terza fascia"
    Caro Vladimir forse dovresti fare il conto di quanti RTI in media venivano ogni anno banditi prima della riforma Gelmini e di quanti RTDb in media sono stati banditi dopo la riforma Gelmini, colpa della crisi e basta? non credo proprio...nel mio ateneo hanno programmato per il prossimo triennio circa 140 progressioni di carriera e solo una quindicina di RTDb perchè ci sono fortissime opposizioni da parte degli RTI che temono di essere scavalcati dal precario di turno dello stesso settore e opposizioni da parte degli associati che verrebbero raggiunti dal precario di turno dello stesso settore. Ti ricordo che gli RTI e gli associati sono rappresentati negli organi degli atenei e e votano a differenza dei precari, inoltre hanno spesso un rapporto più solido con gli ordinari che decidono perchè collaborano con loro da molto più tempo di noi. A ciò aggiungi che spesso i cda degli atenei sostengono che gli RTDb costano troppo e mi pare che il quadro sia abbastanza chiaro...cosa queste argomentazioni abbiano a che fare con l'essere fannulloni o con il discorso degli amministrativi rimane un mistero
    Ciao,
    Leo

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    1. Se la programmazione fosse fatta bene, occorrerebbe garantire una suddivisione più o meno equa, del tipo 50% di immissioni di PA dai ruoli di RTI, 30% da RTD b) e 20% da esterni. O variazioni su queste percentuali. Questo per i primi anni, poi la prima percentuale dovrebbe essere progressivamente riassorbita dalla seconda.

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    2. @leonardo
      quindi secondo te, se gli RTI dovessero scegliere tra progressioni di carriera e nuovi RTI, sceglierebbero questi ultimi?
      V.

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    3. vladimir, mi pare ti sfuggano alcune cose:
      1. un tdb costa 0,7, un rti costava 0,5. quindi i tdb costano di più
      2. un tdb è un associato in pectore, gli rti non vogliono essere superati dai 'giovani' precari. in questo trovano il sostegno del sistema che è basato sull'anzianità, e non sul merito

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  30. Nel frattempo, Livon ha annunciato ufficialmente ai Commissari la proroga per i lavori delle Commissioni della ASN 2012 al 30 Novembre.

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    1. non ho capito però se le commissioni che hanno finito in tempo possono rendere pubblici i risultati o devono aspettare il 30 novembre.

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    2. non possono rendere pubblico proprio nulla. anche perché non sta a loro, una volta terminato il miur deve verificare la correttezza delle procedure e sarà il miur a pubblicare i risultati.

      cmq hanno deciso che i risultati usciranno tutti insieme. questa proroga era ampiamente prevista, e ne è prevista un altra che sposterà tutto a fine anno.

      quanto alla seconda tornata, sarà posticipata pure quella

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    3. ah, da non dimenticare che la procedura di verifica delle procedure - una volta ultimati i lavori delle commissioni - non sarà una passeggiata. sarà una cosa lunga, ci vorranno mesi.

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    4. senza parole, veramente ridicolo, emblematico direi... il mondo va avanti e l'Italia continua a prorogare, pur di rimanere immobile...

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    5. sì vladimir, penoso.

      da un certo punto di vista ha un senso: con queste lungaggini il sistema è bloccato e non spende...a voler pensar male si può ritenere che questo fosse uno degli obiettivi

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  31. e la tornata 2013? Dovesse essere spostata al 2014 salterebbero tutti gli indicatori per chi è border line..che presa per il culo.

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    1. Ma che salterebbe, Ganjalf? Non diciamo sciocchezze, la tornata 2013 si basa sull'anno 2013. Anche se la scadenza dovesse essere prorogata a gennaio 2014, per dire.

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  32. Non capisco da dove evinciate che il Miur non comunicherà i risultati delle commissioni che hanno finito nei tempi. Se volesse comunicare i risultati tutti insieme, allora il Miur dovrebbe perfino aspettare la conclusione delle commissioni appena votate nelle ultime settimane, il che è assurdo.

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  33. si evince da quello che ha detto il miur. cmq il miur non comunica i risultati, prima li verifica, controllando ogni singola pagina del verbale, poi li mette online.

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  34. e ovviamente le verifiche richiederanno parecchio tempo

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  35. @alim, io a volte sono un pò prolisso, tu hai saputo sintetizzare meglio di me con quei due punti ciò che dovrebbe essere ovvio ma che purtroppo non lo è per tutti...
    @marc, l'idea delle proporzioni sul reclutamento mi sembra sacrosanta, purtroppo infatti l'aggancio di un PO ad RTDb ha avuto solo l'effetto di ridurre il reclutamento di PO, a mio avviso per un tot di progressioni di carriera e reclutamenti (anche di personale tecnico-amministrativo) dovrebbe essere prevista una percentuale di assunzioni RTDb...questo sarebbe l'unico modo per iniettare nuova linfa vitale in un sistema moribondo..

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  36. secondo voi alla luce di tutte queste proroghe e dei probabili ricorsi può darsi che il meccanismo dell'ASN venga superato da altre forme di reclutamento? Anche perchè non sono sicuro che nel bando 2013 ci saranno pochi candidati, probabilmente molti respinti faranno domanda per settori affini, molti altri che non hanno fatto domanda forse avranno nel frattempo superato le mediane, ecc..

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    1. Non credo sia possibile un superamento per ora. Ci vuole un governo più stabile per una riforma, quindi non prima di qualche anno. Sulla ASN 2013, io invece mi aspetterei molti meno candidati di quelli che hanno fatto domanda alla 2012. Comunque questa storia dei settori affini è abbastanza ridicola, se sono così tanto affini da far sì che uno possa ragionevolmente fare domanda in più settori, forse andrebbero accorpati in un unico settore concorsuale.

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    2. credo anche io che finché resta questo governo non ci saranno modifiche di rilievo alla legge gelmini, questo a prescindere dagli evidenti fallimenti della riforma.

      il punto ora è capire se almeno la prima abilitazione arriverà in porto. io nutro qualche dubbio, direi che per il 70% ce la faranno...

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  37. @alim
    @leonardo

    trovo la discussione interessante e vorrei capire meglio il vostro punto di vista, senza polemica:
    1. non ero al corrente della differenza di costo. A cosa è dovuto questo 0.2 in più?
    2. uno dei motivi per cui penso che spingere sugli RTDb sia meglio che spingere sulla reintroduzione della terza fascia, è proprio perchè si dovrebbe tendere verso il superamento del sistema basato sull'anzianità. Sbaglio?

    V.

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    1. @ vladimir
      1. la differenza di costo è legata al fatto che un tdb è de facto un associato in pectore, e quindi costa come tale.
      2. sarei d'accordo in linea di principio. de facto però gli atenei non bandiscono queste figure, se non col contagocce e cucendo i bandi su misura ai predestinati di turno, perché preferiscono promuovere gli interni. perchè lo fanno? semplice: gli interni (rti) votano, sono rappresentati nel senato accademico, i precari no. inoltre promuovere un rti costa 0,2, assumere un rtdb costa 0,7: quindi fai tre promozioni e ti avanza qualcosa con gli stessi soldi con cui faresti una nuova assunzione. così facendo fai contenti tre elettori per il rinnovo della carica di rettore, direttore di dipartimento ecc.

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    2. La lettura di alim è pefetta, ha condensato il pensiero bieco delle università in 8 righe. Alla perfezione.

      Ragionano così, perciò gli RTDb devono essere calati dall'alto e non competitivi con le promozioni RTI, come ha suggerito insorgere.
      Ho parlato con più di uno strutturato, per loro è ovvio che, ad esempio, con un budget 0.7 si fanno 3 associati interni (tra l'altro considerate che molto spesso gli RTI - ma anche i PA - sono cosi anziani che hanno maturato gia una paga assimilabile a quella di associato, quindi costa zero, in pratica, la loro promozione). Il gioco delle 3 carte: metto i soldi e poi li riprendo e bandisco di nuovo. E non dimenticate il punto nodale: le commissioni, una volta abilitati, saranno locali, quindi si torna al peggior passato.

      Ho il timore che gli atenei se ne fregheranno altamente della riserva del 20% ad esterni, come hanno fatto con il piano associati 2011-12: i fondi andavano spesi per esterni, per "mescolare il sangue in attesa dell'abililatzione" disse Profumo: in realtà gli atenei li hanno accantonati per promuovere RTI e forse PA a PO.

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    3. dimenticavo: li hanno accantonati correndo anche il rischio (concreto) di perderli, perchè c'era stato il diktat (per iscritto!) di Profumo, se non li spendete ce li riprendiamo!

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  38. State dicendo sostanzialmente che stiamo lavorando per i nostri nemici, che gli strutturati che bandiscono i nostri assegni sono gli stessi che ci condurranno se va be ad un precariato indeterminato, e che nessuno avrà mai l'interesse a farci avere qualcosa di più che un contratto del tipo assegno o borsa.
    A questo punto: 1) che senso ha dopo una laurea accettare una qualsiasi borsa o dottorato?
    2) Negli atenei si sta combattendo una guerra all'ultimo quattrino tra strutturati e non strutturati? Se siamo in guerra perchè non cominciamo a sputtanare un pò di strutturati che si grattano la fava magari entrati con contratti ad personam?

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  39. @alim
    continuo a non capire perche' reintrodurre la terza fascia dovrebbe essere una vantaggio per i precari. Sarebbero comunque banditi con il contagocce, sarebbero comunque cuciti sui predestinati di turno e comunque gli attuali strutturati preferirebbero le promozioni interne anziche' bandire nuovi RTI. L'unico vantaggio sarebbe che forse se ne farebbe qualcuno in piu' ma purtroppo i predestinati di turno sono tanti, ben di piu' dei posti disponibili. Anziche' percorrere questa strada sarebbe molto meglio costringere gli atenei (o rendere molto conveniente) a bandire piu' RTDb a discapito delle promozioni interne. Questi posti sarebbero garantiti per chi attualmente sta fuori e permetterebbero a queste persone di scavalcare gli RTI mediocri. Continuo a pensare che la proposta di APRI sia preferibile.
    V.

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    1. evidentemente non mi sono spiegato. oltre ai costi, l'ostacolo maggiore è che con un tdb un precario scavalca un ricercatore 'anziano'. questo in un sistema che premia chi sta in fila non è tollerato.

      bandire rti non creerebbe questo problema, perché i nuovi entrati non scavalcherebbero nessuno

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    2. su questo non sono d'accordo. Bisognerebbe certificare che esiste una parte di precari altamente qualificati e spingere per un canale di reclutamento parallelo. La certificazione della qualificazione la può dare, oggi, solo l'ASN (ahimè, perchè ho il timore - + qualche cosa detta nell'orecchio - che faranno carne da macello, principalmente tra i precari, ma anche tra gli strutturati). Scelgono a monte...

      Poi la Carrozza ci faccia capire che intende per anno dei giovani ricercatori, tanto loro come vanno queste cose le sanno meglio di noi.
      Ci dica se per lei i giovani soni gli RTI!

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  40. @ganjalf
    faresti qualche esempio di sputtanamento. L'abilitazione trasparente da questo punto di vista e' eccellente: i CV sono online e quelli che non lo sono e' perche' evidentemente fanno schifo. Il problema e' che ora come ora non gliene frega niente di essere sputtanati perche' tanto non rischiano nulla. Bisognerebbe fare in modo che chi e' scadente rischiasse il posto per davvero. E' un po' contraddittorio pero' invocare meno stabilita' per gli strutturati e allo stesso tempo aspirare alla stabilizzazione di massa dei precari, come dici in alcuni tuoi messaggi. E" per questo che sono tendenzialmente contrario alla reintroduzione della terza fascia ed e' in questa contraddizione che i baroni affermano e mantengono il loro potere...
    V.

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  41. scusate, ma è legale mettere in rete liste ufficiose di idonei di un settore?

    http://www.dima.unige.it/~rosolini/elenco_ufficioso_01A1.pdf

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    1. Voglio sperare si tratti dei nominativi di quanti hanno fatto domanda, altrimenti non è Vergognoso, di più...

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    2. no sono gli abilitati: I nomi dei candidati sono pubblici sul sito ASN

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    3. Direi che non è illegale. Certo, è discutibile eticamente.

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  42. Non e' l'unica

    http://www1.mat.uniroma1.it/people/deconcini/Elenco.pdf

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  43. Fantastico: tempi rispettati all'italiana.
    Che tristezza.

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  44. @Alim
    è inutile che sprechi tempo a spiegare a Vladimir ciò che anche un bambino di tre anni capirebbe,se non capisce l'ovvio è un problema suo, lascialo polemizzare all'infinito da solo sulla terza fascia, è anche divertente...

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  45. @leonardo

    grazie per la simpatica risposta. Si stava semplicemente discutendo e la polemica la stai facendo iniziando tu. Evidentemente (per usare le vostre parole) vi piace (o quantomeno siete disposti ad accettare) il sistema che "premia chi sta in fila" e non tollera che una persona meritevole scavalchi un "anziano" incrostato da vent'anni in una posizione in nome di non si sa bene quale diritto. Per quanto mi riguarda chi invoca la terza fascia vuole semplicemente "incrostarsi" anche lui. Inoltre la posizione e' pure stupida ed autolesiva in quanto il vostro tentativo di non "disturbare" il potere corrente nemmeno servirebbe a granche'. Qualunque tipo di nuovo ingresso disturba chi vuole la promozione. Nel dipartimento dove stavo si e' sempre lesinato anche sugli assegni di ricerca e sulle borse di studio al fine di "accantonare" per le promozioni, figuratevi se la possibilita' di fare RTI avrebbe cambiato l'andazzo. Sembrate quelli che vogliono continuare ad inchinarsi di fronte al signorotto di turno per poi essere puntualmente parcheggiati e fregati.
    Quello che non capisco e' cosa ci facciate su questo blog. Fortunatamente la posizione di APRI e' diversa e piu' moderna. Servono risorse per immettere nel sistema persone nuove, punto. Nuove non solo perche' non strutturate ma anche portatrici di una nuova mentalita'. Prima che rispondiate infervorati, vi assicuro che non mi illudo e gia' so che le speranze sono poche... troppi leonardi sono disposti a mettersi in fila e fare i bravi bambini in attesa del premio
    V.
    V.

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  46. si siamo noi Leonardi il problema, è per colpa nostra che dal 2010 non reclutano praticamente più, siamo proprio noi che non vogliamo scavalcare chi sta in fila, siamo noi il vecchiume dell'Università italiana, il Sole gira intorno alla Terra, Babbo Natale e la Befana esistono,Dracula lo sconfiggi con l'aglio, e i ricercatori più svegli vanno tutti in Svezia, certo Vladimir hai ragione tu!!E' tutta colpa della terza fascia, togliamo anche la medaglia di bronzo nelle Olimpiadi così quei leonardi di atleti la smettono di bighellonare....sei uno spasso..

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  47. tu invece non sei uno spasso, hai cominciato ad attaccare ed offendere senza nessuna motivazione, mi ricordi il vecchiume stantio che ho respirato tutti i giorni per dieci anni. I giovani con la mentalita' vecchia hanno responsabilita' gravissime, questo e' fuor di dubbio. Il "posto aggratis" non esiste e non esistera' piu', meglio comprenderlo.
    V.
    PS: se i moderatori cancelleranno questi messaggi, hanno tutta la mia comprensione

    RispondiElimina
  48. Vladimir, da fuori si vede tutto con un' altra prospettiva. L'Italia sembra il paese immobile che è e chi rimane impantanato, uno sfigato di prima fascia.
    Generalmente succede sempre così quando si vivono i problemi dal di fuori. Succede anche in altri casi e per altre faccende della vita.
    Ora il problema di fondo caro V. è che c'è una una/due generazioni che è stata presa per il culo, che si trova a 40 anni senza niente in mano pur avendo dato molto della propria vita al lavoro/passione. Lo so, per te sono ovvietà ed in Svezia sono tutti ad aspettarci, ma non mi sembra la soluzione al problema. Siamo tutti d'accordo con te che non debbano esistere i posti aggratis, ma il fatto che la scure di posti aggratis dati fino all'altro giorno cada su di noi non sembra molto giusto. Siamo qua a discutere delle solite cose, di selezioni basate sul merito e di pippe varie mentre le nostre carriere, i nostri contributi, i nostri TFR, i nostri assegni di disoccupazione, i nostri diritti continuano ad essere rapinati, al contrario di chi come dici tu ha avuto il posto "aggratis".
    Nessuno chiede più il posto fisso a vita senza valutazione, nessuno chiede soldi per la ricerca per andare al mare, nessuno è più o meno bravo di te...quello che chiediamo è una possibilità di uscire da questo tunnel, un pochino di dignità in più e soprattutto meno prese per i fondelli da parte di chi ci sta intorno e dovrebbe difenderci. Ora... da che parte stai? In caso esisteranno anche dei blog di ricercatori espatriati italiani dato che sopra leggo: Il blog dei Precari della Ricerca in Italia, curato dall'APRI (Associazione Precari della Ricerca Italiani).

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    1. ganjalf, ti prego di non usare la denominazione dell'associazione per fini impropri. Qui sul blog chiunque voglia dare il proprio contributo costruttivo è il benvenuto

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  49. @ganjalf
    a me fa sempre piacere discutere senza scivolare nell'invettiva o nell'insulto personale. Noto uno sforzo nel tuo messaggio in questo senso e ti ringrazio. Vorrei però puntualizzare alcune cose:
    1) ti rivolgi a me come se fossi un alieno di un altro mondo, capitato sul blog per caso. Appartengo proprio alla generazione di cui parli, non credo affatto di essere meglio degli altri e ti ricordo che prima di prendere la (molto sofferta!) decisione di andare all'estero, ho buttato sangue per circa dodici anni in tre diversi dipartimenti di tre diverse università fra assegni di ricerca, docenze a contratto, borse di studio, co.co.co. che a stento coprivano la metà del tempo lavorativo dedicato all'Università e alla ricerca. Per cui so molto bene di cosa si sta parlando e ho ben saldo il contatto con la realtà. Allo stesso tempo è vero che stare fuori facilita una prospettiva diversa. Quello di cui, vedendo gli atteggiamenti delle persone qui, mi rendo sempre più conto rispetto all'Italia è che tutti si lamentano degli altri (capi, politici, strutturati, baroni), con scarsissima consapevolezza che alla fine l'Italia è fatta dagli italiani e tutti quanti nel nostro piccolo tendiamo a contribuire ad una situazione che va a catasfascio, Mi ci metto io per primo. Questo mi porta al secondo punto.
    2) la lotta sui diritti quali TFR, contributi ecc. ecc. è sacrosanta e sarebbe il caso che tutti quanti uniti ci si impegnasse su questo ma è necessario trovare uno-due punti comuni su cui ci si trovi tutti d'accordo, altrimenti le divisioni interne (che scivolano addirittura nell'insulto personale, come nel messaggio precedente), fanno si che i soliti abbiano sempre la meglio. Non è un caso che il detto "dividi et impera" sia stato coniato da queste parti.
    3) la questione della terza fascia è controversa. Ho scritto più volte di non essere sicuro in merito, per una serie di motivi. Se da un lato è vero che la soppressione della terza fascia è coincisa con la fine del reclutamento, devo pure notare che in settori come il mio, è tanto se sono stati fatti dieci ricercatori negli ultimi quindici anni, per cui questo è un problema iniziato molto prima. E’ molto difficile però sostenere, soprattutto davanti ai non addetti ai lavori, un ritorno al passato. Sembra veramente la restaurazione ed il “si stava meglio quando si stava peggio”. Inoltre gli RTI prodotti nei decenni passati non è che brillino per produttività e merito. Molti sono la dimostrazione pratica di come, una volta ottenuto il posto, ci si possa sedere e fare i cacchi propri. Per farti un esempio, mentre io me ne sono andato all’estero a farmi il mazzo, con enormi sacrifici personali e familiari, gli ultimi promettenti RTI entrati dove stavo prima, con le solite logiche indegne, hanno smesso di svolgere qualsiasi attività a favore dell’Università e si sono limitati a sfruttare il titolo per stabilire redditizie attività private. Siamo sicuri che vogliamo tornare a questo?

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  50. segue da messaggio precedente...


    4) la scure di cui parli è un problema molto importante. Ti invito però a riflettere: questa scure ad un certo punto arriverà, possiamo sperare che cada su quello dopo di noi ma la realtà è che è già caduta più volte e sta facendo carne da macello, comunque, in maniera del tutto indiscriminata. Uno dei problemi più gravi, a mio parere (e qui mi riallaccio al punto 1) è che in Italia tutti si sciacquano la bocca su quanto sia importante la valutazione ed il merito, ma poi si fa finta di non capire che la selezione basata sul merito, implica che molti siano selezionati in senso negativo. Tutti quanti invochiamo al merito, sicuri di essere i più meritevoli. Poi ci rendiamo conto che non è così e c’è sempre una maggioranza pronta a riappoggiarsi a logiche familiste, corporative, sindacali pur di “rientrare” in qualche modo.
    5) per spezzare questo meccanismo, mi sembra che gli RTDb siano qualcosa di nuovo che va in questo senso. Ci si potrebbe pertanto accordare su tre punti:
    a) investimento di fondi nell’università e nella ricerca al fine di favorire il reclutamento
    b) raggiungimento di un equilibrio, fissato per legge e non modificabile tra promozioni e nuove assunzioni, il più possibile a favore di queste ultime
    c) conversione di tutti i contratti precari, dall’ultimo co.co.co al miglior RTDa, passando per assegnisti, dottorandi, borsisti ecc. ecc, in un unico contratto a tempo determinato che garantisca i diritti fondamentali di cui si parlava sopra.

    Mi sembra che le proposte di APRI vadano proprio in questa direzione. Ce la facciamo a trovare un accordo o dobbiamo continuare a scannarci su terza fascia, punti organico, tentativi di non metterci contro gli RTI “anziani”, problematiche di tipo economico finanziario che non dovrebbero riguardare i ricercatori ecc. ecc?

    Per finire, ti assicuro che pur stando all’estero, ci si continua a sentire precari della ricerca in Italia, per una serie di motivi, dal desiderio di ritorno alla ricerca di giustizia rispetto a tutte le nefandezze subite.

    Saluti,
    V.

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    1. per la precisione, questo è il blog dei precari della ricerca ITALIANI (e non in Italia).

      La scelta del nome non è casuale, e riflette la volontà di includere e coinvolgere gli espatriati.
      Due ex-presidenti dell'associazione, eletti dai soci, lavoravano all'estero e questo non gli impediva di essere soci e addirittura presidenti di APRI. L'attuale presidente è un ex-espatriato rientrato da non moltissimo in italia

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  51. La fine della Terza Fascia era una proposta realistica, ma solo in periodo di Vacche Grasse.
    Invece è stata attuata "a prescindere", per motivi ideologici. Io stesso avevo proposto una Variante che avrebbe introdotto una nuova Terza Fascia di Lettori, che avrebbe risolto i problemi didattici, e (forse) salvato il reclutamento. Però avevo ammonito che sarebbe stata difficilmente accettata dalle altre due fasce. Difficile far accettare, da noi, che si abbiano tre Caste distinte con uguali doveri ma diverso stipendio. Pericolo dumping.

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    1. E' il solito vizio all'Italiana di voler fare le riforme a costo zero (se non fosse per quel mezzo aborto del piano straordinario associati). In questo caso, addirittura, l'istante dopo la riforma Gelmini partivano i massacranti tagli al FFO del duo Berlusca-Tremonti, blocchi al turn-over, spending review...

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    2. Segnalo, a titolo informativo, due cose.
      1) Ministro all'Ansa. Per ora ne ho una pessima impressione, mi pare stia facendo molta retorica e sia invece disinformata sul resto. Uno di Voi dell'APRI la batterebbe 40 a zero in competenza.
      2) Comincia a serpeggiare in ambienti di docenza di vari atenei la "preoccupazione" che il dl 101/2013 INTERESSI ANCHE I DOCENTI UNIVERSITARI. News in merito? So che l'argomento è già stato sviscerato in questa sede ma mi pare significativo che se ne parli con preoccupazione.

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  52. Sono d'accordo con Mitopap....ma ormai siamo abituati all'arte del rinvio.....

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  53. @Mitopap
    Ho chiesto ad un amministrativo del mio ateneo che si occupa tra le altre cose anche di pensionamenti, il Direttore Generale (Amministrativo) gli ha chiesto proprio in questi giorni di analizzare la questione, lui sostiene che il decreto ha sì riflessi sulle università ma solo per tecnici e amministrativi peraltro in esubero (dice che c'è una lista ministeriale del personale in esubero), secondo lui quindi non ci saranno riflessi sui prof e ricercatori se non forse (ma di questo non era sicuro) per quanto riguarda la possibilità di concedere il biennio aggiuntivo.
    Ovviamente anche se la fonte è affidabile non ci sono certezze perchè il decreto non è chiaro tanto per cambiare...di sicuro gli ordinari non li mandano a casa..basta pensare che è pieno di rettori che hanno nel 2011 avevano maturato i 40 anni...diplomatici, magistrati, prof. e alti funzionari vedrai che non li sfiorano neanche...al massimo i ricercatori ma non ci giurerei..

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  54. @ leonardo doriani e mitopap

    a noi sono giunte risposte diverse, ma è difficile dire quale sia quella più attendibile.

    alla domanda "si applica alle università e comportqa una sorta di obbligatoria messa a riposo anche di docenti?" la risposta del servizio legale della Sant'Anna è la seguente "fermo restando che occorrerà attendere la conversione del decreto al fine di verificare se la formulazione attuale resterà immutata, allo stato sembra potersi rispondere in senso affermativo al quesito circa l’applicazione dell’art. 2, commi 4 e 5, alle istituzioni universitarie. La disposizioni citate, infatti, si riferiscono genericamente ai dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni e per tali devono intendersi tutte le amministrazioni di cui all’art. 1, comma 2, del D.Lgs. 165/2001 e ss.mm., fra le quali sono ricomprese anche le istituzioni universitarie.
    Tale conclusione si fonda da un lato, come chiarito, sull’assenza di una più puntuale definizione dell’ambito soggettivo di applicazione ad opera delle norme citate, dall’altro sulla mancata previsione di una esclusione espressa delle università."
    segue consiglio di consultare anche l'area personale

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    1. Esattamente quanto confermato anche qui al nord :-) io sto seguendo l'iter parlaamentare del dl e per ora quella parte non è mutata.

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    2. Caspita. Altro che richiesta per rimanere in servizio 2 anni extra.

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  55. http://www.flcgil.it/rassegna-stampa/nazionale/i-padroni-dell-universita.flc

    articolo interessante, anche se ormai è un genere letterario abbastanza noto.

    ora che è chiaro a tutti, persino ai giornalisti, che con la riforma gelmini le cose non sono migliorate (anzi) cominciamo a prendere provvedimenti?

    piccoli suggerimenti:
    1. sorteggio puro dei commissari di concorso per posizioni da pa e po
    2. concorsi nazionali con commissari stranieri per td
    3. concorsi nazionali con sorteggio puro dei commissari per i dottorati, le specializzazioni ecc.
    4. divieto a chi ha lavorato in una sede negli ultimi tre anni di avere lì il prossimo posto

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    1. il punto 4. è incostituzionale. Ed è anche superfluo se gli altri tre vengono adottati.

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  56. e potrei andare avanti:
    5. divieto di dottorarsi dove ci si è laureati
    6. divieto di fare il post-doc dove si ha fatto il dottorato

    nel mondo normale non servon i divieti, ma evidentmeente qui siamo anni luce dalla normalità

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    1. Insorgere, scusa, allora perché non si obbligano anche gli strutturati a cambiare sede ogni 3 anni? Visto che secondo te uno deve girare l'Italia per costruirsi un curriculum, perché fargli perdere l'allenamento da associato e ordinario?

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    2. in tutto il mondo la mobilità avviene tra il dottorato, il postdottorato e soprattutto il primo posto strutturato che si ottiene nell'università. Una volta trascorsa questa fase di intensa mobilità, durante la formazione, è accettabile che si resti nella stessa sede.

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    3. Untenured, il tuo ragionamento è valido solo se limitato ad un periodo di qualche anno dopo il dottorato, in un Paese dove queste posizioni siano disponibili in numero adeguato e su base meritocratica. Ma in una realtà come quella attuale, dove sono previsti 15 anni fra dottorato, assegni di ricerca e posti da ricercatore a tempo determinato (non lo dico io, lo dice la legge Gelmini), e dove questi posti sono scarsi e scarsamente meritocratici, il vincolo di cui parlate costituisce solo un ulteriore difficoltà in un ambiente già estremamente ostile ai giovani ricercatori.

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  57. ma non si avrà mai un sistema più giusto e meritocatico se non si supera l'attuale localismo nel reclutamento e nei percorsi di formazione, cioè se non c'è mobilità nelle prime fasi della carriera accademica

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  58. DOMANDONE: Chi ha la precedenza a diventare professore associato tra un ricercatore TD e un ricercatore a tempo indeterminato, nel caso in cui entrambi abbiano ottenuto l'abilitazione?
    Grazie per le info che vorrete condividere.

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    1. La precedenza secondo me non esiste, nel senso, non e' scritto da nessuna parte che un RTI debba diventare associato prima di un RTD. Il problema e' che un RTI mi pare costi molto meno rispetto a un TD, oltre al fatto che, essendo di ruolo e svolgendo di fatto molta attivita' didattica, puo' "ricattare" gli altri membri del dipartimento

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    2. Inoltre, poiche' per i professori e i ricercatori RTI e' prevista la possibilita' della chiamata diretta fino al 50% delle risorse, (legge Gelmini, art. 24 comma 6) prevedo una valangata di chiamate per RTI di ruolo prima di tutto. C'e' il vincolo di destinare almeno 20% delle risorse (non dei posti) a esterni, ma in questo computo rientrano anche i trasferimenti quindi ben pochi posti posti saranno effettivamente disponibili in questo senso.

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  59. grazie Michela! il problema poi è che il ricercatore TD è appunto determinato mentre il RTI può rimanere tale per molto tempo ancora e c'è il rischio di perdere RTD validissimi solo perchè hanno vinto il concorso nuovo tipo.

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    1. Bé, non è una questione di concorso, ma di punti organico. Tu vincendo un RTD a) hai vinto mezzo punto organico per tre anni, quelli che hanno vinto un vecchio concorso RTI hanno vinto mezzo punto organico, ma a vita. Il loro upgrade ora costa 0.2, la tua assunzione costa 0.7. In teoria alcuni fra gli RTD a) (quelli validissimi?) dovrebbero accedere al canale b) che poi porta all'assunzione come associato.

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  60. @insorgere
    tre domande:

    1) "che vuol dire segue consiglio di consultare anche l'area personale"? Intendi chiedere agli amministrativi di area personale? Perchè la mia fonte viene proprio da lì?

    2) Sai mica se la norma si applica anche agli universitari medici? Ad esempio ricercatori che hanno la convenzione con l'ospedale e sono dipendenti sia dell'ospedale che dell'università o ordinari direttori di reparti...lo so che lo posso scoprire anche da solo ma son pieno di lavoro giorno e notte in questi giorni..e mi son rotto le pa.. di tutte ste leggi

    3) che famo con i rettori e i direttori di dipartimento che avevano 40 anni quota 96 a fine 2011, faranno il solito colpo di mano immagino....ovviamente spero di sbagliarmi..

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  61. dimenticavo la domanda 4:
    se fosse vero che li mandano a casa, quand'è che si leverebbero dalle...ehm volevo dire quand'è che ci lascerebbero? 1 novembre? 31 dicembre? a Pasquetta? quando...

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  62. leonardo, io non ho la sfera di cristallo. o meglio, la mia si è offuscata...

    al punto 1 vuol dire solo che l'ufficio del s. anna ha rinviato la palla ad altro ufficio
    dei medici non so nulla

    sui rettori sarei sicuro che loro cmq se la cavano

    sulla quarta questione, vediamo come esce il testo dal parlamento. io avevo capito a fine novembre, ma potrei sbagliare

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