sabato 26 aprile 2014

Bandi Montalcini e SIR: lettera aperta al Ministro Giannini



Signor Ministro,

   presso il Suo dicastero si sono avvicendati ben quattro ministri in 6 anni, tra cui un Presidente del CNR e due Rettori. Comprendendo le difficoltà e le urgenze legate all'assunzione di tale ruolo, incrementate dai rapidi turnover politici, abbiamo proposto ad ogni Ministro appena insediato delle soluzioni per l'università e ricerca che riteniamo in linea con le migliori esperienze del resto d'Europa e del mondo. Esperienze che molti di noi hanno vissuto sia per la volontà di allargare i propri orizzonti di conoscenza, sia per la necessità di poter continuare la propria carriera ove per ragioni non solo economiche in Italia era ed è impossibile.
   Nonostante le indubbie novità legislative degli ultimi anni, dobbiamo constatare che non è stata ancora intaccata la gestione per certi versi feudale dell'Accademia italiana in cui il merito scientifico, in qualunque modo lo si voglia esprimere, soccombe di fronte a ben più opachi vincoli di fedeltà ed ubbidienza al sovrano locale.
   In questi giorni abbiamo testimonianza diretta che troppi tra coloro che cercano di tornare in Italia attraverso strumenti come il Programma per Giovani Ricercatori "Rita L. Montalcini" devono fronteggiare ostacoli insormontabili di natura né burocratica, né economica, né scientifica. Molte persone qualificate oggi impegnate all'estero anche con ruoli di responsabilità, nel contattare le sedi locali continuano a sentire risposte, nel migliore dei casi, del seguente tipo: "la tua linea di ricerca non va bene per noi" oppure "non fai le cose che facciamo noi" oppure "un bel progetto, alla fine qui non possiamo chiamarti". Questo nel migliore dei casi, poiché nel peggiore ci si sente rispondere con frasi di questo tipo: "qui abbiamo già validissimi giovani, il provenire dall'estero non ti rende migliore di loro" (ma il malcapitato contattava la sede in risposta ad un bando pubblico, non già ansioso di mostrare la propria supremazia sul giovane locale), oppure molte sedi non rispondono affatto.
Uguale sorte ci risulta stia toccando ai giovani ricercatori, anche operanti in Italia, che tentano di sfruttare l'opportunità offerta dal programma S.I.R. che teoricamente sarebbe volto a promuove l'indipendenza del giovane ricercatore. Ebbene, molti giovani che hanno solo osato proporre una nuova/innovativa linea di ricerca si sono spesso sentiti rispondere picche dalle sedi locali, e spesso con risposte esplicite come: "sembra che tu voglia aprire quasi una nuova linea di ricerca". A nulla valgono le frequenti proteste da parte dei diretti interessati: proprio la multidisciplinarità, l'innovazione, il superamento delle pratiche di inbreeding, sono l'obiettivo dichiarato dei bandi "Montalcini" e "S.I.R.".
Siamo studiosi e ci rendiamo conto di poter aver una visione parziale delle cose. Può darsi che noi conosciamo solo le deviazioni di in un sistema altrimenti sano, seppure in difficoltà per carenze pre e post crisi economica. Pertanto le chiediamo signor Ministro di verificare la sussistenza dei suddetti ostacoli per i quali non possiamo chiedere ai singoli ricercatori, testimoni e vittime di tali abusi, di esporsi con denunce a spiacevoli conseguenze come la rassegnazione all'esilio perpetuo.
   Per l'esperienza che ci contraddistingue sappiamo di non poter ottenere soluzioni generali in tempi brevi, eppure signor Ministro dobbiamo chiederle di intervenire ora con un forte gesto simbolico. Le chiediamo di eliminare la dedica del Programma per Giovani Ricercatori a Rita Levi Montalcini fino a quando le pratiche di selezione nell'Accademia italiana non saranno abbastanza trasparenti da essere degne della grande Scienziata e Senatrice della Repubblica Italiana. Allo stesso modo le chiediamo di eliminare il titolo "Scientific Independence" dai bandi S.I.R.


Associazione dei Precari della Ricerca Italiani  

lunedì 21 aprile 2014

Accantonamento dell'FFO??? Accantonamento dell'università…

Il Premier Renzi lo ha detto subito, il primo giorno del suo mandato: l’istruzione è ciò da cui bisogna ripartire per far ripartire il Paese. Adesso è chiaro anche in che senso: per finanziare gli ormai famosissimi 80 euro in busta paga, bisogna partire da un bel taglio di 30 milioni al Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) degli atenei italiani. E visto che, come ci insegna Matteo, una volta che si è partiti non bisogna assolutamente fermarsi, il testo del Documento di Economia e Finanza (DEF) messo a punto dal Governo prevede un taglio annuo a carico dell’FFO di 45 milioni all’anno a partire dal 2015. Ah no, scusateci… non si tratta di un taglio, ma di una “razionalizzazione”; del resto le parole sono importanti, gli estensori del DEF lo sanno bene. Invece, secondo il neo-ministro dell’Istruzione, Giannini, è meglio parlare di “accantonamenti”. Ah, quanto sono importanti le parole! Noi di APRI, che badiamo ai fatti, useremmo locuzioni un po’ meno raffinate in questa occasione, se potessimo. Non a caso questo post è molto, molto breve.