lunedì 8 aprile 2013

LETTERA APERTA DI APRI AL MINISTRO PROFUMO: PROPOSTE PER IL DECRETO FFO 2013







Gentile Ministro Profumo,



Ci rivolgiamo a Lei a nome dell'Associazione Precari della Ricerca Italiani (APRI), scegliendo la via di una lettera aperta pubblicata sul blog della nostra associazione contestualmente all'invio al suo indirizzo di posta elettronica, per proporre alcune considerazioni in merito alla bozza di decreto sul FFO 2013 recentemente circolata. Ci teniamo in primo luogo ad esprimere il nostro apprezzamento per quanto contenuto nell'art. 6, con la previsione di uno stanziamento di fondi - da distribuirsi anche tenendo conto della VQR - di posti di Ricercatore a Tempo Determinato di tipo B. Si tratta in effetti di un'iniziativa da noi lungamente richiesta, e che ci pare risponda all'esigenza reale di incentivare questo tipo di contratti che altrimenti - come dimostrano i bandi usciti finora - finirebbero con l'essere sostanzialmente trascurati dagli atenei.

Ciò detto, vorremmo proporLe dei possibili miglioramenti. Proprio perché riteniamo che l'iniziativa sia di estrema importanza per il rilancio e lo svecchiamento del sistema universitario nazionale riteniamo che sia imperativo che - contestualmente all'allocazione di risorse apposite per il reclutamento di RTD di tipo B - si provveda anche a fare di tutto per rendere le selezioni il più possibile trasparenti e meritocratiche. Come Lei sa le disposizioni contenute della Legge 240 per il reclutamento di queste figure rappresentano, per alcuni versi, un passo indietro rispetto alle procedure di reclutamento delle ultime tornate di concorsi per Ricercatori a tempo indeterminato. In particolare si è fatto un passo indietro rinunciando ad imporre il sorteggio dei membri esterni delle commissioni, operazione che garantiva maggiore trasparenza.

Al fine di rendere veramente innovativo questo intervento formuliamo le seguenti proposte, tra loro alternative. Si potrebbe ipotizzare di allocare i posti non tramite concorsi locali, bensì attraverso procedure di selezione nazionale - basata sulla valutazione dei curricula e della pubblicazioni - sul modello di quanto già avviene per i bandi Montalcini. Le procedure nazionali renderebbero più trasparente e meritocratica la selezioni, riducendo il rischio di pratiche di reclutamento viziate da logiche localistiche. In alternativa, qualora per ragioni tecniche si ritenesse impraticabile questa prima ipotesi, chiederemmo di imporre agli atenei che volessero usufruire di tali risorse di provvedere al sorteggio dei membri esterni delle commissioni da un elenco nazionale. In entrambi i casi riteniamo che tali indicazioni possano essere contenute nello stesso decreto FFO, e dunque che siano tecnicamente fattibili e di facile applicazione.

Le chiederemmo altresì un approfondimento sul tema delle risorse destinate ai bandi Montalcini. Fine della nostra associazione è sempre stata la promozione di un sistema trasparente, europeo e autenticamente selettivo nel reclutamento universitario. Siamo assolutamente favorevoli all'apertura dei nostri atenei all'esterno, e proprio per questo ci chiediamo se e fino a che punto i bandi per il 'rientro dei cervelli' siano idonei allo scopo. Non sarebbero preferibili bandi aperti a tutti - italiani espatriati, stranieri, italiani in Italia - invece che posti riservati ad una sola categoria? Nel caso si riuscisse a rendere davvero più aperte e meritocratiche le selezioni per i posti di RTD di tipo B - secondo le modalità da noi indicate - non sarebbero tali procedure - aperte a tutti - da privilegiarsi rispetto a bandi rivolti ad una platea ristretta di soggetti? Pertanto, e anche in relazione all'esiguo numero di posti di tipo B banditi finora, le chiederemmo di voler considerare una rimodulazione dello stanziamento di risorse, destinando 10milioni all'incentivazione dei TDB e 5 ai bandi Montalcini.

Concordiamo inoltre con quanto suggerito dalla CRUI sull'opportunità che tali posti di RTD di tipo B si collochino al di fuori del conteggio dei punti organico su PROPER.cineca, cioè svincolati dal turn-over disponibile. Inoltre proporremmo di indicare espressamente che tali posti assegnati agli atenei NON debbano essere considerati ai fini del conteggio dei posti di tipo B da crearsi per ciascuna chiamata di Professori Ordinari, come prescritto dalla normativa vigente. Ciò garantirebbe che questi posti siano veramente aggiuntivi a quelli che gli atenei avrebbero comunque dovuto fare qualora intendessero reclutare nuovi Professori Ordinari.

Infine cogliamo l'occasione per chiedere di ripensare quanto prima lo stanziamento complessivo di risorse per il sistema, che è oggettivamente sottofinanziato, e di chiarire ogni equivoco circa la quota del 20% di posti destinati ad esterni nel reclutamento di PA e PO, come previsto dalla legge. In particolare ci preme che sia integralmente rispettato il dettato legislativo che impone che la suddetta quota sia conteggiata sulle teste e non sui costi.

Siamo naturalmente aperti e disponibili ad un confronto con Lei su questi punti.
In attesa di un riscontro da parte Sua cogliamo l'occasione per porgerLe i nostri migliori saluti.