mercoledì 5 marzo 2014

Lettera aperta per il Ministro Giannini

Gentile Ministro Giannini,

Le scrivo a nome dell'Associazione Precari della Ricerca Italiana (APRI). La nostra associazione si è battuta, da sempre, per aprire il sistema dell'università  e della ricerca italiano, per renderlo più trasparente e più in linea con le migliori pratiche europee.
Vorremmo chiederLe un incontro per discutere quanto prima alcune problematiche connesse al sistema universitario e  alla valorizzazione di una generazione di studiosi che si trovano in condizioni precarie pur avendo dato ripetutamente prova delle loro qualità, e ottenendo in molti casi l'abilitazione scientifica per la seconda fascia.

In primo luogo La invitiamo a prendere delle misure urgenti e di facile realizzazione che, a costo zero, garantirebbero maggiore trasparenza e apertura nel sistema dei concorsi:

1. Segnaliamo il susseguirsi di numerosi bandi concorsuali per posizioni ex art 24, comma 3, lettere a) e b) richiedenti specifici e dettagliati profili scientifici, ove la legge consente invece soltanto la specificazione di un eventuale profilo “esclusivamente tramite indicazione di uno o più settori scientifico-disciplinari". Lo stesso problema si pone per i bandi da Professore associato e da Professore ordinario che stanno uscendo ora con la conclusione delle procedure abilitative. Anche in questo caso i profili sono in aperto contrasto con la legge, la formulazione delle norme è infatti la medesima per i posti a TD  e per i posti da Prof. Si tratta con tutta evidenza di pratiche poco trasparenti ed evidentemente illegittime, che soffocano la competizione e portano ad una chiusura asfittica del sistema della ricerca.

2. Invitiamo inoltre il Ministero a vigilare sull’applicazione, prevista dalla legge, della quota minima obbligatoria di assunzione del 20% di “esterni” all’Ateneo, da calcolarsi nel rispetto della legge, dunque non sui costi bensì sul numero di assunzioni. Ricordiamo infatti che l'art. 18, comma 4 della legge 240 specifica con assoluta chiarezza che "Ciascuna università statale, nell'ambito della programmazione triennale, vincola le risorse corrispondenti ad almeno un quinto dei posti disponibili di professore di ruolo alla chiamata di coloro che nell'ultimo triennio non hanno prestato servizio, o non sono stati titolari di assegni di ricerca ovvero iscritti a corsi universitari nell'università stessa." E' del tutto evidente che la dicitura "le risorse corrispondenti ad almeno un quinto dei posti disponibili" implica che la quota sia da calcolarsi sul numero dei posti e non, come ha suggerito in precedenza lo stesso Ministero tramite circolare, sui costi. 

Se volesse intervenire con semplici circolari esplicative, garantendo il pieno rispetto della lettera e dello spirito della normativa, potrebbe rapidamente garantire una maggiore apertura del sistema dei concorsi. Inoltre eviterebbe il rischio di contenziosi amministrativi che non gioverebbero a nessuno.


Inoltre vorremmo discutere con Lei di misure volte a rendere equa la competizione nei concorsi per la seconda fascia - in cui come Lei sa la differenza di costo tra la promozione di un interno e la chiamata di un esterno rende assai squilibrata la selezione a favore degli interni. In passato il MIUR stanziò fondi appositi per gli Idonei non strutturati, per parificare i costi rispetto agli strutturati.

Crediamo infine sia opportuno e possibile rilanciare il reclutamento di posizioni di Ricercatore a Tempo Determinato di tipo B, con tenure track. Come sa gli atenei hanno bandito pochissimi posti di questo tipo, rischiamo dunque che - se non vi saranno correttivi - il sistema destini nei prossimi anni il grosso delle risorse ad avanzamenti di carriera e non ad un reclutamento vero capace di immettere nel sistema forze fresche.

Noi riteniamo che, anche per uscire dal localismo esasperato che caratterizza le selezioni, sarebbe auspicabile una misura straordinaria - in linea anche con quanto suggerito di recente dalla CRUI. Pensiamo a una revisione degli attuali bandi Montalcini, che vengano però allargati non solo a coloro che lavorano all'estero ma anche a coloro che lavorano in Italia. Dunque un bando nazionale per RTDB, dando la possibilità ai vincitori - in ordine di graduatoria - di scegliere la sede dove entrare in servizio. Di seguito i dettagli del piano per come noi lo abbiamo immaginato:

 1. Garanzia del budget, da accantonare obbligatoriamente e dal momento in cui il TDB prende servizio, per l’eventuale passaggio nel ruolo dei Professori Associati [garanzia assente nei bandi Montalcini ma prevista dalla Legge 240/10].
 2. Cofinanziamento MIUR del budget per il passaggio a PA di cui al punto 1,  per un ammontare corrispondente al 50%, a gravare sulla quota premiale FFO.
 3. Abolizione vincoli di età anagrafica o di anni dal dottorato, attualmente presenti sui bandi Montalcini, e dalla dubbia legittimità come dimostra una recente sentenza del TAR di  Cagliari.
 4. I vincitori siano esterni alla sede che li accoglie ed in cui prendono servizio. “Esterno” può essere definito un candidato che nei tre anni precedenti la data di scadenza del bando non abbia prestato servizio come Ricercatore TD, Assegnista o Post Doc nella sede prescelta.
 5. Commissioni sorteggiate da una lista di esperti, aventi i requisiti stabiliti dall'ANVUR (superamento delle mediane). Deve essere assicurata adeguata rappresentanza nelle commissioni ad esperti operanti all'estero (non solo uno su cinque come nell'ASN).
 6. Valutazione basata esclusivamente sul CV (titoli e pubblicazioni), eliminando la richiesta di un progetto di ricerca. La valutazione deve avvenire sulla base di griglie con punteggi predefiniti come quelle adottate autonomamente dall’Università di Genova e dal Politecnico di Torino per le ultime tornate di concorsi da ricercatore a tempo indeterminato.
 7. Distribuzione dei posti. Il MIUR assegna i posti ai migliori Dipartimenti italiani sulla base del VQR. In base all’ordine in graduatoria i vincitori potranno scegliere la sede.
 8. Piena portabilità dei fondi. Qualora un Dipartimento non voglia accettare un TDB nazionale, al vincitore spetta il diritto di portare il budget presso altra sede. Vanno previsti premi/punizioni in termini di quota premiale FFO per i Dipartimenti che accettano/rifiutano queste posizioni.
 9. I TDB nazionali NON devono contare ai fini del rapporto TDB-PO di ciascun ateneo. Questo per garantire che siano effettivamente posti in più.


In attesa di un riscontro da parte Sua Le porgo i miei migliori saluti.
Per APRI, il Presidente
Luigi Maiorano

150 commenti:

  1. Dite: "Distribuzione dei posti. Il MIUR assegna i posti ai migliori Dipartimenti italiani sulla base del VQR. In base all’ordine in graduatoria i vincitori potranno scegliere la sede."

    La VQR non è minimamente affidabile, ha prodotto enormi distorsione e classifiche senza capo né coda (vedi la serie di articoli su ROARS). Scrivere questa voce nella vostra lettera scredita il buon lavoro fatto sugli altri punti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La VQR è una buffonata. Purtroppo il MIUR già la usa per distribuire le sedicenti quote premiali del Fondo di Finanziamento Ordinario.

      Elimina
  2. I soldi non ci sono......i ministri cambiano e non succede nulla.....come si attivano i contratti RTD se non si interviene anche qui sul cuneo fiscale?

    RispondiElimina
  3. Guys, scrivete piu' lettere di un innamorato. Ammiro la lotta.

    RispondiElimina
  4. Preciso il commento precedente. Non vedo come un precario possa ottenere un posto da PA nei prossimi, diciamo, 5 anni? Poi con questi continui cambi al ministero non si vede alcuna strategia, navigazione a vista. Solite cose, per carita', ma non vedo come si possa strategicamente continuare con la ricerca da precario in Italia.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. la situazione e' confusa, ma questo non significa che bisogna smettere di lottare.

      ricordo l'appello a registrarsi nell'elenco dei precari abilitati, vedere post precedente su questo stesso blog

      Elimina
    2. Gia' registrato. A me la situazione pare piuttosto chiara, considerazioni anche banali, non c'e' alcuna volonta' politica di favorire il ricambio generazionale, reclutare ricercatori non nel sistema, licenziare i parassiti cambiando status giuridici che forse avevano un senso quando c'era il duce. Al massimo fanno finta di ascoltarti, intendo sia la politica che l'Universita'. E' un tema che non va sui giornali, per un precario che se ne va ne sbattono dentro un altro. Funziona un ricorso al TAR su 100, magari dopo anni. Non si possono mettere profili dettagliati e ci sono quasi sempre profili dettagliati nei bandi. Ho iniziato con il dottorato nel 2004 e se possibile la situazione e' peggiorata. Che non si debba smettere di lottare e' un'opinione legittima, moralmente condivisibile, ma quante persone ho visto inseguire promesse, pochi soldi, buttare nel letame il proprio talento ed i propri sforzi. C'e' un costo opportunita' da considerare e gli eroi spesso muoiono in battaglia. Andate all'estero se potete, se non potete chiudete la baracca. E' un classico esempio di Concorde fallacy.

      Elimina
    3. Aggiungo che anche nel caso i concorsi fossero aperti ai precari, con lo scellerato, demenziale blocco del reclutamento che va avanti da una decina d'anni o piu', per ogni posto da PA ci sarebbero quanti, 6-8-10 precari con un CV adeguato? Massimo rispetto e condivisione della maggior parte delle istanze di APRI, ma qui si sta cercando di svuotare l'oceano con un bicchiere da spumante.

      Elimina
    4. non si sta cercando di svuotare l'oceano dei precari, si sta cercando di aprire il sistema e renderlo più moderno

      Elimina
    5. Consiglio di rinominare l'"Associazione dei Precari della Ricerca Italiana" (mazzinianamente) "Associazione per il miglioramento e l'ammodernamento dell'Universita' come proposto dai precari italiani della ricerca".

      Elimina
    6. Pardon, da alcuni precari della ricerca.

      Elimina
  5. Chi sa spiegare la differenza tra posti PA per esterni, interni, esterni/interni. Quanti punti organico impegnano gli uni e gli altri? Chi può partecipare?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. devi vedere art. 18, comma 4 della legge 240.

      li' si stabilisce che il 20% dei posti vanno a esterni cosi' qualificati: coloro che nonhanno prestato servizio, avuto assegni, sono stati studenti della sede che bandisce nel triennio precedente.

      una circolare miur interpreta il 20% dei costi, e non dei posti, cosi' riducendo i posti al 7% circa. si tratta pero' di interpretazione forzata e chiaramente illegittima, ma come al solito siamo in italia...

      Elimina
    2. Per diventare PA un esterno costa 0.7 po, un interno (ad es. RTI) 0.2 (0.7-0.5)

      Elimina
  6. da quello che ho capito io un PO vale un punto organico. Un PA vale 0,7 ed un ricercatore 0,5. Per cui un upgrade da ricercatore a PA costa 0,2. Un upgrade da PA a PO costa 0,3. Prendere uno nuovo costa il "valore pieno". Giusto?
    V.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. il punto è proprio questo: noi chiediamo che il miur metta a disposizione fondi per coprire la differenza di costo tra esterno ed interno, in modo da rendere equa la competizione.
      fu fatto a suo tempo con gli idonei non strutturati

      Elimina
    2. Non sarebbe equa lo stesso. I dipartimenti vogliono sistemare i ricercatori abilitati gia' nel dipartimento, esauriti quelli magari pensano agli attuali precari. I profili dettagliati a cosa servono?

      Elimina
  7. Il ministro Giannini ha dato segno di rispondere alla vostra lettera?

    RispondiElimina
  8. http://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2014/03/07SI95053.PDF
    Figà Talamanca sui concorsi con profili illegittimi

    RispondiElimina
  9. Carissimi, a volte la curiosità mi induce a leggere i vostri post e....lo scenario mi sembra tragicomico. Dopo aver avallato norme sul reclutamento completamente insensate se viste alla luce di quanto accade nei Paesi di punta per la ricerca, ora dovete sgomitare tanto per farvi ascoltare, ogni volta che cambia il Ministro, per andare ad insegnare nelle Università di un Paese che dovrà continuare a fare drastici tagli di spesa pubblica (con conseguente razionamento delle risorse anche per le Università), che rischia ancora l'insostenibilità finanziaria (aumento record del debito pubblico) e che avrà sempre meno studenti universitari.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Senza offesa, Euroricercatore, ma che hai fatto, copia e incolla dal blog di Grillo? Dai l'idea di ripetere solo slogan senza senso.

      Elimina
    2. Caro Marc, la mia era solo una constatazione di chi osserva la realtà italiana in modo neutrale e distaccato (non avendo interessi propri in gioco). Chiunque abbia onestà intellettuale può constatare il quadro che ho descritto; basta avere la mente non ottusa e limitata come la tua - senza offesa - ma aperta all' osservazione della realtà italiana nel suo complesso. Mettendola sul personale (mentre la mia era solo una fotografia generale), mi hai costretto a rispondere a tono anche se non volevo....se non tollerate voci diverse dalla vostra, non interverrò più, ma non chiamate questo blog un "luogo di discussione"

      Elimina
    3. mi pare che qui si siano sempre tollerate opinioni diverse.

      cmq in sostanza quanto osserva euroricercatore non è sbagliato, però non ci sono alternative. siccome vogliamo provare a cambiare il sistema dobbiamo lavorare con i ministri che ci sono. non li scegliamo noi gli interlocutori, né dipende da noi la durata degli incarichi o la qualità delle scelte

      Elimina
    4. Invece ciò che scrive Euroricercatore è profondamente discutibile, se non del tutto sbagliato. I tagli alla spesa pubblica non implicano tagli al sistema Università, anzi. Come avete potuto notare il FFO non è diminuito dopo i tagli previsti dal governo Berlusconi, riverberatisi nei 3 anni successivi. I fondi di ricerca sono stati spostati da PRIN a FIRB e al nuovo SIR, ma anche lì, nel complesso, non c'è stato un blocco totale. Con il rimbalzo del PIL è invece ragionevole aspettarsi una crescita del sistema Università e Ricerca a medio-lungo termine. Per quel che riguarda il sistema macroeconomico Italiano, bisogna essere ciechi per non rendersi conto che l'Italia è appena entrata in fase crescente: con la crescita del PIL e grazie all'avanzo primario Italiano, che è sempre stato alto rispetto agli altri Paesi nell'Eurozona, la ripresa Italiana è praticamente ovvia. Capisco che siamo abituati a lamentarci senza sosta dell'Italia, ma chi si suppone faccia ricerca nel mondo universitario non può limitarsi a ripetere a pappagallo delle sciocchezze da blogger in declino. Poi chiudo con una osservazione: non ho detto che non tollero le opinioni di Euroricercatore, solo che le trovo ingenuamente assertive. La tiritera vittimista del "se non tollerate opinioni diverse dalla vostra non scrivo più" è decisamente infantile e stancante.

      Elimina
    5. Caro Marc, io invece trovo infantile e terribilmente superficiale la tua analisi della situazione italiana..."rimbalzo del PIL" mi sembra una espressione da cornacchia che imita i telegiornali filogovernativi. La realtà è diversa: al massimo, in Italia vi è una ripresa dell' export in pochi settori di nicchia, ma una domanda interna molto debole a causa dell'incertezza sul futuro percepita da larghi strati della popolazione e, comunque, vi è un debito pubblico la cui dinamica è fuori controllo. Ti informo che la Commissione Europea (non io) ha posto l' Italia sotto osservazione per eccessivi squilibri macroeconomici ed ha rilanciato l'allarme sul debito pubblico (nonostante il calo dello spread). Anche nell'ipotesi (ottimistica) in cui vi sia un modesto aumento (non certo un rimbalzo) del PIL nel 2014, ciò servirebbe a ben poco se il numeratore del rapporto debito/PIL continuasse a salire come ha fatto finora e se, dunque, il rapporto continuasse ad aumentare. L'avanzo primario è praticamente una scelta necessaria per cercare di rallentare la crescita del debito pubblico in valore assoluto (tentativo finora fallito), ma dovrebbe essere evidente a tutti (alla luce dei vincoli di bilancio) come qualunque scelta governativa che, a parità di altri fattori, aumenti ancora una voce di spesa (anche se riferita alle risorse per il sistema universitario), deve trovare copertura o in nuove imposte (opzione non attraente dal punto di vista elettorale) o nella riduzione di altre spese (che creerebbe malcontento e perdita di consenso in altri settori). Ove ciò non accadesse, la Commissione Europea rilancerebbe l'allarme sull' Italia (come ha fatto questi giorni). Fra il tagliare le spese in altri settori ed il tagliarle (o comunque non aumentarle) per l' Università, ogni governo cerca di individuare la scelta che comporta minore perdita di consenso sociale ed elettorale, e da questo punto di vista è più rischioso tagliare la spesa in altri settori - sanità, scuola, etc.. - che non all' Università. Potrei continuare a lungo, ma mi fermo. Chi fa ricerca nel mondo universitario dovrebbe essere capace di analisi ben più articolate e profonde della tua

      Elimina
    6. Bravo, Euroricercatore, almeno hai articolato un po' il tuo pensiero. Non condivido affatto la tua interpretazione, che trovo parziale e tutt'altro che profonda. E vedo anche che hai abbandonato la dialettica del "non mi fate esprimere il mio pensiero, brutti cattivi". Chissà se un giorno o l'altro imparerai anche a non irrompere su questo blog con toni come quelli del tuo commento originale.

      Elimina
    7. Caro Marc, nella mia analisi ad un certo punto mi sono fermato volutamente, anche per non contestare troppo le tue banalissime affermazioni precedenti, che non condivido e che, ai miei occhi, denotano scarse capacità di analizzare la complessa realtà socio-economica italiana e le interdipendenze fra le varie componenti. E' completamente evidente che noi due siamo su lunghezze d' onda totalmente diverse ed incompatibili, ma anche che nessuno è interessato ad un battibecco fra noi due. Chissà perché soltanto tu hai visto certi "toni" nel mio commento originale.......che invece voleva essere solo una riflessione. Simone Vincenzi ha compreso il mio primo commento ed anche Insorgere aveva ammesso che la sostanza non era sbagliata. Ne deduco che tu hai una certa insofferenza verso chi ha punti di vista diversi dai tuoi!

      Elimina
    8. E deduci male, caro Euroricercatore. Non è il tuo punto di vista che mi da un profondo fastidio, non so più come spiegartelo, ma il modo con cui ti poni ogni volta che intervieni su questo blog. Scendi dal tuo piedistallo, e la prossima volta discuteremo di tutto quello che vuoi.

      Elimina
    9. Caro Marc, mi sembra che tu soffra di una illusione ottica: io non sto su alcun piedistallo.
      Semplicemente, iniziai il percorso in UK, in un sistema in cui le Università competono le une con le altre per attrarre i talenti (da tutto il mondo), ed il mio futuro accademico dipende dal fatto di restare appetibile in tale sistema. Posso quindi guardare alla realtà italiana l' occhio di un osservatore neutrale, che però resta sconcertato di fronte a certe dinamiche, come ad es. l'esistenza di una procedura come l' ASN, l' accettazione da parte vostra della logica dei contratti a tempo determinato (perché dovrebbe esistere la categoria dei precari? bho..) o il fatto che dobbiate bussare al Ministro per farvi assumere dalle Università italiane e spingere il Miur a cofinanziare le Università per prendervi, mentre invece, in un sistema virtuoso, dovrebbero essere le Università stesse, per prime, a voler investire su chiunque sia in grado di contribuire efficacemente alla ricerca ed alla didattica, e la legge non dovrebbe intervenire né nelle procedure di reclutamento né in quelle di promozione. Inoltre, in un sistema virtuoso, la ricerca dovrebbe essere valutata per gli effetti positivi che produce per lo sviluppo socio-economico, cioè fuori dal mondo accademico, e le Università dovrebbero, proprio per tale motivo, avere una elevata reputazione sociale come centri indipendenti di produzione del sapere e motori di sviluppo; dovrebbero cioè essere indipendenti nelle scelte, ma responsabilizzate per i risultati che producono.....mi sembra che in Italia accada tutto il contrario.

      Elimina
  10. Caro Euroricercatore, mi sembra una buona descrizione della realta'. Per questioni di VISA devo rientrare in Italia fra non molto ed ho improvvisamente realizzato che mi tocchera' reinserirmi in un contesto fuori da ogni logica. TAR che non funziona, Universita' che calpestano le leggi, gruppi di potere, scienziati con CV ridicoli, nessun rispetto per le ambizioni professionali dei non strutturati, gente in fila mendicando un posto. Ogni tanto una lettera, un editoriale, un incontro (si benissimo, certo, ci penseremo, grazie, alla prossima), RTDa,b,c,d, visioni oniriche. Da 10 anni risultati a cifra tonda, 0.

    RispondiElimina
  11. Risposte
    1. Caro Simone, grazie, apprezzo molto la tua condivisione della mia fotografia

      Elimina
  12. Di fondo non c'è alcuna minima possibilità di cambiamento. Il sistema è chiuso e innalza barricate sempre più alte a difesa dell'indifendibile. I soldi diminuiscono forse è vero ma la lotta all'accaparramento delle poche risorse riguarda sempre le solite, poche persone. Le logiche per la distribuzione dei punti organico attualmente messe in atto dimostrano una totale mancanza di interesse per l'immediato futuro. Il lavoro e l'impegno di migliaia di giovani è calpestato dalle solite ambizioni carrieristiche. Soldi spesi per la formazione di futuri NON ricercatori buttati nel cesso.

    Molti strutturati si riempiono la bocca davanti agli studenti dei primi anni con discorsi di ideali e minchiate di ogni tipo ma nessuno di loro è disposto ad ammettere che lo stesso cancro che invade i palazzi della politica sta uccidendo le nostre università.

    RispondiElimina
  13. I precari non dovrebbero presentare un decalogo che nessuno prendera' mai in considerazione, serve pragmatismo. Si parla nei dieci punti di RTDb, ma ce ne saranno 5 in Italia, sono nati morti (rilanciare e' un linguaggio da CGIL, aggiungo).
    I precari dovrebbero insistere su una cosa sola. A mio parere, il 50% (non capitera' mai, ma l'ambizione e' quella) di nuovi posti da PA per precari e la meta' di questi per precari che per 3 anni non abbiano avuto contratti/studente ecc. con l'Universita' in questione. Certo i ricercatori non lo permetterano, barricate, ma la battaglia e' quella, e' un gioco a somma zero. C'e un premier che cavalca da anni il giovanilismo, il ricambio, il punto e' quello. Questi pipponi sulla portabilita' di qualcosa che non esiste e' una strategie da barbudos perdenti.
    Poi capirai, al ministro arrivano le scuole da sistemare, gli insegnanti di scuola superiore incazzati neri, i soldi che non ci sono, ed alla fine il rilancio dei TDB.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. @simone
      secondo me fai confusione: ci sono due strade per il reclutamento. la prima - cioè quella primaria prevista dalla legge - sono i tdb. chiedere che se ne bandiscano di più non è una strategia perdente, e chiedere che si bandiscano concorsi nazionali in cui chi vince sceglie la sede significa provare a rompere il locassimo soffocante che caratterizza il sistema.

      quanto ai concorsi da PA, già ottenere il rispetto della quota del 20% - come facciamo nella lettera - sarebbe un successo.
      Inoltre se guardi bene si va al di là di questo, infatti si chiede di intervenire per rendere equa la competizione tra strutturati e precari, il che implica una copertura del differenziale in termini di costo di punti organico

      Elimina
  14. insorgere, perdonami, temo di non fare confusione. Pur essendo all'estero ho seguito con una certa attenzione la situazione italiana per i motivi di cui sopra. Non faccio del qualunquismo, ma leggi e regolamenti nell'Universita' vengono seguiti con una certa spensieratezza. Bisogna prenderne atto, altrimenti si vive su Plutone e si va ad abbracciare gli alberi come fanno qua dove vivo.

    Pensiamo al 20%, prima era sui posti, poi guarda caso e' diventato sui fondi, il che significa un nuovo posto per precari ogni passaggio di papa (non si muore neanche piu' da papa). Guardiamo i profili, sono 3 anni che vengono fuori profili dettagliati, e' stato fatto presente piu' volte, e' successo qualcosa? Pensate che questo nuovo ministro buttato li' un po' a caso per accontentare Scelta Civica possa in qualche modo cambiare la rotta? Io rispetto la vostra lotta e ci mancherebbe, ma ditemi, avete portato a casa qualcosa, prima di tutto per voi?

    In Italia i "dovrebbero", "la legge dice", "secondo regolamento" non esiste. Ricorsi al TAR non esistono. Magari cambiera' tra 10 anni, ma intanto sarete (magari saremo, spero di no), fuori dai giochi, a cercare lavoro online ecc. dal mio punto di vista servirebbe una battaglia dei precari, cioe' il riconoscimento del proprio valore professionale, per quello dico il 50% (limite teorico, come detto sopra) come unica battaglia. Quando si ottiene il riconoscimento, nel mondo magari dei sogni, si puo' poi parlare delle istanze nei vostri 10 punti. Non vi dico niente di nuovo, ma ora il precario e' una nullita', non ha peso, presenta i 10 punti ogni 9 mesi. Non e' chiaramente colpa vostra, ma in questo momento storico italiano, con il giovanilismo, il ricambio, la rottamazione, e' l'unico messaggio che puo' funzionare, un solo criterio, rigido, non aggirabile per reclutare nuove persone.

    Riguardo all'ultimo punto, come dicevo precedentemente, ma e' sfuggito, non e' solo un problema di differenziale di costi. I dip. non vogliono neanche strutturati esterni, vogliono in larga parte promuovere gli interni abilitati. Mettiamo che un dip. abbia 3 ricercatori abilitati e 3 nuovi posto da PA nei prossimi 5 anni, chi pensi venga promosso? Adesso si parla di costi, poi dopo il problema sara' che il precario non ha fatto didattica, crediamo ancora nei concorsi? Serve pragmatismo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. SBAGLI!
      di ricorsi al tar è pieno, per fare un esempio soltanto.

      quanto alla questione degli interni, è proprio una differenza di costi: assumere un esterno (sia precario o strutturato altrove è assolutamente irrilevante) costa 0,7. promuovere un interno invece costa 0,2.

      Elimina
    2. cmq vedi la differenza tra apri e la tua posizione è che a te interessa portare a casa un risultato subito, a noi interessa cambiare il sistema.

      peraltro tutto sto 'pragmatismo' non lo vedo nei tuoi messaggi: dove sono le proposte? per ora non fai che polemizzare un po' genericamente, ma di costruttivo e pragmatico non ho letto assolutamente nulla

      Elimina
    3. i profili cesseranno appena ci sarà un sentenza del tar.
      esattamente come sono cessati i bandi per assegni con limite di età dopo una sentenza del tar

      Elimina
    4. il 20%, o il tuo ipotetico 50%, cmq non riguarda i precari ma gli 'esterni'. alcuni precari sono interni, alcuni strutturati sono esterni. dipende dal contesto, vale la pena informarsi bene prima di discutere di questioni tecniche

      Elimina
    5. Avevo scritto un messaggio piu' lungo, poi mi sono irritato per il commento arrogante di un nom du plume che ha portato a casa poco fino ad ora. Ho tagliato e mantenuto solo il paragrafo finale.

      In ogni caso, non sono neanche iscritto ad APRI, anche perche' per come la vedo la priorita' per una associazione di precari e' creare posizioni per i precari (leggi bene, non ope legis, promozioni, proposte pazzesche), la stessa priorita' che avevo nel 2004, non cambiare il mondo. I camionisti hanno come priorita' i camionisti, non cambiare la rete ferroviaria. Qualche risultato lo ottengono. In bocca al lupo per l'incontro con la ministra, sara' molto interessata alle proposte di ampio respiro. Un bicchiere di acqua tiepida prima dell'incontro, come consigliava Ronald Reagan. Bye bye. Ah, firmatevi con il vostro nome, serve un po' di coraggio nella vita.

      Elimina
    6. Termino, grande rispetto per insorgere, apri ecc., ma cambiare il mondo non mi interessa. Bye.

      Elimina
    7. continuo a non vedere le proposte pragmatiche

      Elimina
    8. 50% (magari per avere 30%) di posti (non punti organico) PA per non strutturati. La meta' di questi per non-strutturati esterni. Non preoccupatevi di quello che c'e' ora, l'abilitazione cambiera', il governo cambiera', non e' un movimento di massa quello dei precari, e' in gran parte un movimento di nicchia di gente, per inclinazione, neanche troppo incazzata, che la prende con filosofia.

      Non ho detto che TDb,c,d non siano importanti in piano sovietico dei 5 anni, ma ho anche scritto che serve (a mio parere, spero sia chiaro) una vittoria, cioe' un riconoscimento per i precari. Poi si pensa al resto. Pragmatismo, no? Infatti non ho parlato di proposte ("continuo a non vedere le proposte pragmatiche"), ma di unica proposta che riconosca la presenza in Italia dei precari. Ti diro' di piu', per come la vedo io, il messaggio dovrebbe arrivare a Renzi, il suo numero di telefono l'hanno cani e porci, la Giannini conta come il due di bastoni. Io dichiaro che se non mi daranno la "no objection" andro' a rompere le palle al presidente del consiglio, tutti gli organi di informazione a partire dal Corriere della Sera ed anche tutto il clero.

      La ritieni irrealizzabile? Benissimo. Per ora di irrealizzabile ci sono stati i 10 punti di cui sopra, sarebbero 11.

      Prima parlavi di soluzioni subito. Certo. Io e' dal 2004 che sento del movimento dell'onda (lo ricordate?), sento i barbudos sul tetto con il megafono, leggo di interrogazioni, di ricorsi al TAR per concorsi da Angola. Non ci crederete, risultati zero. Guardatevi allo specchio, stiamo diventando vecchi, poi di Universita' ne parliamo al bar. Se abbiamo le capacita' per fare ricerca, bene, altrimenti si fa dell'altro (o nel mio caso si va da un'altra parte). Ma la non considerazione da parte di ministero, presidenza del consiglio e farabutti vari e' inaccettabile.

      Elimina
  15. Sono un accademico come voi e capisco gli approcci analitici, razionali, i punti programmatici, le richieste, gli incontri, ma serve un cambio di passo. Il ministro Carrozza firma 10 minuti prima di andarsene, altri scappano con la cassa, i soldi non ci sono e poi saltano fuori miliardi di euro, noi rispettiamo l'Europa e dopo un mese i criteri sono troppo rigidi, uno dice che supporta il governo e 10 minuti pianta il coltello nella schiena, il papa si dimette e tutti sono sorpresi per circa 3 minuti poi si passa alla prossima notizia.

    Oggi funziona il colpo di mano, l'imboscata. I punti, le richieste, gli incontri, i tavoli non funzionano. Chi la dura la vince e' una fandonia,

    RispondiElimina
  16. cominciamo con il bloccare i passaggi di carriera a favore del ricambio generazionale,

    RispondiElimina
  17. Non c'e' alcuna giustificazione politica o economica per un blocco delle carriere.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. non c'è alcuna giustificazione per promozioni di massa

      Elimina
  18. Risposte
    1. le stanno facendo, senza bisogno di chiederle

      Elimina
    2. Io di massa ancora non le vedo, concorsi chiusi vecchia maniera certamente, ma non sono cosi' addentro alle cose.

      Elimina
    3. l'80% dei posti (almeno) andranno in promozioni di interni strutturati. questo è chiarissimo, basta leggere la normativa e informarsi sulle dinamiche di ateneo.

      Elimina
  19. Insorgere e Simone, che ne pensate della mia proposta di intervenire sul regime fiscale dei TDA e TDB? Se ne bandiscono pochi perchè costano troppo....non pensate che se costassero meno i non strutturati avrebbero a disposizione molti bandi in più?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. non credo sia quello il punto. il problema sono i punti organico.

      Elimina
    2. Il problema e' che i precari della ricerca non interessano. Non fanno casino, sono relativamente pochi, sono poco incazzati, hanno pochi contatti in Parlamento. A volte nemmeno ai precari interessano i precari.

      Mettendo una quota fissa di posti PA per precari (stanno parlando di parita' di genere in costituzione, un'assurdita' ben piu' grossa della quota precari), corrispondenti a 0.7 punti organico, si aspetterebbe a bandire. Hai 0.2, non puoi, 0.4 non puoi, 0.6 no, bene 0.7. E non invento queste robe perche' devo tornare in Italia, c'e' gente bravissima che concorrera' come me a posti da PA. Solo assisto da un decennio alla vessazione dei precari con gestione separata, contratti da nazione in via di sviluppo, robe che mi fanno veramente incazzare.

      Elimina
  20. semplicemente, perchè se la mia produzione scientifica è pari a quella di un PA (3000 euro al mese, contratto TI, contributi, 13ma and and and) devo continuare ad avere un contratto da assegnista precario, uno stipendio da fame, 0 diritti e nessuna possibilità di miglioramento? Non è forse questo un blocco di carriera o meglio un binario morto per una carriera che mai potrà esserci?
    Perchè ho la sensazione che la categoria degli strutturati si sia convertita in una casta di eletti incapace di mettere a disposizione spazi e risorse ai più giovani? Quali erano i parametri di chi ora si riempe la bocca di minchionate alla nostra età e soprattutto hanno mai dovuto confrontarsi con dei parametri per accedere ai ruoli in cui sono?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anche se non sono d'accordo con quanto sostenuto da ganjalf, devo ammettere che anch'io mi sono ormai abituato all'idea che persone inadeguate (tanti hanno CV da far sbudellare dal ridere) ricoprano ruoli di un certo prestigio e siano non giudicabili, non licenziabili, quasi non criticabili. Vergognoso.

      Elimina
  21. Il problema è sempre quello: chi ha la pancia piena nn si preoccupa di chi la ha vuota!
    I RTI e PA che sono stati trombati alle abilitazioni fanno ricorsi con il solo obiettivo (DICHIARATO!) di far saltare tutto, fregandosene dei precari. Tanto a loro lo stipendi comunque continueranno a pagarlo.
    http://www.roars.it/online/asn-laccesso-agli-atti-come-rimedio-per-le-lungaggini-delle-commissioni/

    RispondiElimina
  22. E quindi alla Ministra bisogna chiedere una cosa sola:
    BLOCCO DELLE PROGRESSIONI a favore di NUOVE IMMISSIONI!
    Ci andrà di mezzo anche qualche RTI e PA che lavorano bene, ma sono minoranza rispetto alla massa di nullafacenti NON LICENZIABILI!

    RispondiElimina
  23. Ancora un commento e poi taccio:
    cercate i CV di alcuni dei ricorrenti: H index ridicoli (quando ci sono!)
    sarà un caso???!!!???!!!!????

    RispondiElimina
  24. condivido condivido ma non vedo, non trovo una soluzione nel proporre solo altri paletti allo schema attuale. si parla di massimi sistemi, di minimi sistemi, e poi tutto comunque riconverge nei punti organico (DMn.713 del 9 Agosto 2013), paletto ineludibile che manda in malora il merito. voi parlate di mettere altri paletti, palettini palettucci: siano essi l'anzianità, la residenza anagrafica o l'affiliazione ad un università... il paletto che vorremmo sicuramente è come un fix di un baco di un software, un cerotto non risolve alla radice il problema.

    Chiedere che si basi tutto SOLO SUL MERITO sarebbe impossibile?
    Ho una proposta.
    Che ne direste di un discorso diverso: ribaltiamo tutto, non vincoliamo le nuove entrate agli avanzamenti di carriera, facciamo l'opposto per evitare che ci siano solo avanzamenti.
    Si diano tot posti alle università SOLO PER NUOVE ENTRATE (non mi interessa il loro colore degli occhi), e facciamo in modo che LE UNIVERSITA' FACCIANO DI TUTTO PER ACCAPARRARSI I MIGLIORI (stabiliti tramite graduatoria di merito nazionale, chiamatela abilitazione se volete o in altro modo se pensate sia stata fatta male) e poi stabiliamo che SULLA BASE DELLA CAPACITA' CHE HANNO AVUTO LE UNIVERSITA' DI ATTRARRE I MIGLIORI (cioè su quanti dei migliori si sono presi) SI DIANO PUNTI ORGANICO PER GLI AVANZAMENTI.
    Lottino loro per avere i precari migliori, MAGARI GIUDICATI EX-POST, perché solo così si catalizza il migliramento.

    Che ne dite? Ditemi dove sbaglio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Spiego meglio l'ultimo punto. Le univeristà cerchino di attrarre i migliori, poi una volta attratti, si verifichi anche che sono davvero i migliori, nel senso che si vada a distanza di un anno o due a verificare il loro impatto scientifico e si premi ulteriormente le università se hanno scelto bene e si tolga qualche loro qualche punto utilizzabile per gli interni se hanno puntato sul cavallo sbagliato, questo stimolerebbe a controllare e seguire i nuovi entrati e da li tutto il sistema.

      Elimina
    2. Una nuova persona in un dipartimento medio, mettiamo composto da 30 strutturati (sono ancora abituato ai vecchi strutturati), fa passare il dipartimento da medio a buono (scegliete la misura che volete)? E poi valutazione da chi ed in base a cosa? Nel sistema american quando si chiede la tenure, una parte della valutazione e' affidata ai peers, i quali valutano le capacita' e l'impatto scientifico del candidato. Vi immaginate in Italia? Io dico che il tuo e' bravo, poi tu l'anno prossimo dici che il mio e' molto bravo.

      Elimina
  25. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  26. concettualmente non sbagli. Il problema å che un sistema del genere favorisce decisamente chi sta fuori ed å un po' ingenuo pensare che chi sta dentro possa metterlo in atto...

    RispondiElimina
  27. secondo me non lo deve mettere in atto chi sta dentro ma chi sta sopra, il riformatore.
    è tutto davvero così ingenuo solo perché la nostra interfaccia sono rettori ed ex-rettori? diamine, ci sarà qualche riformatore che con un minimo di senso di responsabilità capisca che va tagliato il cordone ombellicale a questa baronia universitaria se vogliamo un univeristà, una ricerca che funzioni perché si autocontrolla.
    Secondo me anche in questo caso come in altri settori che necessitano di riforme ora è il momento di farle, basta che il riformatore, sia il presidente del consiglio, sia il ministro, sia il presidente della crui, percepisca il messaggio. Troppo ingenuo? La mia unica paura è la serietà nello stabilire criteri di giudizio (vedi ASN). Vedete altri difetti in questa idea?

    RispondiElimina
  28. Chi sta dentro ha rappresentanza, peso ed alcuni rappresentanti in Parlamento. I precari non esistono, il radar non fa blip, l'opinione pubblica non sa neanche chi siano i precari, non sa neanche cosa sia un dottorato di ricerca, non si puo; trascurare questo punto, spesso il precario e' confuso con lo studente.

    La riforma del reclutamento gia' nel 1980 sarebbe stata in ritardo. A me i punti di APRI non dispiacciono e sono ben articolati, peccato possano sortire effetti apprezzabili solo in una decina d'anni. Fra 10 anni stiamo freschi, poi in Italia. Soprende il desiderio del legislatore italiano di inventare sempre robe nuove, il mezzo proporzionale all'irlandese con aggiustamenti all'italiana, la partecipazione del lavoratore in azienda come in Germania, ma non come in Germania. Il sistema francese universitario (/incluso CNRES) funziona molto bene (colleghi lavorano la' e stanno benissimo), il sistema americano benissimo (pur reclutando lo 0.8% dei PhD!), quello inglese funziona, tedesco anche. Boh, in Italia devono inventare il RTDa, poi il b forse senza soldi, il 20% di qualcosa ancora da definire dopo 4 anni destinato agli esterni, l'abilitazione nazionale con criteri rigidi poi rilassati, mi viene letteralmente da ridere. Provate a spiegarlo ad uno straniero, io ormai dico solo che e' impossibile entrare in Universita'. Anche qua una sorpresa, in Messico ci sono invece possibilita', nel Messico dei narcos!

    Poi gente che fa ricorso quando dovrebbe vergognarsi e ringraziare nostro signore di non essere licenziata. Una quota di PA per precari mi pare l'unica soluzione percorribile nel breve (2 anni) - medio (5 anni) termine. Ci vorrebbe una bella imboscata a Renzi a Ballaro' o da Santoro. La ritengo una missione impossibile nell'attuale clima, ma il papa si e' dimesso, pd e ncd sono insieme, tutto il mondo puo' cambiare, lo diceva anche Stallone.

    RispondiElimina
  29. o non hai capito o fai deliberatamente confusione vincenzo: le proposte apri romperebbero gli equilibri SUBITO se accolte.

    1. il rispetto della quota del 20% vorrebbe dire molti più concorsi per esterni subito
    2. l'abolizione dei profili implicherebbe selezioni più aperte subito
    3. l'equiparazione dei costi tra interni ed esterni inciderebbe immediatamente
    4. il piano nazionale tdb - darebbe 1000 posti subito, e sarebbero posti con tenure track

    RispondiElimina
  30. inoltre sono tutte proposte applicabili SUBITO senza complessi passaggi parlamentari, ma solo con iniziative dirette del ministro

    RispondiElimina
  31. @insorgere: non capisco perché non consideri proprio la mia idea, perché limitarsi a questo? perché rimanere nei loro schemi anziché richiederne altri più sani e meno facilmente aggirabili? perché di questo si tratta e lo sai. evitiamo sanatorie da pensione minima a 1000 euro per tutti. puntiamo tutto solo sul merito. da subito.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. mao le tue richieste sono sensatissime ma non applicabili senza modifiche legislative importanti.

      lo stesso vale per le confuse proposte di vincenzi, il quale non capisce o finge di non capire che la quota per esterni non è riservata ai precari. Al contrario è anche l'unica via per i trasferimenti di associati o ordinari da un ateneo ad un altro, e ovviamente include anche strutturati (rti) di altre sedi, oltre a personale degli EPR o strutturato all'estero.

      le nostre proposte sono invece tutte applicabili subito, a costi invariati (cioè al massimo spostando risorse all'interno del ffo, ma senza stanziamenti aggiuntivi), e NON richiedono passaggi parlamentari. sono proposte studiate appositamente per poter essere applicate dal ministro tramite circolari o decreti ministeriali

      Elimina
    2. Ma chi non ha capito che il 20% e' destinato a tutti gli esterni? Io l'ho capito benissimo, da tempo. Se ti riferisci ad un post precedente, era scritto senza troppa attenzione. Dove sono le mie proposte confuse? Ne ho fatta una. Forse hai problemi di comprensione o hai le allucinazioni, vedi delle "cose". Non sentirti attaccato, siamo tutti amici. Ho detto che ho grande ammirazione per la lotta di APRI, ho detto che sono d'accordo con le proposte, ma che non verranno mai applicate, non sei circondato.

      Elimina
  32. insorgere, mi chiamo vincenzi e non vincenzo, gia' sbagliare il nome e' una partenza irrispettosa.
    La quota del 20% e' insufficiente numericamente, l'ho gia' scritto, come ho detto puoi non essere d'accordo e non lo ripeto piu'. Alle selezioni piu' aperte non credo, mi sembra equivalente a sperare nella vita eterna, come ho detto basta che le commissioni guardino la didattica. Siamo in Italia.
    APRI chiede un contributo sui costi. Per me e' un gioco a somma zero, soldi non ne danno, scritto prima. Se non sai cosa sia un gioco a somma zero te lo spiego, ma intuitivamente dovresti capirlo. Prima di dare soldi per i precari danno soldi ad altri. I TDb veri richiedono soldi allocati, vedi punto precedente, ripeto per me rimane un gioco a somma zero o quasi nei prossimi 2-5 anni. Avete sentito parlare di impulso alla ricerca scientifica da parte del nuovo governo? Io no, infatti hanno messo un peso piuma all'Universita'.
    Non sono iscritto ad APRI, APRI fa quello che vuole. Non prendermi per quello che non capisce perche' caro mio e' un po' che sono in giro come voi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. quando farai proposte concrete, e non solo polemica, quando dimostrerai di comprendere e di conoscere la legislazione in materia, ti si prenderà sul serio

      Elimina
    2. cmq la giannini è il segretario di scelta civica, cioè una delle componenti della coalizione fondamentali per avere l maggioranza al senato. non è esattamente un 'peso piuma'

      Elimina
    3. Opinione: la Giannini e' un peso piuma. Tua opinione: non e' un peso piuma. Molto bene. Rispetto la tua opinione. Anzi, mi auguro che non sia un peso piuma e che tu abbia ragione, come mi auguro che le proposte APRI vengano accettate.

      Ho fatto una proposta concreta, come ho scritto prima - nonostante tu abbia problemi di comprensione del testo - puoi non essere d'accordo. Voglio dire, tu dici che le mie non sono proposte serie, io dico che dati i tuoi successi e le tue strategie, io in una qualsiasi mia attivita'/associazione non ti vorrei. A me piace la gente che qualcosa porta a casa.
      Chi non conosce la legislazione in materia? Dimmi pure, chiedimi, interrogami. Vuoi chiedere di RTDa, b, equiparazione tra post doc all'estero e assegni di ricerca? Punti organico? Profili vs SSD? Quote?

      Non ho bisogno di essere preso sul serio da uno pseudonimo. E' uno spazio di discussione, ma vedo che sei molto permaloso e un po' insicuro, faccio a meno di partecipare. Poi la discussione messa da te sul personale va poco lontano.

      Elimina
    4. cmq che la giannini sia il segretario di scelta civica è un fatto, non un opinione

      Elimina
    5. Certo. Che sia un peso piuma e' una mia opinione. Non vedo il problema, la pensiamo diversamente sul peso specifico/politico della Giannini. Alla fine del suo mandato vedremo.

      Elimina
  33. Poi non capisco perche' i profili considerati legittimi (o ammissibili, ma non legittimi, siamo in Italia) dalla Carrozza, Livon, gran parte del mondo accademico (prima o poi il posto lo fanno per me) dovrebbero essere considerati illegittimi dalla Giannini. La sentenza TAR ' l'unica via, ma la storia recente ed il sentire comune e' quello descritto sopra. Poi fatta la legge, trovato l'inganno, le commissioni fanno quello che ne hanno voglia da 50 anni, adesso mossi da non so cosa dovrebbero diventare tutte esempi di correttezza. No, guarda, non prendo il mio, credo nello sviluppo del dipartimento. Boh, mondo dei sogni.
    Per quello, ripeto, per me una quota fissa per precari obbliga le commissioni a selezionare precari senza costi aggiuntivi. Avete scritto su ROARS e l'unico ad esprimere e' stato questo Figa' Talamanca. Dagli altri silenzio. Fra un po' c'e' il bar.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. la legge è chiarissima, che tu non lo capisca o che non lo capisca un ministro è del tutto irrilevante.
      la legge è questa e va fatta rispettare

      cmq a noi non interessa stabilizzare i precari, ci interessa aprire il sistema

      Elimina
    2. Cioe', cosa non capisci? Sono 4 anni che non dovrebbero mettere i profili e li mettono. Le organizzazioni criminali esistono anche se vietate dalla legge, dovresti mettere il naso fuori dallo studiolo. Per questo dico che non siete pragmatici. La sentenza del TAR e' quella che fara' la differenza, non la lettera. Infatti ho scritto: "La sentenza TAR (e)' l'unica via".

      Poi mi fai un po' arrabbiare insorgere, io ho forse mai parlato di "stabilizzare" i precari, termine e concetto che mi fanno venire il vomito? Ne ho parlato? A me interessa stabilizzare i precari? Secondo che chiedere una quota di 30-50% di posti PA vuol dire stabilizzare i precari? Una volta Cavalli Sforza mi disse: la matematica e' importante. Aveva ragione.

      Allora, comprensione del testo no, matematica no, mah, cosa farai?

      Elimina
    3. sicuramente non faccio polemiche gratuite.

      se ti interessano i risultati raggiunti da apri puoi cominciare dal dl 180 2010 fino ad arrivare al dm programmazione del 2013

      Elimina
    4. Quando ci saranno precari diventati PA post-2010 parleremo dei risultati. Per ora, grande ammirazione per lo sforzo profuso.

      Elimina
    5. Nel clima attuale trovo ogni anche relativamente minore successo raggiunto da una associazione di precari meritevole ed ammirevole. Le tue risposte permalose sono di certo irritanti.

      Elimina
  34. Noi siamo contro la stabilizzazione dei precari non e' una polemica gratuita?

    RispondiElimina
  35. Ma intervenire sulla leva fiscale no? Da questo orecchio fate finta di non sentire? Eppure è una proposta concreta e di facile attuazione.....con il Ministro ci parlerò da solo.....faccio prima!

    RispondiElimina
  36. Ma intervenire sulla leva fiscale no? Da questo orecchio fate finta di non sentire? Eppure è una proposta concreta e di facile attuazione.....con il Ministro ci parlerò da solo.....faccio prima!

    RispondiElimina
  37. La proposta di Simone Vincenzi

    "I precari dovrebbero insistere su una cosa sola. A mio parere, il 50% (non capitera' mai, ma l'ambizione e' quella) di nuovi posti da PA per precari e la meta' di questi per precari che per 3 anni non abbiano avuto contratti/studente ecc. con l'Universita' in questione."

    credo che sia in linea con APRI, ma punta più in alto: è un misto fra il bando RTDb con mobilità e la questione politica "precari con abilitazione"

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Forse inizio a comprendere le allucinazioni di insorgere sulla stabilizzazione, nel senso che senza giustificazione sui numeri sembra che spari delle cifre a caso per fare entrare piu' precari possibile. Non penso di dover spiegare a nessuno (qua) perche' per una Universita' in salute servano ingressi - continui - di forze fresche. Devo farlo?

      Chi viene come me da lunga militanza estera non sente il bisogno di spiegarlo, ma tant'e'. Diro' di piu', anche la possibilita' reale di avere un lavoro in accademia e' importantissimo per la produzione del candidato. Capito bene, produzione. La moneta, e parlo di scienza, e' la pubblicazione, e'il finanziamento. Il candidato produce perche' sa che la produzione e' un fattore determinante, se non il principale, per l'ottenimento di un posto da AP. Infatti mi stupisco che in Italia post-doc o similari continuino a produrre. Perche'? Per cosa? Miracoli dell'illusione. Si' la passione, si' essere letti da 20 persone, ma e' tutto autoreferenziale.
      Anche in USA, la diminuzione dei posti AP, i finanziamenti che calano, stanno dando scossoni non da poco al sistema, tanto e' vero che ' nato il genere letterario "quit lit", "me ne vado dall'accademia perche'". Ed il perche' e' quasi sempre la mancanza di prospettive professionali.

      Il sistema ha bisogno di forze fresche, sempre. Il PI e' spesso/quasi sempre senior author, il primo autore senior PhD o post doc. La produzione dipende in larga parte deall'energia, dalle nuove idee, dalla passione dei non strutturati.
      Il precario (post-doc, pre-tenure etc.) e' motivato non solo dalla passione per la ricerca/salvare il mondo/bla bla, ma anche dalla possibilita' di avere un lavoro in accademia! Veramente insorgere non ci arrivi? Per quello dico che servirebbero ingressi e la speranza di ingressi a costo zero perche' credo solo al costo zero. A me pare che il discorso da me brillantemente articolato sopra sia ignorato in larga parte in Italia. Ieri leggevo un po' delle dichiarazioni della Giannini, sull'Uni zero. Zero. Solo edilizia, farneticazioni sulla parita' pubblico/privato, generici riferimenti al merito, impulso alla ricerca (rofl). Niente. Padoan parla di tagli permanenti alla spesa per diminuire le tasse sulla famiglia. Iniezioni per i precari? Non ci credo.

      Elimina
    2. Aggiungo una nota personale.
      Il mio ex supervisore americano ed attuale collega, in una della prime chiacchierate, mi disse: "La tua prima preoccupazione come post-doc e' trovare un lavoro. Ho avuto 27 post-doc, 26 lavorano nella scienza. Vorrei mantenere questo record". Ora, dato che il collega di cui sopra e' un nome piuttosto (molto) noto, ha una certa (molta) esperienza, ed ha allevato un numero buono (impressionante) di scienziati ora piuttosto noti, mi sono messo a ragionare. Non mi ha parlato di grandi scoperte, di cambiare il mondo, di pensare al sistema accademico, mi ha detto: trova un lavoro nella scienza. Perche' se non hai un lavoro nella scienza non fai piu' scienza, e le posizioni temporanee sono appunto a tempo. L'Universita' della California ha un limite di 5 anni massimo di post-doc avuti in qualunque universita'. O sei in o sei out.
      Lo puo' dire perche' i lavori esistono. La possibilita' di trovare un lavoro ti motiva nella ricerca, ti fa girare, restare sveglio la notte, collaborare. Cosa avrebbe detto in Italia? La tua prima preoccupazione e'... boh? Essere precario 15 anni e poi andare in un call center? Mettersi in fila per insegnare alle superiori? Sperare in un ministro che ha come primo punto la parita' pubblico/privato? Il tempo passa.

      Listen, caro insorgere, cerca di capire, concentrati. Avessi la possibilita' di stare all'estero (come spero) la penserei allo stesso modo. Identico. Non voglio nessuna stabilizzazione, nessun posto per me.

      Elimina
    3. ad apri preme soltanto che il sistema sia più europeo, più trasparente.
      che poi entrino i precari italiani o i ricercatori indiani non fa differenza, l'importante è aprirsi.

      poi è ovvio che senza prospettive salta tutto. ed è fuor di dubbio che il sistema italiano finora si è retto su menzogne ed illusioni, alimentate ad arte dal baroname.

      conosco bene anche io il sistema americano, sto a UCLA, e i paragoni sono umilianti e improponibili. il punto è come cambiare, noi abbiamo fatto proposte di facile e rapida applicazione con impatto immediato.

      la tua richiesta di più posti per esterni sarebbe anche attraente ma richiede una modifica legislativa che non è possibile ottenere. questo taglia la testa al toro.

      inoltre per i precari è preferibile avere dei tdb che più posti per esterni da pa, semplicemente perché i posti da pa (sic stantibus rebus) hanno poche probabilità di vincerli per una questione di costi (punti organico).

      Elimina
    4. Vedi, siamo anche relativamente vicini.

      Elimina
    5. Infatti quando su ROARS presentano questi grafici che in qualche modo dovrebbero dimostrare l'equivalenza a parita' di denaro e ricercatori della produzione americana con quella italiana mi viene da ridere. Cronache di Narnia.

      Elimina
    6. In ogni caso, le proposte che prevedono soldi, in particolare (a) il finanziamento per coprire la differenza di costi tra promozione di interno ed assunzione di esteri, (b) numero non trivial di TDb, non son per niente di facile attuazione. La differenza inoltre tra avere una copertura dei costi per la differenza di punti organico e l'obbligo di reclutamento di non strutturati e' questa. La copertura dei costi toglie il vincolo dei costi, ma mantiene tutti gli altri (i dipartimenti preferiscono di gran lunga la promozione di un interno, a parte qualche anima bella), l'obbligo di reclutamento per non strutturati invece obbliga.

      Anyway, certamente richiederebbe una modifica legislativa importante, non ho sottovalutato questo aspetto, ma il Parlamento e' una posto bizzarro, basta dire che ieri votavano per le quote rose, non poniamo limiti alla divina provvidenza quando non ci sono soldi da spendere.

      Elimina
    7. Simone ed Insorgere, se qui quietate un attimo scoprirete che alla fine le vostre posizioni non sono neppure cosi' distanti ;)

      In ogni modo (che sto in APRI) mi trovo sulle posizioni di Simone Vincenzi e non vedo in cosa confliggano con la nostra linea se non nel chiedere esplicitamente le quote.
      Io anche lavoro all'estero (come del resto anche Insorgere, anche se il suo e' un settore umanistico e spesso segue logiche differenti). Confermo quanto riporta Simone Vincenzi, cioe' che la produzione e' molto ma molto influenzata dalla possibilita' reale di trovar lavoro, di scalare la carriera etc... o meglio a quanto cio' dipenda dalla produzione medesima. Un sistema e' competitivo innanzitutto se richiede competizione.

      Elimina
    8. Qualche anno fa un ordinario, in risposta ad una mia osservazione sulla bonta' della competizione (in particolare avevo fatto notare come in una Universita' australiana studenti e post doc affiggessero su una bacheca le pubblicazioni accettate), era partito con un articolato discorso sulla cooperazione in risposta alla competizione. Non ho indagato se fosse disponibile a cooperare al mio stipendio di 800 euro al mese con una frazione dello stipendio da ordinario.

      Non tolgo nulla a chi ha fatto la carriera in Italia, ci sono ricercatori bravissimi (basta guardare gli ERC), ma la ormai lunga esperienza americana mi ha aperto gli occhi. Un sistema non perfetto, con vari problemi, con persone anche disilluse messe nel meat grinder, a volte un ponzi scheme soprattutto in biomed, ma in termini di energia, voglia di fare e' entusiasmante. Proprio perche' si' c'e' del rumore, ma il segnale e' bello chiaro, se sei "bravo" hai buone possibilita' di avere una carriera in accademia o nella scienza.

      Elimina
  38. Ricordo che un contratto triennale RTD B costa circa 150.000 euro....poi mi spiegate chi ce li mette.....e quale sarebbe la convenienza per l'università rispetto alle promozioni interne...? Occorre ridurre il gap.....solo di IRAP sono 9000 euro....buttati al vento.....

    RispondiElimina
    Risposte
    1. non è in discussione il taglio del cuneo fiscale nella p.a.

      cmq il problema non è quello, il problema sono i punti organico

      Elimina
  39. pensi veramente che il cambiamento dei punti organico faccia miracolosamente spuntare i soldi? e che i governicchi attuali abbiano la forza di cambiare le cose? beato te.....a parte che il taglio del cuneo sta su tutte le pagine dei giornali, mi spieghi perché l'assegno di ricerca è esente da IRAP e IRPEF mentre un contratto RTDA paga tutte e due le imposte?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. è uno dei vantaggi del td: è un vero posto di lavoro, e infatti ha contributi pensionistici e diritti

      cmq ripeto che tagliano il cuneo solo nel privato, non nella p.a.

      Elimina
    2. in ogni caso il problema non è di soldi, ma di punti organico.

      Elimina
    3. ma chi se ne frega. Basta con questi discorsi da svendita "chiudo tutto". Il lavoro costa, l'obiettivo dei precari dovrebbe essere l'abolizione degli assegni di ricerca

      Elimina
    4. Non e' che tu ti possa autoassegnare i soldi Vladimir.

      Elimina
    5. concordo con vladimir: meglio meno posti ma pagati meglio e con tutele e diritti

      Elimina
  40. così parlò zaratustra.....augh.....poi devi spiegare dove vanno a finire i contributi se non vieni stabilizzato,,,ma è tutto troppo tecnico ed annoia la platea....meglio scandire slogan ideologici......aiutano a costruirsi un futuro politico.....

    RispondiElimina
  41. Devo ammettere che leggere le discussioni su questo blog è a tratti desolante. Si oscilla da posizioni idealiste irrealizzabili, alla disperata ricerca di "stabilizzazione", a proposte concrete ma perennemente inascoltate, a persone con zero speranze ad idee di "svendita" da bancarella con copie made in china. Si, un contratto triennale RTDb costa 150000 Euro e sono pure pochi. In altri paesi costa 100000 euro all'anno. Io non ne posso piu' di questo atteggiamento da pezzenti, la ricerca costa, se non ci si vuole investire che si chiuda bottega e basta. Vi ricordo che l'obiettivo europeo e di investire il 3% del PIL in ricerca. In Italia sarebbero 50 miliardi!!! Se si vuole fare si che qualcuno in Italia ci voglia andare ( e non solo fuggire) servono contratti alla pari con altri paesi europei, condizioni lavorative accettabili e chiusura con tutti i contratti e contrattini indegni di un paese civile. A questo proposito, vorrei pure dire un cosa sui profili. Io sono il primo a dire che la legge va rispettata pero' non se ne puo' piu' della tendenza tutta italiana a mettere leggi draconiche che poi tanti non rispettano per cui a trarne vantaggio sono sempre i furbi. Ci sono universita' furbe italiane che se ne strafottono ed universita' che invece si rifiutano di bandire concorsi per questo problema. Mentre i profili su posizioni tenured sono sicuramente una porcata, fare un concorso senza profilo per un contratto a tempo determinato quasi sempre finanziato con fondi esterni è una puttanata megagalattica ed APRI dovrebbe essere la prima a riconoscerlo. Questa legge, se applicata correttamente, costringe praticamente chiunque abbia bisogno di un profilo specifico perche' ha dei fondi su un progetto di ricerca a fare esclusivamente assegni di ricerca, che praticamente condannano i precari a porcherie tipo la gestione separata inps ecc. ecc. Forse sarebbe il caso di dirsi apertamente che esiste precariato e precariato. Ormai le posizioni tenured sono come le mosche bianche in quasi tutto il mondo. Probabilmente è l'Italia ad essere anomala perche' ci sono troppi tenured che vanno smaltiti. L'importante pero' sarebbe consentire una vita normale anche a chi tenured non è.
    V.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. sui profili: in linea teorica concordo che su fondi esterni dovrebbe essere legittimo poter mettere profili, ma bisogna prima cambiare la legge. allo stato con fondi esterni puoi legittimamente fare solo assegni con profili.

      poi diciamo anche che i tdb sono tenure track, e bandirli su profili iperspecifici è ridicolo e non avviene da nessuna parte.

      Elimina
  42. E ci mancava il premio nobel!! Poi ci spieghi chi investe i soldi.....anche perchè nel giro di pochi anni i cinesi ci sommergeranno.....

    RispondiElimina
  43. Vladimir, questa tua osservazione invece come la definiresti; "Io non ne posso piu' di questo atteggiamento da pezzenti, la ricerca costa, se non ci si vuole investire che si chiuda bottega e basta.". Desolante, imbarazzante, idealista, catastrofista?
    100 000 euro all'anno per posizioni post-doc dove, di grazia? Da quel che so, in USA i post doc piu' ricchi sono finanziati da DARPA e agenzie federali (tipo Livermore labs) e sono i 90mila dollari all'anno tops. Se invece parli di posizioni pre-tenure, sempre negli States per i primi 3 anni, a parte forse e dico forse business schools e medicine, 100mila dollari (neanche euro) non li vedi neanche con il binocolo. Se mi parli di Nord Europa dove vivi, devi fare attenzione al costo della vita. Sono andato in Norvegia ed il costo della vita rispetto agli stipendi US e Italiani non e' nemmeno paragonabile.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. simone vincenzi i td costan 150.000 al triennio, quindi 50.000 l'anno

      Elimina
    2. Lo so. Le mie cifre erano relative all'osservazione di Vladimir, secondo il quale posizione soft da 100 000 euro all'anno sono comuni. Dalla mia esperienza non e' vero, anche in USA si viaggia su cifre molto piu' basse. UC direi a naso 45-50 mila dollari all'anno, a Stanford un po' di piu'.

      Elimina
    3. sto a ucla ora e confermo i tuoi dati

      Elimina
  44. "Ormai le posizioni tenured sono come le mosche bianche in quasi tutto il mondo". Negli US no. Ci sono gli adjunct, troppi, ma e' un'altra questione. Certo ci sono le posizioni su soft money, ma non definirei per niente le posizione tenured come mosche bianche. I colleghi che lavorano in Francia non lavorano su soft money. Non conosco la realta' nord europea.

    RispondiElimina
  45. non conosco i costi specifici dei singoli paesi. Qui il costo di un ricercatore, tutto compreso, è di circa 100.000 Euro all'anno e non sto in Norvegia. I costi in Norvegia non sono paragonabili con il resto del mondo. Non intendo pero' fare un discorso di cifre assolute. Trovo inaccettabile pensare che la soluzione del problema dei precari in Italia sia nella riduzione del costo del lavoro. Il lavoro del ricercatore è gia' sottopagato e le tipologie di contratti esistenti sono gia' troppo penalizzanti per il lavoratore.
    La mia posizione la definirei "intransigente".
    V.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ribadisco: un td costa 50.000 l'anno. siccome sono minimo triennali bisogna aver 150.000 euro da investire.
      non è una cifra assurda, e garantisce adeguate tutele e diritti

      Elimina
  46. È intransigente finchè trovi un fesso che ti dà tutti quei soldi....quando poi le cose cambieranno allora vedrai come cambierà il tuo atteggiamento.....

    RispondiElimina
  47. Vladimir, chiudere e bottega e basta non e' intransigente, e' chiaramente una boutade. Forse anche al Corea del Nord ha istituti universitari, in Italia non chiude bottega nessuno.

    RispondiElimina
  48. @marcomar, non capisco cosa vuoi dire... chi sarebbe il fesso e perche'?

    @simone per quanto mi riguarda la bottega è gia' chiusa, almeno per quanto riguarda la ricerca. Quel poco che si riesce a fare lo si fa grazie ad una massa di lavoratori a cottimo o peggio gratis. Nemmeno chi è in grado di accedere a finanziamenti riesce ad offrire ai precari contratti accettabili, asfissiato da una burocrazia allucinante e regole assurde. Basta guardarsi il "saldo transnazionale" degli ultimi grant ERC per avere un'idea della gravita' della situazione. Aggiungi a questo che i PRIN (progetti di interesse NAZIONALE) sono stati ridotti a zero e abbiamo un'idea di dove è diretta la nave. Quello che trovo intollerabile è che tutti si lamentano ma nessuno ha il coraggio di cambiare la rotta. Se c'e' una cosa di cui ti rendi conto vivendo all'estero è che il 99% della popolazione italiana ha sulle spalle una porzione di responsabilita' rispetto alla situazione attuale ma non se ne rende minimamente conto. Prima qualcuno mi attacchi, io in primis!
    V.

    RispondiElimina
  49. Vladimir, soprattutto in aree teoriche (leggi: che richiedono pochi soldi) la ricerca italiana e' ancora molto buona. In altre aree e' tagliata fuori, ma c'e' un problema insormontabile di costi. Quasi tutti abbiamo storie da incubo da raccontare, ne ho una su un FIRB da non credere.
    Pero' tutti si lamentano, chi? Qua c'e' un uomo di paglia. Lamentarsi e' umano prima che italiano. Tutti i precari si lamentano, ma non hanno armi. Se ti rompi, te ne vai, ma non hai alcun potere. Anzi, sei incoraggiato ad andartene. In Italia non voti neanche! Ti svegli alla mattina e ti dicono che il presidente della rep ha deciso di cambiare il governo!

    Per limitarci al precariato universitario, mi verrebbe molto teoricamente da dire che chiunque rimanga in Italia sia complice del sistema. Molto teoricamente. Io, ad esempio, ho un assegno di ricerca. Dovevo rifiutarlo? Gia' ho rifiutato il cococo, per questioni di principio dovevo rinunciare all'assegno (sono MC)?

    Io consiglio ai colleghi di andarsene all'estero, ma non tutti hanno voglia di farlo, la possibilita', hanno una famiglia. Credo siano pochissimi (nessuno?) quelli che rimangono in Italia per continuare la lotta.

    Ogni istituto di ricerca ha bisogno di forze fresche, ogni potenziale forza fresca deve sapere di poter raggiungere un obiettivo professionale. Va beh, solite robe.

    RispondiElimina
  50. Vincenzo, mi sembra che su molte cose la pensiamo allo stesso modo. Anch'io avevo un assegno di ricerca prima di andarmene e non avrei certo potuto rifiutarlo. Pero' c'e' una bella differenza tra non rifiutare un assegno di ricerca e sostenere che gli RTD vadano ridotti ad assegni perche' costano troppo. Una cosa del genere detta da un PO barone mi farebbe schifo ma sarei in grado di comprenderla. Detta da un precario mi fa cadere le braccia.
    V.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vladimir, a me cadono le braccia quando si ragiona per pura ideologia...con la riforma Fornero sono cambiate le regole per la gestione parasubordinati.....gli spezzoni contributivi degli RTD confluiscono in altre gestioni e non sono cumulabili....ma che te lo dico a fare? Perché fai demagogia? Eliminare l'IRAP dagli RTD vuol dire eliminare i diritti dei lavoratori? Ma stai scherzando oppure parli di cose che non conosci?

      Elimina
  51. http://www.uninews24.it/veneto/1871-padova,-prima-uscita-per-giannini.html

    RispondiElimina
    Risposte
    1. che non ci sarebbe stata la terza tornata dell'abilitazione si sapeva da mesi, lo aveva dichiarato il capoccia anvur

      Elimina
    2. E se non fosse stato per il colpo di mano di Profumo (che secondo me e' stato un mito, fra TFA e ASN) sarebbe saltata anche la tornata 2013.

      Elimina
  52. Che bello... Avremo gruppi di idonei ai sensi di diverse leggi che si combatteranno tra loro. Non vedo l'ora...
    V.

    RispondiElimina
  53. come dire tanto chi la doveva prendere l'ha già presa!! Gli altri si ingrullino...

    RispondiElimina
  54. avete capito il significato "Aumento del credito d'imposta per i ricercatori al fine di creare nuovi post di lavoro in ricerca"? lo potete spiegare anche a me?

    RispondiElimina
  55. È una misura volta a favorire l'assunzione di personale qualificato presso le imprese, ideato per alleggerire il peso dell'Ires e Irap...ma non credo che piacerà ad alcuni frequentatori di questo sito, legati ad un modello di ricerca di stampo sovietico...

    RispondiElimina
  56. Voci incontrollate che il PresDelCons stia cercando di raschiare soldi con ulteriore blocco totale assunzioni nella PA, tranne scuola.

    RispondiElimina
  57. Fonti? Solo scuola o anche università? sembra in contrasto con i suoi bei discorsi sull'istruzione e inoltre un provvedimento 'vecchio'… lui che vuole innovare...

    RispondiElimina
  58. Sarà anche vecchio ma è l'unico giusto....vogliamo parlare di quanto sia proliferata la componente amministrativa dell 'università? Spesso ho la sensazione che anziché essere lì di supporto a didattica e ricerca, siano queste ultime un pretesto per assumere personale in amministrazione......

    RispondiElimina
  59. Insomma… se inficia i nuovi ingressi a livelllo di docenza in Università non va bene per niente… Non credo piaccia nemmeno a te Siberia, vero? :-)

    RispondiElimina
  60. Piu di così cosa vuoi inficiare...

    RispondiElimina
  61. In realtà si tratta di un possibile difetto di comprensione del piano di Renzi (reso pubblico a parole) secondo cui le PA che non pagheranno i debiti si vedranno bloccare le assunzioni [NB: cosa che comunque dobbiamo capire con calma].

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In realtà, le voci sono confermate. Vedremo i dettagli.

      http://www.repubblica.it/economia/2014/03/18/news/nel_piano_cottarelli_85mila_esuberi_per_i_dipendenti_pubblici-81260710/?ref=HREC1-1

      Elimina
  62. a sostegno dell'abilitazione,una petizione:

    http://cga.di.uniroma1.it/index.php/petizioni

    RispondiElimina
  63. certo e poi si va a fare la valutazione comparativa con commissioni nominate in loco dove sicuramente ci sarà spazio per i più meritevoli. Fortunati voi che ancora ci credete!!

    RispondiElimina
  64. ho effettuato un incrocio tra tutti i partecipanti all'ASN e gli strutturati universitari
    trovando corrispondenza di nome e cognome.
    se ne possono dedurre varie statistiche a meno di omonimie...

    i risultati sono qui
    http://www.mediafire.com/download/zp6en7v2b77cb32/ASN_match_17-Mar-2014.zip
    oppure
    http://www.mediafire.com/view/2wgy7xy26mlozi6/ASN_match_17-Mar-2014.xls

    RispondiElimina
    Risposte
    1. grazie 1000, è davvero molto utile. Una sola nota: molti "non strutturati" sono strutturati in altri enti (ad es. CNR) e quindi solitamente non precari

      Elimina
    2. se esiste un elenco xls includo anche quelli

      Elimina
    3. io non ho mai trovato un elenco di strutturati CNR... mi sa che non esiste nulla del genere in rete( ma sarei ben contento di essere smentito)

      Elimina
  65. come pensate di passare una valutazione comparativa con le attuali regole?

    RispondiElimina
  66. La CRUI propone: è ora di assumere 1.500 giovani all’anno per 5 anni.

    http://www.crui.it/HomePage.aspx?ref=2205

    RispondiElimina
  67. certo assumere con contratto td magari dopo 10 anni di assegno. Non avete ancora capito, si sono succhiati tutto e quel poco che rimaneva è stato investito per passaggi di carriera e assunzioni di qualche amministrativo amico di amici. Ovviamente dovranno illudere i giovani con qualche balla per tamponare la fuga di manovalanza low-cost.

    Il futuro nella ricerca per un non strutturato non esiste, è un investimento a perdere, di tempo, di energie, di idee, è un binario morto.

    RispondiElimina